Djokovic, la rinascita (Crivelli). Shelton: "Ero scarso, ora voglio uno Slam" (Crivelli). Shelton, il sogno americano (Giammò). Shelton il nuovo Sampras (Martucci). Melbourne, Djokovic unica stella

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Djokovic, la rinascita (Crivelli). Shelton: “Ero scarso, ora voglio uno Slam” (Crivelli). Shelton, il sogno americano (Giammò). Shelton il nuovo Sampras (Martucci). Melbourne, Djokovic unica stella

La rassegna stampa di martedì 24 gennaio 2023

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Djokovic, la rinascita: “Adesso posso arrivare in fondo” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

L’odore del sangue degli avversari è sempre il balsamo migliore per allontanare il dolore. Si avvicinano i giorni che schiudono gli orizzonti della gloria imperitura e quel diavolo di Djokovic ritrova la salute e la ferocia agonistica dopo una settimana punteggiata di dubbi. L’ottavo di finale contro De Minaur ha la parvenza di una partita per dieci minuti, poi dal 2-2 si trasforma in un massacro: il Djoker inanella infatti 16 dei 19 game successivi, correndo meglio e con più lucidità di un avversario che ha nel moto perpetuo delle gambe uno dei punti di forza, inchiodandolo negli angoli dopo aver preso il controllo dello scambio con il servizio […] o la risposta. Una lezione di tennis che vale il 54° quarto di finale in uno Slam […] e allontana perentoriamente le ombre intorno al tendine infiammato del ginocchio sinistro. […] Il decimo trionfo australiano, che pareva un miraggio da avvicinare con lacrime, sudore e sofferenza, adesso diventa un orizzonte piano: «È il miglior match che ho giocato dall’inizio dell’anno […] e sono contento perché ovviamente, andando avanti, le partite diventeranno sempre più difficili. La gamba è ok, sono riuscito a muovermi molto bene. Un’ottima notizia dopo i vari trattamenti a cui mi sono sottoposto: ho preso pure delle pillole, sapete che in genere sono contrario ma non c’era altra soluzione. Ma non posso abbassare la concentrazione: alcuni giorni ci si sente bene, altri meno. Ed è per questo che non mi sento del tutto di festeggiare, perché ancora non so come risponderà il corpo alle prossime sollecitazioni». Però l’assenza di dolore ha il potere di sciogliere le ambizioni: «Una settimana fa non pensavo davvero al titolo, ma solo a essere in una condizione sufficiente per giocare partita dopo partita. Ora ho validi motivi per credere di poter andare fino in fondo, a partire dall’esperienza. Alcuni ragazzi non sono mai approdati alle fasi finali di uno Slam, però c’è Tsitsipas che per come sta giocando sembra davvero sempre più vicino a vincerne uno […]. Terrò d’occhio tutti gli incontri per vedere i miei avversari». […] A naso, visto il fresco precedente di Bercy e Io smisurato ego tennistico del danese, non deve essergli dispiaciuto che Rune abbia segnato il passo contro il redivivo Rublev in una partita folle: il numero 6 del mondo ha servito per la vittoria sul 5-4 del quarto set, si è fatto rimontare e nel quinto ha annullato due match point al rivale sul 6-5 e poi ha recuperato da 5-0 sotto nel super tie break. Montagne russe. Ma sulla giostra del Djoker, al prossimo turno, rischia di finire gambe all’aria.

