Flash
WTA Lione: Osorio, Noskova e Parks ai quarti
Linda Noskova impressiona per facilità contro Sherif, venerdì troverà una vivacissima Camila Osorio. Alycia Parks rimonta Martic, Van Uytvanck prenota Garcia

Cinque incontri in programma all’Open 6e Sens Métropole de Lyon, due di primo turno, con la vittoria di Jasmine Paolini (di nuovo in campo giovedì, secondo match dalle 18.30), e tre validi per gli ottavi di finale, con un un accoppiamento ai quarti già decretato.
Caroline Garcia, idolo di casa, ha conosciuto oggi il nome della sua avversaria nel secondo turno del torneo WTA di Lione. Si tratta di Alison Van Uytvanck che ha archiviato la pratica Tamara Korpatsch per 6-2 6-4, in 1 ora e 31’. Gara ricca di break, ben undici in diciotto game complessivi. Percentuali al servizio pessime per la tedesca che chiude con il 44% di prime servite e ben undici doppi falli. Molto più solida la belga che sfrutta due break di vantaggio per chiudere il primo parziale.
Nel secondo parziale, gli scambi sono combattuti e sono ben cinque i break consecutivi. La n. 76 del ranking scappa via sul 4-2, prima di perdere il servizio nell’ottavo gioco. Van Uytvanck rimette a posto le cose nel game successivo e tiene a “0” il servizio che vale il passaggio del turno.
Saluta il torneo la testa di serie n. 4, ovvero Petra Martic sconfitta da Alycia Parks in 2ore e 26’ con il punteggio di 2-6 7-6(3) 6-2.
La statunitense vince in rimonta, malgrado una partenza sottotono. A far la differenza gli undici ace dell’americana, ben sette dei quali messi a segno nel secondo parziale. Nel set decisivo, l’americana ha portato a casa il 94% dei punti serviti con la prima di servizio, mentre la croata, malgrado abbia messo in campo il 74% di prime palle, si è aggiudicata il 55% dei punti.
Martic comincia la gara con un doppio break di vantaggio e un 6-2 arrivato in 39’ con l’americana molto fallosa al servizio. Il secondo set è molto più equilibrato, nel quale non si registrano break. L’unico pericolo lo corre Parks nel secondo gioco, quando è costretta ad annullare una palla break. Il match scivola via agevolmente con pochi scambi all’interno dei giochi. Nel tie-break, la croata subisce un parziale di 5-0 che rimanda il verdetto al terzo set.
Martic spreca tre palle break nel secondo gioco, le ultime opportunità per portare a casa la posta in palio. La gara della croata di fatto finisce qui. Sono cinque i giochi consecutivi di Parks che sfrutta il calo fisico di Martic e passa il turno.
L’americana affronterà la vincente della sfida tra Kovinic e Bondar.
Match godibile quello che ha visto Camila Osorio imporsi 7-6(5) 7-5 su Jule Niemeier. Due set tirati, due ore e due minuti e due anche le volte in cui la tedesca ha servito per chiudere un parziale. Classe 1999 di Dortmund, Niemeier è giocatrice potente, dotata anche di ottima mano, ma non di non eccezionale mobilità, caratteristica che certo non difetta alla ventunenne colombiana, abilissima nel contenere anche affidandosi allo slice e senz’altro più regolare dell’avversaria. Le premesse per un bel match c’erano dunque tutte e sono state mantenute, con forse l’unica pecca di qualche “strappo” avvenuto con grossa complicità di chi era in battuta, ma le belle giocate sono state comunque ricorrenti nella sfida.
È così che Niemeier commette due doppi falli e affossa un dritto quando va a servire per il primo set – peraltro restituendo il favore delle due seconde fallite da MCOS nel break subito al quinto gioco –, per poi cedere al tie-break al terzo set point consecutivo. Jule fa valere la sua pesantezza nel quarto game del secondo, aperto da un doppio fallo, e vola sul 4-1. Brava Osorio a prendere l’iniziativa e riprendersi il break, anche approfittando di una seconda fuori bersaglio e una smorzata dimenticabile. In ogni caso, Niemeier si issa sul 5-3, ma a quel punto subisce quattro giochi consecutivi di una Osorio scatenata che vola per il campo. Emblematico l’ultimo punto: il dritto tedesco fa tre buchi per terra ma torna sempre indietro e la scelta finale del contropiede invece del campo aperto è punita da un lob non scontato sul quale Jule va a vuoto.
L’avversaria di Osorio ai quarti sarà la diciottenne ceca Linda Noskova, vincitrice della n. 50 WTA Mayar Sherif per 6-3 6-2 in sessantotto minuti. Linda è entrata dalle qualificazioni, ma partiva con i favori del pronostico contro l’egiziana che peraltro la precede di appena sei posizioni in classifica. Grande pulizia nei colpi a rimbalzo, con lo sguardo che rimane sul punto di impatto (quindi la testa non “scappa”, con grosso giovamento dell’equilibrio), già un ottimo servizio, Linda ha annullato tutte le tre palle break concesse proprio grazie alla battuta, brekkando invece l’avversaria in ognuno dei quattro giochi in cui si è creata l’opportunità. Match chiuso con un game di risposta imperioso in attesa dell’interessante sfida di venerdì.
