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ATP Vienna, Sinner: “La caviglia è ok. Le Finals a Torino? Ci credo ancora”
L’altoatesino si presenta al via in Austria dopo l’infortunio alla caviglia rimediato a Sofia. Sfiderà Garin al primo turno, all’orizzonte un quarto contro Medvedev

“Se sono qui vuol dire che sto bene. Sicuramente nelle due settimane precedenti non ho giocato molto a tennis, ma qui proverò ad alzare il livello. Spero che questa settimana vada bene, poi vediamo. Le Finals a Torino? È un appuntamento importante. Cerco di non pensarci moltissimo, ma so che matematicamente ho ancora speranze e dunque ci credo ancora. In ogni caso Vienna e Parigi sono due tornei che mi piacciono, e sono qui perché mi piace competere. La cosa più importante ora è la caviglia: vediamo come va”.
Così Jannik Sinner ai microfoni dell’ATP affida le sue sensazioni alla vigilia del torneo di Vienna. C’è grande curiosità di verificare le condizioni del giocatore altoatesino, reduce da una distorsione alla caviglia che lo ha indotto a ritirarsi nelle semifinali dell’ATP 250 di Sofia. A Vienna Jannik, che nei giorni scorsi ha partecipato a un tour promozionale del torneo in giro per la capitale austriaca con Grigor Dimitrov, partirà sfidando al primo turno Cristian Garin, nella giornata di mercoledì. Jannik, che in questo torneo vanta una semifinale raggiunta nel 2021, in caso di vittoria sfiderebbe Francisco Cerundolo, che ha battuto la wild card austriaca Filip Misolic; all’orizzonte c’è un quarto di finale con Daniil Medvedev.
In termini di Race to Turin, le speranze di Sinner sono legate anzitutto a un grande risultato a Vienna: al momento Jannik è al numero 15. Ci sono ancora 1500 punti a disposizione, contando il Masters 1000 di Parigi-Bercy, e l’altoatesino ha ancora speranze di raggiungere il settimo posto attualmente detenuto da Felix Auger-Aliassime, che ha 915 punti in più.
SPUNTI TECNICI: Il nostro coach analizza colpo per colpo, foto per foto, Jannik Sinner al microscopio
Ma ovviamente servirà un grande Sinner e al contempo risultati non eccezionali nelle ultime due settimane non solo per il canadese ma anche per Fritz (che ha 600 punti in più) e Hurkacz (+460), che attualmente ricoprono i posti delle due riserve. Davanti a Sinner, nella Race, ci sono anche Cameron Norrie, Matteo Berrettini (che però si è praticamente tirato fuori dalla corsa dovendo rinunciare a giocare a Vienna) e Pablo Carreno Busta.
ATP
ATP Miami, Fritz: “I Big 3 non erano completi come Alcaraz quando avevano la sua età”
Lo statunitense ha parlato di cosa vuol dire affrontare il murciano: “Penso che non ti conceda nulla, quindi devi lavorare molto per vincere, per vincere praticamente ogni punto”

Le parole a caldo di Taylor Fritz dopo la netta sconfitta per mano di Carlos Alcaraz nei quarti di finale del Miami Open
IL MODERATORE: Che sfortuna, Taylor. Era la prima volta che affrontavi Carlos. Cosa lo ha reso così difficile da battere stasera?
TAYLOR FRITZ: Penso che non ti conceda nulla, quindi devi lavorare molto per vincere, per vincere praticamente ogni punto. Voglio dire, penso che stasera abbia giocato incredibilmente bene i punti importanti. Sai, penso che abbia vinto tutti i punti importanti della partita, quindi ha fatto una grande differenza.
D. Cosa hai sentito che non funzionava per te stasera? Ovviamente indipendentemente da quanto bene ha giocato, cosa ti è sembrato mancasse nel tuo gioco?
