Coppa Davis: 1-1 tra Francia e Ungheria. A Piros risponde Humbert. Stati Uniti sul 2-0 in Uzbekistan

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Coppa Davis: 1-1 tra Francia e Ungheria. A Piros risponde Humbert. Stati Uniti sul 2-0 in Uzbekistan

Prestazione opaca per Fucsovics che commette troppi errori e si fa travolgere dal tennis del giovane francese. McDonald e Tommy Paul rispettano il pronostico

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Non comincia nel migliore dei modi la Coppa Davis per la Franica, sconfitta nel primo singolare del turno di qualificazioni dall’Ungheria. Nello specifico il n.182 al mondo, Zsombor Piros, ha sconfitto in due set il n.1 di Frnacia, Benjamin Bonzi, con il punteggio di 7-6 (4) 6-3. A riportare tutto in parità ci ha pensato più tardi Ugo Humbert, che ha sconfitto Marton Fucsovics 6-3 6-2, in quella che è stata una delle sue migliori prestazioni degli ultimi mesi.

LA PARTITA – Una partita coraggiosa quella dell’ungherese che non ha sofferto la maggior esperienza e il ranking più alto del francese. Tutt’altro, come dimostrano i 23 vincenti a fronte dei 13 di Bonzi, il quale ha commesso anche la bellezza di 30 errori. Il 23enne di Budapest comincia forte e breakka Bonzi nel terzo gioco. Il francese inizialmente accusa il colpo, ma poi si riprende con il contro-break nel sesto gioco fino a forzare il set al tie-break. L’epilogo del primo set è ricco di errori, i due tennisti sono fallosi ed imprecisi ma a spuntarla alla fine è Piros per 7 punti a 4.

Nella ripresa Bonzi parte meglio, una reazione naturale visto il finale del set precedente, ma dura poco. L’ungherese si aggrappa al servizio, una prima dopo l’altra, e torna sotto. Bonzi perde l’abbrivio e si fa rimontare: prima il contro-break nel sesto gioco; poi quello che decide il match nell’ottavo per il 6-3 finale. All’Ungheria il primo punto.

 

L’ALTRO SINGOLARE – Per fortuna in soccorso alla Francia arriva Ugo Humbert che in due set, 6-3 6-2, sbriga la pratica Marton Fucsovics e regala il punto dell’1-1 alla sua nazione. Partita brillante del 24enne di Metz che non concede nulla all’ungherese classe 92′; soprattutto grande solidità al servizio come dimostra il 71% di prima palle messe in campo e il 78% di punti che ne sono scaturiti. Due sole palle break ottenute da Fucsovics, entrambe annullate dal francese, che ha dimostrato una solidità messa in mostra raramente.

Il primo set è deciso da un unico break nel quarto gioco ottenuto da Humbert. Fucsovics non sembra in grado di reagire e i ripetuti errori non forzati – 17 nel solo primo set – lo condannano. Il n.86 del mondo chiude il primo set 6-3 in 41′. Nella ripresa lo spartito non cambia, e il divario tra i due si amplia. I break arrivano nel terzo e nel quinto gioco. Il francese è granitico al servizio e non lascia nulla a Fucsovics che difatti non arriva mai a palla break in tutto il set. L’epilogo è scontato: 6-2 finale e punteggio che torna in parità. Adesso tocca al doppio.

Uzbekistan – Stati Uniti 0-2 (a cura di Danilo Gori)

A Tashkent va in scena la prima delle due giornate dell’incontro di qualificazione tra la squadra locale, priva del capitano e giocatore Denis Istomin, e il team guidato dal nuovo capitano non giocatore ad interim David Nainkin. Come è noto Nainkin ha rilevato il ruolo da Mardy Fish, la cui esperienza era terminata “di comune accordo” con la USTA, anche se è difficile pensare che non abbiano avuto un peso le polemiche successive alla sfortunata trasferta di Malaga a novembre, quando la formazione nordamericana fu eliminata dall’Italia nei quarti di finale.

Il pronostico non può non dire USA, dal momento che l’Uzbekistan non riesce in questo momento ad opporre dei giocatori di reale livello internazionale a Mackenzie McDonald e a Tommy Paul; la somma delle posizioni dei due giocatori padroni di casa è 846, mentre quella degli ospiti è 82. E infatti dall’andamento dei primi due singolari non sono scaturite sorprese.