(ha collaborato M.S.)
IL TABELLONE DEL WTA 250 DI LIONE
Flash
WTA Miami: Kvitova, prima finale al Sunshine Double
Petra Kvitova vince in rimonta il primo set poi chiude di slancio il secondo sconfiggendo Sorana Cirstea. Per lei l’ostacolo Rybakina per tentare il ritorno in Top 10

(da Miami il nostro inviato)
[15] P. Kvitova b. S. Cirstea 7-5 6-4
Nella sua novantanovesima apparizione in un torneo WTA 1000 Petra Kvitova è riuscita a raggiungere la sua prima finale al Miami Open sconfiggendo in due set una delle giocatrici più calde di questo periodo di stagione, la rumena Sorana Cirstea.
Un irresistibile strappo tra la fine del primo set e l’inizio del secondo che le ha permesso di vincere sette giochi consecutivi ha deciso la partita in favore della ceca, che dopo aver iniziato il match sbagliando un po’ troppo alla ricerca di angoli molto accentuati, ha poi messo a fuoco il mirino ed è stata assolutamente irresistibile facendo letteralmente a brandelli la seconda dell’avversaria (2 punti su 13 per un 15% nel primo set, per poi chiudere con un globale 26% a fine match).
PRIMO SET – Inizio di partita molto equilibrato tra due giocatrici che si conoscono molto bene, essendosi incontrate già 10 volte in oltre un decennio a tutte le latitudini e su tutte le superfici. Kvitova provava a sfruttare le sue traiettorie mancine tagliando il campo con angoli molto acuti. La ceca arrivava per prima alla palla break, ma Cristea rispondeva alla situazione molto bene. Sul 3-2 era Cirstea che con tre splendide risposte vincenti (o quasi) si conquistava tre palle break, tutte però annullate da colpi lungolinea di Cirstea che mancavano il bersaglio. Sulla quarta però il suo rovescio incrociato finiva in corridoio concedendo il primo allungo alla rumena.
Kvitova continuava imperterrita a cercare gli angoli, ma la precisione le faceva difetto, e Cirstea, dopo che i suoi fan erano stati redarguiti dall’agente di Kvitova per aver fatto rumore tra la prima e la seconda di servizio, rimontava da 0-30 issandosi 5-2.
Nel game in quale Cirstea serviva per il set sul 5-3, Kvitova trovava tre splendidi colpi risalendo da 40-15 a palla break, ma mancava poi la risposta sul punto decisivo. Due punti più tardi le andava meglio, affondando il rovescio dell’avversaria con un lungolinea e recuperando il break di svantaggio per il 5-4.
Con un parziale di 13 punti a 1, Kvitova rivoltava il set come un calzino recuperando il break di svantaggio e mettendosi nella posizione di servire per il set sul 6-5. Anche per la ex campionessa di Wimbledon servire per il set non era una cosa banale: un doppio fallo e un gratuito da fondo la portavano 0-30, ma quattro punti consecutivi le consentivano di chiudere il parziale 7-5 dopo 58 minuti di gioco, 16 minuti più tardi rispetto ai set point avuti da Cirstea.
SECONDO SET – La furia di Kvitova non si arrestava anche nel secondo parziale: portava a sette i giochi consecutivi vinti sprintando subito sul 2-0. Petra sembrava incapace di sbagliare, tutti i suoi colpi finivano sulla riga, tanto da indispettire un po’ Cirstea che chiamava “il falco” per controllare il punto di rimbalzo della palla. Sullo 0-2 15-40, con due chance del secondo break, la rumena aveva un’impennata d’orgoglio e metteva a segno quattro vincenti per rimanere in scia dell’avversaria.
Da lì in poi però Kvitova diventava sempre meno trattabile sui suoi servizi, arrivava a servire per il match sul 5-4 quando sciupava il primo match point con un doppio fallo, ma sul secondo una micidiale curva mancina le consegnava la sua prima finale a Miami per tentare di conquistare il suo nono titolo WTA 1000.
Con questo risultato Kvitova è sicura di risalire almeno al n.11 del ranking WTA lunedì prossimo, e potrà rientrare nelle Top 10 in caso di vittoria del torneo. Nel match decisivo di sabato (ore 15 locali, le 21 in Italia), Kvitova affronterà Elena Rybakina, contro la quale ha disputato due incontri, peraltro piuttosto recentemente (a Ostrava a fine stagione nel 2022 e lo scorso gennaio ad Adelaide), portando a casa una vittoria nell’ultima occasione.
