Kei Nishikori: "Sono stato molto vicino al ritiro, la probabilità che giochi l'Australian Open è del 50%"

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Kei Nishikori: “Sono stato molto vicino al ritiro, la probabilità che giochi l’Australian Open è del 50%”

In occasione di un evento tenutosi a Tokyo, organizzato da Uniqlo, Kei Nishikori e Roger Federer si sono allenati con alcuni ragazzi giapponesi. Non sono mancate parole di lode sull’umanità dello svizzero: “Ti accoglie sempre con un sorriso stampato sul volto”

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Kei Nishikori - Roland Garros 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Lo avevamo lasciato appena un mese fa con l’ennesimo calvario abbattutosi sul suo fisico, pesantemente martoriato nelle ultime stagioni della propria carriera. Infatti, Kei Nishikori sembrava aver scovato finalmente la luce in fondo al tunnel di questo suo sfortunatissimo 2022 grazie all’omaggio degli organizzatori dei Challenger canadesi di Calgary e Drummondville, che avevano riservato un invito al tennista giapponese. Per l’ex n. 4 ATP sarebbe stato l’esordio assoluto in questa stagione, dopo che l’operazione chirurgica all’anca lo aveva costretto ai box per oltre sei mesi – l’ultima partita disputata rimane quella del secondo turno dell’edizione ottombrina d’Indian Wells 2021, fu sconfitto in rimonta da Dan Evans -. Un problema, quello all’anca sinistra, che però si è rivelato più grave del previsto e che in seguito a complicazioni sopraggiunte successivamente all’intervento; gli ha impedito di rispettare il programma di recupero stilato in un primo momento e che prevedeva – per l’appunto – il suo rientro sul cemento nordamericano. Ma purtroppo, come detto, le disavventure fisiche avevano ancora un conto in sospeso con il finalista dello US Open 2014: che si è dovuto arrendere, questa volta, ad un infortunio alla caviglia patito in allenamento. Dunque l’appuntamento con il rientro alle competizioni per il 32enne nipponico, è posticipato al 2023: dove dovrà ripartire praticamente da zero visto che a causa della sua mancata apparizione in questa stagione, non ha più ranking ATP.

Nonostante l’impossibilità di rivedere in azione, sul campo da tennis in un match ufficiale, il giocatore del Sol Levante; le occasioni quantomeno di ascoltarlo o di poter riammirare le sue gesta in eventi collaterali al Tour professionistico, fortunatamente non mancano. E l’opportunità in questione è di quelle da prima pagina dei Tabloid, visto che al suo fianco come compagno d’avventura Nishikori si è ritrovato Roger Federer. Il campione svizzero, dopo aver appeso la racchetta al chiodo nella cornice della O2 Arena di Londra mettendo così fine alla sua illustre carriera, nella giornata odierna – sabato 19 novembre – ha preso parte al suo primo evento ufficiale in pubblico dopo il ritiro. Una partecipazione, quella di Re Roger, voluta dal noto marchio di abbigliamento giapponese Uniqlo – storico sponsor del 20 volte campione Slam – per affiancare quello che è di fatti un monumento della storia del tennis asiatico. Il teatro che ha ospitato questi due grandi campioni è stato l’Ariake Coliseum di Tokyo: numerose le attività svolte, in particolare delle sessioni di allenamento a cui hanno potuto assistere e partecipare diversi bambini di varie scuole – che hanno aderito alla manifestazione – selezionati dalla prima alla quarta elementare, sotto la supervisione della sezione organizzativa del Tennis Junior delle Japan Tennis Association. L’evento è stato ribattezzato come LifeWear Day Tokyo 2022, e aveva come finalità quella di voler ispirare i giovani per il futuro sull’importanza di possedere delle qualità di leadership.

L’AMMIRAZIONE PER FEDERER

Ovviamente la situazione era troppo ghiotta per non poter strappare alcune dichiarazioni ai protagonisti, e Kei non si è tirato indietro. Prima di tutto, inevitabili parole al miele per il collega svizzero sulla sua unanimemente riconosciuta umanità con un ricordo speciale che custodisce nel cuore: “Roger è identico, sia dentro che fuori dal campo. Quando lo incontro, e posso scambiare con lui alcune parole, mi diverto sempre moltissimo. Non ricordo nessun episodio in particolare, ma quando te lo ritrovi davanti ti accoglierà sempre con un sorriso sul volto. Se dovessi conservare un solo ricordo di lui, sarebbe quello di quando mi sono allenato assieme a lui per la prima volta . Avevo 16 o 17 anni, ed è stata sicuramente un’esperienza indimenticabile per me. Sono molto grato per averla vissuta“.

LO STILE INCONFONDIBILE DI ROGER

Dopo il lato caratteriale di Roger, alla medaglia di bronzo olimpica di Rio 2016 viene chiesto che cosa ne pensa dello stile di gioco di Federer che ha stregato intere generazioni. La risposta è lapidaria, facendo capire pienamente l’unicità e l’irripetibilità del campione svizzero, contro cui nel suo prime non ci si poteva permettere la minima distrazione : “È stato un tennista molto elettrico. Non ho mai visto nessun giocatore come lui, in grado di essere così estremamente veloce in ogni singolo punto. Non potevi permetterti di abbassare la guardia in nessun momento contro di lui“.

DEPRESSIONE E COMPLICAZIONI MENTALI PER VIA DEI NUMEROSI INFORTUNI

Poi tocca a lui, e ai suoi tormentati ultimi anni di carriera; durante i quali non nega di aver attraversato momenti di depressione e di essere stato più volte vicino a dire basta perché ormai le sofferenze fisiche erano divenute insopportabili: “Ho dovuto convivere con la depressione in questi ultimi mesi, ho anche pensato più volte di ritirarmi. Da luglio fino a settembre ho fatto riabilitazione a casa. Sono stati tre mesi in cui non ho potuto giocare a tennis, non potevo nemmeno prendere in mano una racchetta. Mentalmente è stato estremamente complicato. Vedendo però adesso Roger, mi sono finalmente convinto di poter continuare a giocare a tennis ancora per molte stagioni. Tuttavia, sono stato veramente vicino a dire basta“.

IL RIENTRO

Ultimo quesito, ovviamente, su quando sia previsto il suo rientro nel circuito per il prossimo anno. L’obbiettivo e la volontà appaiono chiari, ma la realtà richiede pazienza e probabilmente un rientro soft nel Tour minore: “Non so ancora esattamente quando tornerò sul circuito. Il mio obiettivo sarebbe quello di poter giocare l’Australian Open, ma io e il mio team dobbiamo essere molto onesti con noi stessi. Non mi sono allenato ai massimi livelli per due settimane a causa di un fastidio alla caviglia. In questo momento la probabilità di giocare il primo Slam della stagione è del 50%. Mi piacerebbe poter giocare alcuni tornei preparatori al torneo, ma non so se sarò a posto fisicamente per farlo. Nel caso in cui non ce la facessi, inizierei a giocare alcuni tornei Challenger a gennaio o a febbraio“. L’augurio è in ogni caso di poterlo, ancora una volta, riabbracciare sul campo e che possa quantomeno tornare a disputare una stagione senza alcun tipo di freno fisico. In fondo un campione di questo calibro se lo merita, è un classe ’89 e nel tennis moderno avrebbe ancora tanti anni davanti. Ma anche se dovesse essere impossibilitato a proseguire per molte stagioni, ci auguriamo almeno che possa lasciare impugnando una racchetta.

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