TAYLOR FRITZ: Sì, se stiamo solo parlando di quello che stava succedendo nel mio gioco, non puoi semplicemente dare via il tuo servizio per iniziare entrambi i set. Ero davvero entusiasta di iniziare il secondo set, perché mi sentivo, a volte esci, e non ero, immagino, pronto alla velocità a cui avremmo suonato. Nel primo gioco, mi sono fatto breakkare durante la partita, ma dopo mi sentivo come se avessi giocato molto bene per il resto del set. Non aveva più possibilità di breakkarmi. Ho avuto la possibilità di strappare il servizio a lui. Avevo voglia di entrare nel secondo set, avevo davvero buone possibilità. Poi ho buttato via di nuovo il mio servizio per iniziare il secondo set. Quindi è stato estremamente, immagino, demoralizzante, perché ora devo giocare un altro set di rincorsa. È solo più fuori dai miei errori. Ovviamente giocando con il miglior giocatore del mondo, non puoi semplicemente abbassare il rendimento al servizio per iniziare entrambi i set. Inoltre, mi sentivo come se avessi commesso troppi errori. Gli ho dato troppi punti gratis.
Q. Immagino che tu probabilmente volessi affrontarlo da un po’ ormai, e Tommy l’aveva affrontato, Frances ovviamente ci ha giocato. Riguardo a quello che ti aspettavi cosa puoi dirci? Hai detto che avevi qualche problema ad adattarti, non eri pronto per il ritmo, ma…
TAYLOR FRITZ: Ero pronto per il ritmo. Era più come la prima volta che giochi contro qualcuno, come la tattica prima della partita, in un certo senso capire con quali colpi posso farla franca e con cosa non posso farla franca, con quali colpi mi punirà e su quali colpi non mi punirà. Ovviamente quando giochi con giocatori diversi, alcune persone ti faranno male, immagino, solo a diversi livelli di colpi. Quindi nel primo set penso di aver giocato un po’ troppo sul sicuro, non volendo sbagliare, e lui mi ha punito. Quindi ho capito, ok, dovrò aumentare la velocità media solo un po’ di più. Si trattava di trovarlo, che sentivo di aver trovato dopo il primo o il secondo gioco. È uscito davvero pronto. Mi sentivo come se il terzo gioco della partita, il secondo gioco che ho servito, fosse probabilmente il gioco di livello più alto della partita. Come se stesse colpendo vincenti su tutto, vincenti sui colpi aggressivi che ho colpito, e poi ho pensato di avergli preso le misure, ma ero tipo, wow, se questo è il livello, allora sarà davvero dura. Ma sentivo che quello non era effettivamente il livello. È uscito estremamente eccitato e ha giocato davvero bene in quel gioco, ma dopo mi sono sentito come se mi fossi sistemato. Per il resto del set, sai, sono stato in alcuni giochi di servizio e mi sono tenuto abbastanza bene. Ma, sì, ci sono stati molti scambi su cui mi aspettavo di essere al sicuro e su cui sono stato punito.
Q. Penso che siano state quattro buone settimane per te. Ti avevo detto al Delray Open che avresti vinto quel torneo e che avresti avuto delle belle partite. La mia domanda è con tutti i cambiamenti di ieri, pensi che ti riguardino oggi? Hai parlato con Tommy Paul del match di oggi con Carlitos? Perché ha giocato ieri.
TAYLOR FRITZ: No, non credo che il fatto di non aver giocato ieri abbia davvero influenzato qualcosa, ad essere onesto. Penso che probabilmente sarei stato più impreparato a giocare ieri, perché mi hanno detto tutto il giorno che sarebbe stato — ho solo sentito parlare del tempo tutto il giorno che avrebbe piovuto. Quasi mi aspettavo di non giocare. Quindi non penso che ciò abbia influenzato i cambiamenti. Non ho parlato con Tommy, perché, primo, posso guardare la partita ed essere conscio di come mi sento, e poi anche io e Tommy giochiamo in modo incredibilmente diverso. Non posso giocare come gioca lui. Gli piace molto andare a rete ed è uno dei ragazzi più veloci del tour. Quindi direi che non avrebbe molto senso per qualunque strategia
Q. Hai giocato contro Roger, hai giocato contro Rafa, contro Novak, e Carlitos ha appena detto due giorni fa che vuole partecipare a quella conversazione. Vuole essere una leggenda di questo sport. Cosa c’era di simile? Cosa hai trovato oggi? Ovviamente è stato il tuo primo incontro, ne avrai molti altri, ma cosa hai visto oggi che lo confermerà?