Shelton – Ben e il sogno di un tiro mancino: “Ero scarso, ora voglio uno Slam” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Trent’anni dopo, il viaggio del destino sceglie ancora l’estate di Melbourne per scaldare cuori ed emozioni. E lancia un ragazzo di vent’anni, che fino a un mese fa non aveva mai giocato una partita fuori dagli Stati Uniti, nell’ empireo dei magnifici otto di uno Slam, rinfocolando le speranze di una nazione che non vince un Major da 75 tornei […]. Nel 1993, Bryan Shelton era un buon mestierante del tennis, e proprio agli Australian Open conobbe Lysa Witsken, sorella e allenatrice di Todd, un altro professionista americano di discreta carriera […]. Scoccò la scintilla, si sposarono e nel 2002 nacque Ben. Con quel Dna, non era difficile immaginare un futuro con la racchetta in mano, ma in realtà fino a 11 anni il ragazzo si è dedicato quasi esclusivamente al football: «Giocavo quarterback, mi piaceva, ma poi mi sono stufato di prendere botte da gente più grossa di me. Così ho scelto il tennis, anche per fare un piacere a papà». […] Nel frattempo ha plasmato un fisico da modello alla faccia di quelli che lo menavano quando teneva in mano una palla ovale […], si è fidanzato con Anna Hall, bronzo mondiale nell’eptathlon, e raggiungendo i quarti alla prima partecipazione australiana, grazie alla vittoria nel derby contro JJ Wolf, ha già raggiunto il primo obiettivo: fare meglio del genitore in classifica. Bryan fu al massimo n.55, lui è già n.43 virtuale. E dire che a giugno veleggiava pressoché sconosciuto oltre la 500esima posizione […] senza aver mai giocato un match Atp e con l’unica perla del titolo universitario in singolare conquistato in quei giorni con i Florida Gators. Bella forza, dirà qualcuno: il coach della squadra è proprio papà. Ma per due anni Ben era stato l’ultima riserva: «Mio padre con me è sempre stato severissimo, nessun favoritismo. Del resto non sono mai stato una grande promessa, non avevo lo stesso livello di altri giocatori che mi battevano ogni settimana, non vincevo mai nessuno dei tornei nazionali. Perciò mio padre pensava che avrei dovuto prima migliorare qui, e non all’estero». […] Lo scorso luglio il torneo di Atlanta, la città dove è nato, gli concede una wild card e così vince la prima partita Atp in carriera. Lo stesso fanno a Cincinnati, e lui batte Sonego e Ruud prima di cedere a Norrie: «Mi ci è voluto un po’ di tempo per prendere davvero la mia strada, ho cominciato a fidarmi di più la scorsa estate. Passare dal torneo universitario e dai challenger mi ha aiutato a rimanere umile e a divertirmi in campo, per questo in Australia sto giocando senza pressioni». Dal college ha mutuato anche il gesto scaramantico che fa dopo ogni vittoria, quello di portarsi le mani alle orecchie quasi a dire “non vi sento“: «Non voglio offendere nessuno, semplicemente quando giochi per un’università il tifo contro è pazzesco e devi usare l’ironia». Dopo i primi risultati Atp, ha lasciato la Ncaa che non gli avrebbe permesso di tenere i premi vinti, ma continua a studiare Economia: «Sto frequentando le lezioni a un ritmo minore, ma voglio davvero ottenere la laurea, è molto importante per me». Mancino, con un servizio dirompente e un dritto caricato in top spin, ricorda Nadal ma ha come idolo Federer, che lo ha già messo sotto contratto nella sua agenzia di management. Stanotte, nei quarti, affronterà un altro derby con Tommy Paul, che gioca con il cappellino perché è cresciuto nel mito di Roddick, l’ultimo eroe a stelle e strisce. O forse il penultimo. Vero Ben?

Shelton, il sogno americano (Ronald Giammò, Il Corriere dello Sport)

