Australian Open, tifosi filorussi creano imbarazzo. E c'è un video con il padre di Djokovic

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Australian Open, tifosi filorussi creano imbarazzo. E c’è un video con il padre di Djokovic

Fuori dalla Rod Laver Arena, polemiche per Djokovic: il padre Srdjan ripreso dalle telecamere con i tifosi pro-Putin. Quattro persone sono state fermate e interrogaate

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UPDATE: Gli organizzatori dell’Australian Open hanno“informato e ricordato” a tutti i giocatori e i team, la politica del torneo su bandiere ed emblemi dopo che il padre di Novak Djokovic, Srdjan, è stato filmato mentre posava per delle foto con un gruppo di sostenitori di Vladimir Putin mercoledì sera.

Fuori dalla Rod Laver Arena a Melbourne, la polizia ha dovuto fermare una manifestazione pro-Putin messa in scena da diversi tifosi filorussi. Il gruppo di tifosi è stato ripreso mentre sventolava bandiere russe con simboli inappropriati, tra cui il volto di Putin in un servizio del cronista inglese James Gray. E in precedenza, accanto a questi tifosi era comparso anche il padre del semifinalista e 9 volte vincitore degli Australian Open, Novak Djokovic. Srdjan Djokovic è stato infatti ripreso da un video accanto a tifosi filo-russi. Le polemiche si sono subito accese e l’ambasciatore ucraino a Canberra ha definito la scena “vergognosa”. Il giornalista americano Ben Rothenberg ha dato la colpa su Twitter ai livelli di sicurezza definiti imbarazzanti: “Gli scarsi livelli di sicurezza che hanno permesso succedesse una cosa simile sono sbalorditivi”.  La spiacevole vicenda non è stata la prima in questa edizione degli Australian Open. Durante il match tra l’ucraina Kateryna Baindl e la russa Kamilla Rakhimova era stata esposta una bandiera con la “Z”, simbolo di reverenza ultranazionalista al presidente russo. Da qui il giro di vite di Tennis Australia, che aveva bandito simboli legati a Putin dal torneo. Ma evidentemente qualcosa non ha funzionato.

Ricordiamo invece come lo scorso anno degli spettatori che indossavano la maglietta “Where is Peng Shuai” (Doc’è Peng Shuai?) furono fatti uscire dall’impianto e le magliette furono vietate da Tennis Australia. All’epoca la situaizone della tennista cinese – che aveva accusato di abusi sessuali Zhang Gaoli, ex vicepremier cinese e membro di alto rango del Partito Comunista Cinese – era ancora in una fase critica e c’era molta incertezza sia sulla posizione che sulla sicurezza della tennista.

Durante il match tra Djokovic e Rublev diversi tifosi erano stati ripresi con magliette rappresentanti simboli pro-Putin tra cui la “Z”. I livelli di sicurezza del torneo evidentemente non sono stati all’altezza delle aspettative. Anche sui social, davanti alla Rod Laver Arena, sono apparsi diversi video di tifosi serbi mentre intonavano cori a favore del leader russo. Il tennista ucraino Alex Dolgopolov, ha immediatamente twittato: “lo spettatore ripreso verrà bandito a vita, vero?”. La polizia di Victoria è riuscita ad arrivare ai tifosi ripresi negli spalti mercoledì durante il match tra Rublev e Djokovic, affermando che quattro persone sono tuttora sotto interrogatorio e affermando: “Continueremo a lavorare perché i giocatori e i loro fan possano godere della miglior atmosfera durante il torneo”. In un comunicato, Tennis Australia ha affermato: “Un piccolo gruppo di persone ha esposto simboli inappropriati dopo un match di mercoledì sera. Le persone sono state espulse. Ai giocatori e i loro team è stata ricordata la policy del torneo relativa a questi simboli ed è stato richiesto loro di non esporsi a situazioni che potrebbero disturbare. Continuiamo a lavorare al fianco della security e delle forze dell’ordine”.

Vedremo se intanto ci saranno prese di posizione di Djokovic. Riguardo al tema dell’invasione russa in Ucraina, il campione serbo aveva in passato manifestato solidarietà verso i colleghi ucraini Stakhovsky e Dolgopolov. Dall’altro lato, Djokovic si disse fortemente contrario alla decisione di Wimbledon di impedire l’accesso al torneo a russi e bielorussi nel 2022.

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