TAYLOR FRITZ: Non è qualcosa che ho visto oggi. È quello che vedo da un po’ di tempo. L’ho detto un anno fa quando l’ho visto giocare, per quanto è giovane, ha tutti gli strumenti, sai. Può andare a rete, può tirarti un dropshot, può lanciarti, è incredibilmente veloce, ha tutta la potenza, il suo diritto è buono, il suo rovescio è buono. E’ molto raro vedere qualcuno così giovane così, immagino, appena sviluppato nel loro gioco e non avere davvero nulla su cui lavorare così tanto. Ha tantissimi modi diversi di giocare e può incorporare tantissimi piani di gioco diversi per giocare con giocatori diversi perché ha così tanti strumenti per vincere una partita. Penso che sia qualcosa che non direi che nessuna di quelle persone avesse in così giovane età. Ci sono sempre cose su cui le persone devono migliorare. Inoltre, solo parlando della partita di oggi, ho sentito che il livello delle prime tre partite era assolutamente insopportabile. Stava colpendo vincenti netti a 110 miglia all’ora di seconda di servizio che stavo indirizzando al suo corpo. Sto intensificando e schiacciando i cross di rovescio, e lui tira vincenti sulla linea di rovescio in posizione aperta. Quello non era il livello per il resto della partita. Sono stato in grado di ambientarmi molto di più, e lui non lo ha fatto per tutta la partita. Ma ovviamente possiede quel livello, e per quei primi due giochi è stato piuttosto travolgente.
Q. Come lo paragoni alla prima volta che hai affrontato Roger, Rafa e Novak?
TAYLOR FRITZ: Oh, mi sentivo decisamente come se avessi più respiro contro quei ragazzi che in questa partita. Penso che, sai, siano diversi stili di gioco. Novak fa questi scambi lunghi, ma lentamente ti fa uscire dalla posizione e ti travolge. Sento ancora di poter restare a lungo in questi scambi e avere più possibilità di attaccare. Penso che tornerei ai primi due game della partita. Ha appena vinto molti colpi, vincenti e colpi che mi hanno ferito quando altri giocatori normalmente non mi fanno male. Decisamente meno. Ho solo sentito che era più offensivo e mi ha pressato molto di più.
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ATP Miami: impresa Sinner, batte Alcaraz e vola in finale
Tre ore di grande tennis all’Hard Rock Stadium di Miami mandano Jannik Sinner alla sua seconda finale Masters 1000. Seconda sconfitta stagionale per il n. 1 Alcaraz.

(da Miami il nostro inviato)
[10] J. Sinner b. [1] C. Alcaraz 6-7(4) 6-4 6-2

Volendo esagerare un poco, ma nemmeno tantissimi, si potrebbe dire che Jannik Sinner ha dominato la semifinale del Miami Open presented by Itaú contro il n. 1 del mondo Carlos Alcaraz, considerando tutte le chance avute nel primo set poi perso al tie-break. Infatti la vittoria in tre set di Sinner è arrivata dopo aver ceduto per 7-4 il tie-break del primo parziale nel quale era stato in vantaggio per 4-1 leggero, aveva avuto sulla racchetta lo smash per andare a due palle del 5-1, e poi, dopo aver annullato un set point sul 5-6 (per la verità omaggiatogli con un doppio fallo da Alcaraz), era andato in vantaggio 4-2 nel tie-break commettendo poi due errori piuttosto banali sul proprio servizio.
Poi Sinner ha dato prova di grande maturità, tenendo il controllo dei nervi e del suo gioco, approfittando del calo di tensione di Alcaraz all’inizio del secondo set per andare in vantaggio, e non si è innervosito nemmeno quando quel diavolaccio di spagnolo ha rimontato subito sul 2-2.
Certamente bisogna segnalare che verso la fine dell’incontro, giocato per oltre un’ora a ritmi siderali, Alcaraz ha palesato qualche problema muscolare che lo hanno certamente limitato, ma d’altra parte la condizione fisica fa parte di ciò che è necessario a un tennista per prevalere, e oggi Sinner si è dimostrato certamente il migliore nella giornata.
