ATP Finals: Djokovic liquida Rublev e approda in semifinale

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ATP Finals: Djokovic liquida Rublev e approda in semifinale

Il serbo con una prestazione convincente si sbarazza del russo per conquistare la seconda semifinale di fila a Torino

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N. Djokovic [7] b. A. Rublev [6] 6-4 6-1

Novak Djokovic in versione deluxe quello che batte Andrey Rublev in due set: altra prestazione convincente e qualificazione aritmetica per le semifinali. Per il serbo è l’undicesima semifinale della carriera alle Nitto ATP Finals, la seconda su due a Torino, quando l’anno scorso fu fermato proprio al penultimo atto da una grande versione di Alexander Zverev.

Djokovic parte ancora una volta estremamente centrato al servizio: molto preciso, cerca tutti gli angoli, varia e si prende un immediato vantaggio nello scambio. Ben sei ace da parte dell’attuale numero otto del mondo nei primi tre turni di battuta: nei primi giochi si gioca pochissimo in risposta, a conferma della rapidità del campo torinese. La prima chance ce l’ha il cinque volte vincitore delle Finals sul 3-4, risalendo da 40-0 in risposta, ma Rublev se la cava con una difesa prodigiosa con il chop di dritto. Djokovic tuona una volta, non avverte due volte: erroraccio del russo sul 4-5 40-40 con il dritto e risposta pazzesca del giocatore di Belgrado anticipando con il rovescio per chiudere un primo set equilibrato.

Rublev si ritrova 15-30 in ribattuta nel primo game del secondo set, ma sbaglia un comodo rovescio e un dritto da metà campo: due errori marchiani contro un marziano come Djokovic. L’ex numero uno del mondo si procura una palla break grazie a un recupero di dritto pazzesco, ma non la converte. La seconda volta è quella buona: errore con lo schiaffo al volo del moscovita e errore di rovescio dopo il cambio in slice del serbo. Il serbo mette la freccia e sale sul 3-0, Rublev scaraventa a terra la racchetta e vorrebbe sotterrarsi: un nervosismo incontenibile. Il numero sette del seeding sembra particolarmente a proprio agio con il tipo di gioco dell’avversario: varia, controlla, gestisce, trova vincenti da tutte le posizioni e con tutti i colpi. L’allievo di Fernando Vicente pare completamente sfiduciato: l’avversario risponde sempre, gli fa giocare da posizioni scomode. La conseguenza ovvia è il secondo break e il 5-1 in favore di Djokovic. Nessun problema per lo slavo neanche nell’ultimo turno di battuta, chiudendo la contesa in appena un’ora e sette minuti di partita, lasciando appena cinque giochi a Rublev come nel match dello scorso anno.

Giulio Vitali

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