Flash
Inizia la “Wild Card Challenge”: in palio posti in tabellone al Roland Garros per i tennisti americani
Continua la collaborazione fra USTA e FFT: verranno scelti un tennista e una tennista statunitensi in base ai punti ottenuti nelle prossime cinque settimane

Inizia lunedì 3 aprile la “Wild Card Challenge”: quattro settimane di tennis ATP e cinque di tennis WTA sulla terra battuta europea durante le quali sarà costituita una sorta di Race to Paris riservata ai soli tennisti americani, da cui sono esclusi coloro ammessi in tabellone direttamente o con il ranking protetto o sono in top 50 all’inizio della sfida. Colui e colei che avranno ottenuti più punti in classifica verranno premiati con una wild card per il secondo grande slam della stagione; In caso di arrivo a pari punti, otterrà la wild card il giocatore col miglior ranking la settimana immediatamente successiva alla scadenza delle quattro/cinque settimane.
Continua così la stretta collaborazione fra la federazione americana, la USTA, e quella francese, la FFT, che si ripeterà a parti invertite in occasione dello US Open. Tempo fino al 24 aprile (o al primo maggio), dunque, per ottenere in un massimo di tre eventi ATP o WTA il maggior numero di punti possibili. L’iniziativa va avanti dal 2012, e ha visto guadagnare un pass per il torneo a nomi ben noti: Shelby Rogers (2013), Frances Tiafoe (2015), ma anche Tommy Paul (nel 2019).
2022: Michael Mmoh (1R); Katie Volynets (2R)
2019: Tommy Paul (1R); Lauren Davis (2R)
2018: Noah Rubin (1R); Taylor Townsend (2R)
2017: Tennys Sandgren (1R); Amanda Anisimova (1R)
2016: Bjorn Fratangelo (2R); Taylor Townsend (2R)
2015: Frances Tiafoe (1R); Louisa Chirico (1R)
2014: Robby Ginepri (1R); Taylor Townsend (3R)
2013: Alex Kuznetsov (1R); Shelby Rogers (2R)
2012: Brian Baker (2R); Melanie Oudin (2R)
Flash
Gael Monfils: “Spero di poter scendere in campo a Montecarlo”
Il francese ha dato aggiornamenti sulle sue condizioni dopo l’infortunio al polso

Gael Monfils sta lentamente facendo il suo ritorno sul circuito. A causa di un infortunio al piede, l’ormai trentaseienne francese era rimasto fermo per ben sette mesi, dagli ottavi di finale della Rogers Cup 2022 al recente Indian Wells.
Il rientro non è stato dei migliori: nel torneo che un anno fa l’aveva visto battere l’appena proclamato numero uno del mondo Daniil Medvedev, il francese ha racimolato soltanto quattro giochi contro l’australiano Jordan Thompson, giocatore esperto ma certamente alla portata di un Monfils anche solo in forma discreta. Gael si è allora spostato a Phoenix, quel prestigioso Challenger che ha visto la partecipazione, fra gli altri, di Matteo Berrettini. Come il romano, anche il francese ha trovato sulla sua strada il finalista Alexander Shevchenko, che in una settimana si è tolto una doppia prestigiosa soddisfazione nel battere entrambi.
Il momento più preoccupante del fallimentare sunshine double è stato tuttavia quello conclusivo: sceso in campo a Miami contro il connazionale Humbert (anche lui in una crisi, la sua quasi perenne) è stato costretto a ritirarsi dopo appena sei giochi, a causa di un nuovo infortunio, questa volta al polso. Molti allora, fra la stampa e gli addetti ai lavori, hanno cominciato ad interrogarsi sul prosieguo della carriera del francese.
Ma a spazzar via l’aria di ritiro che aleggiava da giorni ci ha pensato lo stesso Gael, con un articolo pubblicato sul suo blog personale. “Sì, è deludente” ha esordito il francese, “ma non è nemmeno una catastrofe”, e qui il riferimento al mondo giornalistico è esplicito: “Puoi dire che ho giocato male, che ho perso al mio ritorno, non preoccuparti. Ma non definirmi demoralizzato, finito o pronto a rinunciare solo per ottenere più clic2. Una reazione piccata, dunque, quella di Monfils, che ci ha tenuto a far sapere che è invece “entusiasta di essere tornato”.
Il francese ha inoltre aggiornato sulla situazione del nuovo infortunio: “Non è una lesione grave: è un’infiammazione, legata a un problema neuro-muscolare. Infiltrazioni, ultrasuoni e terapia TECAR dovrebbero rimediare.” Infine, le prospettive sul rientro in campo: “Con un po’ di fortuna, sarò in campo tra due settimane, a Montecarlo”.
Dunque Monfils non si sbilancia, ma risponde alle critiche e rilancia. Se la sua speranza di tornare sulla terra di Montecarlo si tramuterà in realtà tangibile lo scopriremo nelle prossime settimane.