PRIMO SET – Siccome è stato Sinner a perdere l’ultima partita tra i due, è lecito aspettarsi che sia lui il primo a cambiare qualcosa. Nei primi due turni di battuta fa 11 su 12 di prime, dopo che a Indian Wells era rimasto sotto il 50% in tutta la partita. E sulle seconde di Alcaraz è sempre a rispondere con i piedi nel campo. La tensione di inizio match per l’altoatesino si esaurisce nei quattro diritti sbagliati nel primo game che lo fanno andare ai vantaggi, e la sua pressione su Alcaraz si fa subito sentire. Lo spagnolo esordisce nel quarto game con un doppio fallo, con due gratuiti da fondo si trova 15-40, e quando il suo diritto in recupero vola oltre la riga di fondo Sinner e il suo angolo esplodono in giubilo per il break del 3-1.
Sinner gioca benissimo, Alcaraz è chiaramente scosso dalla partenza dell’italiano, si inguaia sulla battuta sul 15-30, ma quando ha sulla racchetta la chance per due palle del 5-1, Sinner mette in rete uno smash non impossibile, e la partita cambia direzione. Alcaraz tiene un game da 12 punti nel quale commette anche un doppio fallo, ma senza concedere palle break.
Un neonato in tribuna piange e strilla a pieni polmoni, ma è l’unico a non divertirsi, soprattutto quanto i due mettono in scena uno scambio di 25 colpi da cineteca con tutti i colpi del campionario tennistico e chiuso da un passante di rovescio incrociato stretto di Sinner che lascia Alcaraz a terra. Ma la percentuale di prime di Sinner cala, Carlitos si esibisce in una delle sue splendide demi volée, e quando tocca a Sinner giocarne una simile la palla finisce in rete e il break di vantaggio svanisce.
Con paio di magie in pallonetto Alcaraz impatta sul 4-4, ma Sinner non si scompone e ricomincia a macinare punti sul suo servizio per il disappunto dello spagnolo, che tira una pallata di stizza attraverso il campo, e anche per il disappunto del pubblico, chiaramente in gran parte favorevole ad Alcaraz.
Sul 5-5 è invece Alcaraz a spingere in risposta per andare sullo 0-30, si procura due palle break e sulla seconda chiude una volée di diritto colpita nemmeno troppo bene ma comunque vincente. Sinner rimane agganciato al set azzannando le seconde di Alcaraz, e la tattica paga dividendi perché dopo che Jannik si è mangiato una volée a campo aperto sul 30-30, Carlitos commette doppio fallo sul set point e finisce per perdere la battuta rimandando la soluzione del set al tie-break.
È Sinner ad andare avanti per primo, approfittando di un errore di Alcaraz per il 4-2, poi però commette due errori che gli costano il parziale: sul 4-3 mette una palla corta senza senso in mezzo alla rete, e sul punto successivo sbaglia un diritto da fondocampo dopo che Alcaraz aveva rimandato un pallonetto difensivo atterrato nell’ultimo metro di campo.
Lo spagnolo questa volta non ha bisogno di altro e chiude il set dopo 77 minuti di gioco infilando gli ultimi cinque punti consecutivi.
SECONDO SET – La lunga durata del primo set ha messo a dura prova il pubblico americano che durante i primi giochi del secondo parziale svuota per metà gli spalti. Durante questa pausa fisio-gastronomica degli spettatori succede che Sinner strappa subito il servizio a un Alcaraz in calo adrenalinico dopo il rush finale della prima frazione, e poi consolida sul 2-0, ma il vantaggio è di breve durata, perché al successivo turno di battuta l’intensità di Sinner si affievolisce, arriva anche un doppio fallo e alla terza palla del controbreak un errore di diritto rimette tutto in parità.
Si procede seguendo i servizi con un’intensità leggermente minore, ma sempre con una qualità di gioco elevatissima. Il tema principale è la grande aggressività dei due sulla seconda dell’avversario, e spesso anche sulla prima. Alcaraz risponde sempre a tutto braccio, sempre in spinta, indipendentemente da come sia il servizio dell’avversario. E Sinner non gli è da meno, anche se sulla prima rimane leggermente più indietro.
Sul 3-4 l’altoatesino viene fuori da un game complicato rimediando a un paio di errori di direzione sui suoi attacchi con delle buone battute, cancellando sue palle break che avrebbero mandato lo spagnolo a servire per il match. Alcaraz non reagisce bene alla mancata occasione: sul 4-4 inizia il turno di servizio con un doppio fallo, poi gioca una palla corta di rovescio lungolinea senza troppo senso, e con due errori di diritto cede la battuta a zero con Sinner che così si trova a servire per il set. Carlitos allora cambia qualcos’altro, estrare dalla sua immensa faretra un’altra arma e comincia a togliere ritmo sulla “diagonale rovescia” con colpi tagliati e bassi. Sinner risponde bene, si prende il 30-15 con un passante di rovescio lungolinea appoggiato nel “sette” e dopo due ore e 12 minuti si va al terzo set.
