Australian Open: Djokovic si riprende la Rod Laver Arena. Carballes Baena battuto in tre set [VIDEO]
Novak, ancora una volta, che atmosfera speciale là fuori stanotte! Quanto hai apprezzato il supporto del pubblico?
NOVAK DJOKOVIC: Moltissimo. Mi sono sentito il benvenuto, specialmente da parte della comunità serba, alquanto numerosa in Australia. Sono stati incredibili con me, per sostegno e amore. Davvero, non potevo chiedere di meglio come inizio in termini di tifo, di come mi sono sentito sul campo e di come ho giocato.
Tu punti a numeri veramente grandi, il decimo Australian Open e il ventiduesimo Grande Slam; e ovviamente la prima posizione mondiale. Che ruolo giocano queste cifre nella tua mente ora che ti approcci a questo torneo?
NOVAK DJOKOVIC: In fin dei conti sono solo numeri. Quello che davvero conta per me è arrivare il più vicino possibile all’equilibrio tra possibilità e risultati come fattore motivazionale, come motivazione verso un obiettivo specifico che ti guidi come una stella polare, e un compito giornaliero da assolvere nella maniera più propria per vivere il presente; questo è quello che ci vuole per essere al meglio – almeno nel mio caso.
Ho già giocato diverse volte per grandi tornei, e ho avuto la fortuna di avere decisamente più successi che sconfitte in quelle situazioni. So come devo comportarmi, so come gestire il tutto; vediamo dove posso arrivare.
Perché è passato così tanto tempo dall’ultima volta che i tuoi genitori e tuo fratello sono stati qui? E perché ora, dopo 15 anni?
NOVAK DJOKOVIC: L’Australia non è dietro l’angolo per un serbo; è questa probabilmente la ragione più importante. Sono venuti a Parigi, a Wimbledon e allo US Open. È stato abbastanza faticoso venire qui, in particolare per i miei genitori.
Sono davvero felice di averli con me. Come ho detto sul campo l’ultima volta che sono stati in Australia, l’unica volta, è stato nel 2008. Abbiamo grandi ricordi e considerazioni sul periodo che abbiamo passato insieme qui quindici anni fa.
Spero che possano restare fino in fondo, che io possa arrivare fino in fondo e che possiamo vivere insieme un’altra festa.
Come va la gamba? Che opinione hai sulle palline del torneo?
NOVAK DJOKOVIC: La gamba va bene; non è ancora al meglio, ma ci sta arrivando. Il match di oggi è stato un buonissimo test; non mi sono allenato troppo negli ultimi giorni, a essere onesto. Speravo le cose andassero bene dalla prima all’ultima pallina, ed è andata proprio così; sono davvero contento del fatto che mi sono sentito sempre meglio durante l’incontro. Il terzo set è stato spettacolare, davvero un buon segno.
Sulla seconda parte della domanda, le palline sono cambiate quest’anno. È diverso dall’anno scorso. Certo, più scambi più loro diventano morbide e gonfie, e più il gioco rallenta.
Ho visto che Popyrin sta giocando da oltre quattro ore; Ruud ha superato le tre ore e mezza. Ho l’impressione che vedremo match di lunga durata quest’anno, in numero maggiore che non l’anno scorso. Una delle ragioni più significative saranno forse proprio le palline, in particolare sui campi principali.
Non credo che la velocità della superficie sia cambiata molto; i campi laterali sono davvero veloci. Un po’ meno gli altri. Ma le palline sono lente, e questo influenza il gioco.
I primi due set questa sera sono stati piuttosto tirati; il terzo è volato. Quale è stata la differenza? Cosa hai fatto tu di diverso?
NOVAK DJOKOVIC: Come detto volevo provare la mia gamba. All’inizio ero un po’ rigido direi, anche mentalmente, per proteggere la parte che mi ha allarmato negli ultimi dieci giorni. Così mi ci è voluto del tempo per entrare veramente nella partita e per muovermi più liberamente. Mi ripeto, è stato molto bello accorgermi che le cose andavano sempre meglio. Mi sono anche adattato allo stile di gioco del mio avversario, che non incontravo da un po’ (primo turno allo US open 2019, vinta per 6-4 6-1 6-4 n.d.t.).
È stato bravo, ha servito bene e giocato bene, soprattutto nel secondo set. Direi però che verso la fine della seconda frazione ho cambiato marcia. Nei primi tre game del terzo set ho perso solo un punto o poco più; sono contento di essere riuscito a chiudere in questo modo.
Hai cambiato qualcosa nella tua squadra; volevo sapere perché hai interrotto la tua collaborazione con Uli.
NOVAK DJOKOVIC: Con Uli? Sfortunatamente non abbiamo potuto continuare; abbiamo preso questa decisione di comune accordo. Gli auguro il meglio.
Mi aspetto di incontrarlo nel circuito, a essere onesti. E poi, chi lo sa? Magari torneremo insieme in futuro. Vedremo, ma per adesso le cose stanno così. Per me Uli è un amico e una persona che mi ha aiutato a raggiungere grandi risultati. Abbiamo fatto cose notevoli insieme, e questo è quanto da dire in merito.
Traduzione di Danilo Gori