Proprio quando sembrava sul punto di destarsi, gli occhi stropicciarsi da vent’anni di digiuno di titoli e stelle che potessero ambirvi, l’America ha ripreso a sognare e a inseguire quella felicità che sancita dalla sua Costituzione da tempo non trovava riscontro negli almanacchi del suo tennis. […] solo in America, per dirla come Don King promoter leggendario della boxe che con i sogni ci sapeva fare, inventandoli, se era il caso, e poi vendendoli. Poiché erano in tanti a far lo stesso sogno, il tennis ha optato invece per un’altra strada. Setacciando, selezionando e convogliando in un’unica sede quanto di meglio il Paese potesse offrire nella speranza che agonismo e competitività potessero aggiornare una tradizione che da tempo giaceva impolverata. L’ultimo ad aggiungersi a un plotone a stelle e strisce, guidato da Taylor Fritz […], capace di piazzare ben dieci giocatori tra i primi cinquanta del mondo, è stato Ben Shelton, qualificatosi ai quarti degli Australian Open dopo aver superato in cinque set il connazionale JJ. Wolf […]. Afro-americano, figlio di quel Bryan Shelton che a cavallo degli anni Ottanta e Novanta collezionò due titoli Atp raggiungendo il n.52 del ranking. Il ventenne, già virtualmente n.43 del mondo, quale che sia l’esito del suo match contro Tommy Paul […], chiuderà il suo Slam con un ranking migliore del suo genitore. Divenuto professionista da appena sei mesi, un anno fa per trovare il suo nome nel ranking bisognava scendere fino alla posizione n.569. Ma Challenger e tornei minori, il suo tennis non era mai uscito dai confini nazionali. Gli ultimi sei mesi sono invece stati un crescendo di exploit e prime volte, innescato con la vittoria nei campionati NCAA […], alimentato dalla prima vittoria sul circuito […], e sublimatosi fino al primo quarto di finale in uno Slam. Impresa riuscita solo ad Arthur Ashe nel 1966. «Che settimana, che esperienza, giocare il mio primo Slam fuori dagli Stati Uniti mentre questa settimana inizia la scuola. Mi sto proprio divertendo» ha dichiarato Shelton in conferenza stampa ieri dopo la vittoria contro Wolf, sincero nell’ammettere la sua stanchezza e il suo stupore per tutto ciò che gli sta accadendo. Si dice convinto che College e carriera possano coesistere, la laurea è uno dei suoi obiettivi. Di suo padre dice: «E’ il mio mentore e il mio primo tifoso, è stato un professionista e averlo accanto non ha prezzo». Arrivato senza alcuna aspettativa in Australia, dover affrontare un altro connazionale e scenario che contribuirà a togliergli dalle spalle l’inevitabile tensione che ne accompagna i primi passi. Del prossimo avversario, Tommy Paul, dice: «Con lui mi sono allenato una volta. Penso allo US Open. E’ uno dei ragazzi americani che mi hanno preso sotto la sua ala protettrice. E’ un buon amico e sono entusiasta di poter giocare contro di lui in una situazione così. Fin qui è stato davvero tutto un sogno».

Sorpresa Shelton. Il nuovo Sampras a 20 anni sbarca nei quarti di finale (Vincenzo Martucci, Il Messagero)

Il destino lo costruisci con le tue mani? Ditelo a Bryan e Lisa, che si sono incontrati mentre giocavano gli Australian Open 1993 e oggi, a 20 anni, il figlio Ben arriva nei quarti di quel torneo a colpi di record. Supera già la miglior classifica di papà […], è il più giovane Usa fra gli ultimi 8 Slam da Andy Roddick a Wimbledon 2003, è il portabandiera dello squadrone USA che riporta così lontano 3 elementi in un Major […] dopo 23 anni, in un solo torneo ha vinto lo stesso numero di partite ATP di tutta la carriera, è il primo che, un anno dopo il successo NCAA, tocca i quarti “down under” da Arthur Ashe nel’66. [..] Ben Shelton da Atlanta non è un fenomeno di tecnica e stile, punta sull’essenziale uno-due, servizio-dritto, e spinge, spinge, da attaccante moderno, a tutto campo. D’aspetto è il classico ragazzo americano che, con pantaloni e T-shirt comodi, arrotonda la paghetta gettando dallo skate-board i giornali davanti casa e taglia l’erba al giardino dei vicini. A giugno 2021 ha preso il primo punto ATP, ad agosto ha firmato il primo titolo ITF, a gennaio dell’anno scorso era appena 573 dei pro, a luglio ha conquistato il primo dei 3 Challenger in 6 finali, a novembre è entrato nei top 100 e, arrivando, in Australia, da 89 della classifica, ha twittato: «Non sono mai stato fuori dagli Stati Uniti, neanche in vacanza». A Melbourne, ha vinto la prima partita Slam salvando un match point al 1° turno contro Zhizhen e, dopo aver superato Jarry, Popyrin e l’amico JJ Wolf […] è ai quarti contro l’altro americano Tommy Paul […], da virtuale 43 del mondo. «È surreale». […] Ben, tutto ricci, mancino, alto 1.93, rovescio a 2 mani, dinoccolato come Roddick, serve con la potenza di Sampras. A 12 anni ha lasciato il football […] perché troppo duro fisicamente e ha sposato il tennis: «Avevo giurato che non l’avrei mai fatto, era una cosa di papà, ma mi sono innamorato di questo sport». Campione di college di doppio e di singolare coi Florida Gators allenati da Shelton senior […], è sbarcato nel tennis pro annunciato dagli avversari. Parola di Isner che l’ha superato al debutto ATP ad Atlanta dopo 2 ore e mezza: «Spero di non doverlo affrontare più, non saprei più come batterlo». E a Cincinnati, sempre sul prediletto cemento, da 229 del mondo, ha vinto il primo match Masters 1000 battendo Lorenzo Sonego e l’allora 5 del ranking, Casper Ruud. Quindi, nel primo Slam, agli US Open, ha perso da Nino Burgos, ma dopo 4 ore. «Ci ho messo un po’ per prendere la mia strada, dopo i miglioramenti graduali nel gioco, ho cominciato a crederci solo in estate». […] Il mito del passaporto? «Non ero una promessa: perdevo tutte le settimane contro i coetanei, così papà ha pensato che potevo migliorare a casa, anche perché alla scuola pubblica non potevo saltare una settimana per i tornei ITF». E gli studi che vuole continuare in parallelo col tennis? «Fin qui non ho avuto troppi problemi, voglio davvero la laurea». E quel sorriso sempre stampato in faccia? «Arrivare in Australia senza aspettative mi ha aiutato a sentirmi libero e giocarmela». Papà l’ha affidato a coach Dean Goldfine: «Aveva da fare a casa. Ma so che ha visto la partita. Mi sento un po’ in colpa per avergli incasinato gli orari». Temprato dal pubblico dei college, Ben Shelton ha un’arma in più: «Il tifo a favore mi mette pressione, preferisco quello contro: l’atmosfera ostile mi motiva». Il tennis ha un giovane leone in più.