TERZO SET – Nell’intervallo Alcaraz prende la sua borsa e va a cambiarsi d’abito mentre Sinner rimane in campo a fare saltelli per rimanere caldo e concentrato. Passano quasi 10 minuti tra la fine del secondo set e l’inizio del terzo, e mentre Alcaraz è fuori dal campo il cronometro viene pure fermato sull’1:01 in attesa del ritorno dello spagnolo. Non una novità, ma quando accade è sempre il caso di segnalarlo.
I volti scuri di Juan Carlos Ferrero e del resto dell’angolo del n. 1 del mondo venivano spiegati alla ripresa del gioco: Alcaraz gioca un game di peste, cede il servizio a “quindici” con quattro gratuiti e nel gioco successivo prende un ace senza quasi muoversi, dando segno di avere un principio di crampi alla gamba destra.
Sullo 0-2 gioca un game in grande libertà e riesce a tenere agevolmente la battuta, ma mentre il suo team prepara una bevanda energetica per reintegrare i sali minerali persi ci si rende conto che il match potrebbe precipitare da un momento all’altro. Sinner disputa un game esemplare tenendo la prima a tre quarti velocità e angolata per far spostare Alcaraz, e quest’ultimo sbaglia quattro risposte.
Lo spagnolo modifica leggermente il servizio a causa del problema muscolare e prova ad adattare il suo gioco alla nuova situazione, va sotto 0-30 e poi comunque riesce a rimanere aggrappato al suo turno di battuta. Sinner si impappina servendo sul 3-2, commette due gratuiti che omaggiano Alcaraz della palla del 3-3, ma Carlitos mette in rete la risposta su una seconda a 87 miglia orarie di Sinner. Jannik trova comunque il 4-2 e si aggrappa al game successivo durante il quale Alcaraz chiede tutto l’aiuto del pubblico dopo aver chiuso la volée del 40-30, ma due ace esterni e un tuffo per evitare il contropiede non gli bastano per evitare il doppio break. Infatti due sanguinosi doppi falli consecutivi, seguiti da un errore su un diritto anomalo lo condannano al 2-5.
Un diritto incrociato vincente dopo tre ore e un minuto di gioco pone fine a questa splendida partita e manda Jannik Sinner alla sua seconda finale qui al Miami Open e nei tornei Masters 1000.
L’ultimo atto del torneo lo vedrà dunque opposto a Daniil Medvedev, che lo ha sconfitto nella finale dell’ABN AMRO Open di Rotterdam poche settimane fa nell’ultimo dei cinque confronti diretti tra i due, tutti andati ad appannaggio del tennista russo.
Questa affermazione garantisce a Sinner il ritorno alla posizione n. 9 della classifica mondiale, suo best ranking finora, che potrebbe però migliorare in caso di vittoria nel torneo quando si isserebbe addirittura al n. 6.
ATP
ATP Miami: discontinuo ma cinico, Medvedev batte Khachanov ed è in finale
Khachanov prova a prendere l’iniziativa ma Daniil prende il controllo del match nei momenti importanti: affronterà Sinner o Alcaraz

[4] D. Medvedev b. [14] K. Khachanov 7-6(5) 3-6 6-3

Fra alti e bassi, errori e blackout, un discontinuo ma cinico Daniil Medvedev ha la meglio su Karen Khachanov, amico-rivale che ha disputato un match coraggioso, tentando di spezzare la ragnatela del suo avversario, riuscendoci, per altro, soprattutto nel secondo set; Ma non basta: Daniil raggiunge la prima finale a Miami, Karen manca il ritorno in top ten. L’avversario del numero cinque del mondo verrà deciso stanotte nel nuovo capitolo della recente ma promettente saga Sinner-Alcaraz.
Primo set
Prima semifinale del Miami Open. Nel giorno dell’annuncio della revoca del bando a Wimbledon, in campo due tennisti russi: Daniil Medvedev, in striscia positiva (se si esclude la finale contro l’intoccabile Alcaraz ad Indian Wells) dal torneo di Rotterdam, parte nettamente favorito contro l’amico Karen Khachanov, tornato dopo anni a battere un top ten (23 le sconfitte consecutive dalla vittoria a Bercy 2018 su Djokovic) e di nuovo a ridosso dei primi dieci dopo la recente semifinale slam in Australia. Daniil è in vantaggio 3-1 negli h2h, l’ultimo quest’anno ad Adelaide. Chi vince trova Jannik Sinner o Carlos Alcaraz, in campo nella notte italiana.
Dopo umide giornate di pioggia, il clima di Miami sembra quasi apprezzabile (al 62 per cento l’umidità). E sembra Khachanov il giocatore in grado di approfittare delle favorevoli condizioni climatiche: la testa di serie numero 14 si procura subito due palle break, ma Medvedev è bravo ad annullarle con i primi due ace della partita. I suoi turni al servizio rimarranno macchiati da qualche sbavatura, mentre intonsi saranno quelli di Khachanov, che tiene a zero i primi tre. Escluse alcune magie (non andate a buon fine) da parte di Medvedev, è calma piatta sul centrale, finchè sul 3-4, con le palle nuove, la striscia di Khachanov si interrompe all’improvviso: all’improvviso Daniil si accende, intrappola Karen nella sua tela, e basta qualche seconda che il numero cinque del mondo si prenda tutto il braccio, si procuri due palle break e si trovi a servire per il primo set.
Come si accende in un attimo, basta poco perché l’attenzione di Medvedev cali: un doppio fallo e un nastro sfortunato non arridono al campione dello US Open 2021, che si fa recuperare immediatamente il vantaggio, mancando fra l’altro un set point sul quale commette un doppio fallo. Ora Khachanov prova a sciogliere la trama del suo avversario, prende più volte l’iniziativa e tiene con autorità i turni successivi, nonostante l’esasperata difesa di Medvedev: è tiebreak. Qui fa tutto Daniil: si prende un minibreak, lo getta via con un errore di rovescio, se lo riprende e infine, nonostante il coraggio e i tentativi di Khachanov, chiude 7-5 dopo un’ora e due minuti. I numeri sono a favore di chi rincorre: 75 percento di seconde palle contro il 33 dell’avversario, addirittura tre punti in più, ma chi passa a condurre è col suo solito cinismo Medvedev, che ora si dirige verso il bagno dove sosterà per ben sette minuti e mezzo.
Secondo set
Il toilet break, in realtà, sembra favorire Khachanov piuttosto che Daniil: Il vincitore di Parigi Bercy 2018 parte forte, brekkando a 15 Medvedev, scomparso dal campo (a volte letteralmente: la telecamera fatica a inseguire le sue stoiche difese). La tattica del logoramento non sortisce più alcun effetto su Khachanov, che ora esce in maniera relativamente agevole dallo scambio: dopo i primi tre giochi in cui vince 12 punti su 15, Karen tiene il suo avversario a debita distanza, sia nel punteggio che dalla linea di fondo, e chiude in breve tempo, senza particolari patemi ed in completo controllo, per 6-3. Si va al terzo e decisivo set. Medvedev è chiamato a riaccendersi un’altra volta.
Terzo set
Il buon momento di Khachanov continua anche in apertura di terzo set: subito palla break nel game d’apertura, ma Medvedev alza le percentuali al servizio e suggella col nono ace un game molto complicato. È la svolta: i turni di battuta di Khachanov sono ora un lontano ricordo di quelli del primo set, e, probabilmente accusando la stanchezza fisica e mentale a cui il suo avversario l’ha inevitabilmente condotto, concede due palle break e con ben tre gratuiti perde il servizio e torna a inseguire. Per la prima volta, Medvedev è davvero in controllo della partita: i suoi game di battuta seguono trame predefinite e, nonostante alcuni caparbi colpi di coda di Khachanov in scambi da venticinque punti, il numero cinque chiude 6-3 e dopo due ore e diciassette si qualifica per la quinta finale consecutiva. Un Khachanov sfinito ci prova fino all’ultimo punto ma alla fine si avvicina alla rete con il sorriso sportivo dello sconfitto. Chiunque vinca stanotte, sarà una bella finale.
Sinner in semifinale: la diretta Facebook di Luca & Vanni
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