Melbourne, il ritorno dell’impero americano. Djokovic unica stella (Stefano Semeraro, La Stampa)

Novak Djokovic, bene o male, dopo il pasticcio diplomatico-sportivo dell’anno scorso lo conoscono tutti. Sportivi e no. Stefanos Tsitsipas e Andrey Rublev sono nomi noti a chi il tennis lo segue un po’. Karen Khachanov, Sebastian Korda, Ben Shelton, Tommy Paul e Jiri Lehecka, invece, dicono qualcosa giusto agli appassionati duri e puri: fino a ieri figli di un tennis minore […] oggi navigano fra i last 8 che da stamattina si giocheranno i quarti di finale degli Australian Open. Il primo Slam dell’anno, che un calendario stracolmo ha trasformato in una coda della stagione precedente; tanto che in molti, come il numero due del mondo Casper Ruud […] hanno spostato la preparazione invernale da dicembre a febbraio. Djokovic è l’unico ancora in gara ad aver vinto almeno uno slam […], Tsitsipas l’altro a vantare almeno una finale. Solo quattro su otto sono compresi fra i primi 20 […]. E fra le ragazze non va molto diversamente: uscite la numero 1 Swiatek, la 2 Jabeur e la Maestra Caroline Garcia, le favorite ora sono Jessica Pegula […] e Arina Sabalenka […]: ottime giocatrici, per carità, ma non certo Steffi Graf o Serena Williams. Infortuni e ritardi di preparazione certo hanno avuto un ruolo nella moria dei favoriti, e l’Australia ha vissuto momenti più bui a cavallo fra Anni ’70 e ’80, quando era uno Slam solo di nome. Di partite divertenti poi se ne vedono comunque […], ma rispetto allo splendore dell’epoca che abbiamo attraversato ci si muove in penombra. Nella quale […] i bagliori arrivano dall’ex Impero statunitense, per dieci anni buoni decaduto a reame periferico nel tennis maschile […] e che stavolta nella seconda settimana di giocatori ne piazza tre: Korda, Shelton e Paul, più la Pegula nel femminile. A spingere fuori dal radar l’ex superpotenza erano stati i costi, la concorrenza degli sport made in Usa, la mancanza di un fuoriclasse, secondo alcuni anche l’invasione straniera nel campionato universitario. L’immigrazione di qualità ha però trasformato la Ncca in una incubatrice interessante, il resto lo fanno dna e patrimoni: Jessica Pegula, come pure Taylor Fritz, ha un genitore miliardario, Shelton e Korda sono figli d’arte. Il primo erede di papà Bryan, n.55 nel ’92, e nipote di Todd Witsken […], “Seb” Korda nato in Florida da due campioni cechi, l’ex n. 2 Atp Petr, campione a Melbourne nel 98, e l’ex n.26 Wta Regina Rajchrtova. I loro magari non sono […] quarti di nobiltà. Ma sicuramente di buona famiglia.

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