M. McDonald (USA) b. S. Fomin (UZB) 6-4 6-1

Poco da dire su un match che è durato cinquantaquattro minuti e che, anche nel primo set, non è mai davvero stato in discussione; gioco scheletrico, essenziale, con l’americano ovviamente più sicuro nei suoi turni di battuta che chiude al decimo gioco. Il secondo set vede qualche scambio in più, ma con un solo giocatore veramente in campo.

T. Paul (USA) b. K. Sultanov (UZB) 6-1 7-6(6)

Il recente semifinalista all’Australian Open approccia l’incontro con rispetto e umiltà, nonostante il divario attuale tra la sua posizione e quella del ventiquattrenne rivale. Serve con discreta continuità, sufficiente per non concedere palle break, e strappa due volte la battuta all’avversario, prendendo il comando sempre sulla sua seconda palla (sei punti su sette conquistati per lui). Sultanov difende una sola volta il servizio, dopo aver comunque annullato tre palle che avrebbero aperto la strada ad un bagel.

Il secondo set vede il tennista uzbeko, probabilmente libero da pressioni, reagire ammirevolmente. Tiene il servizio in apertura e riesce a salire addirittura 4 a 0 liberando degli ottimi colpi vincenti (saranno alla fine 16, contro zero nel primo parziale!). Dal canto suo Paul, dopo aver sprecato due occasioni per accorciare due a uno, si scuote e riprende a giocare come ci si aspetta da un top 20. Non concede più nulla nei suoi game e riprende a pressare sulla seconda del padrone di casa, impattando. Sul 4-4 però non riesce più ad andare a palla break, e deve accettare la soluzione allo jeu decisif.

Sultanov gioca le sue ultime carte e si porta sul 6-4, ma da lì in poi si spegne la luce, e Paul chiude al primo match point con un’azione servizio-dritto a sventaglio a uscire.

Sabato alle 12 locali, le otto in Italia, si riparte con il doppio, con la formazione americana composta da Austin Krajicek e Rajeev Ram, assente quest’ultimo a Malaga perché non convocato, largamente favorita contro Fayziev e Fomin. A seguire gli eventuali due singolari conclusivi con le sfide incrociate rispetto a quelle odierne.

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Coppa Davis – Il sorteggio 2023 non può dirsi fortunato. Il Cile non va sottovalutato e il Canada è campione in carica

Il direttore Scanagatta ricorda che in Davis la classifica ha sempre contato poco. E non dimentica i 2 matchpoint della Polonia a Livorno 2004 con Volandri e Starace con un piede in serie C! Mentre a Mestre 1999…

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Nazionale Italiana - Coppa Davis 2022 (foto Roberto dell'Olivo)

Non è stato un sorteggio fortunato quello uscito dall’urna di Malaga per la nostra squadra di Coppa Davis che a settembre dovrà affrontare a Bologna (12-17 settembre, Unipol Arena) i campioni in carica del Canada, Auger-Aliassime, Shapovalov e Pospisil, i cileni Garin e Jarry, i fratelli svedesi Ymer, vecchie conoscenze.

Era stato più agevole, sulla carta, il sorteggio di un anno fa, quando era particolarmente temibile la Croazia di Coric, Cilic, Gojo che ci aveva eliminato l’anno prima in quel di Torino, ma non lo erano davvero la Svezia degli stessi fratelli Ymer, e direi neppure l’Argentina dei Cerundolo che non avevano ancora “rivelato” il Francisco che sarebbe cresciuto nel tempo  e semmai si credeva che fosse Schwartzman l’avversario più temibile sebbene indoor non sia mai stato così temibile come sul cemento outdoor e sulla terra battuta. E invece il Peque sarebbe entrato in crisi al momento giusto per noi e a Bologna giocò talmente male che gli argentini furono lì lì per accusarlo di scarso impegno.

Proprio il caso appena ricordato dei tennisti argentini dice che a sei mesi di distanza dall’apertura delle ostilità non si possono fare pronostici attendibili.

 

Chi sembra in crisi oggi, come Berrettini e Musetti, potrebbe essere in gran forma a settembre. Lo scorso anno in primavera – anche se aveva vinto il suo primo torneo a Rotterdam dopo tutta una serie di delusioni nelle finali – non si sarebbe mai detto che Felix Aliassime avrebbe vinto tre tornei di fila in autunno e di seguito dominato tutti i suoi incontri di Coppa Davis.

È certo difficile oggi dire oggi in che condizioni di forma verserà un giocatore abbastanza imprevedibile, nel bene e nel male, come Shapovalov che pure ricordo assai bene aver saputo impensierire Rafa Nadal nella Davis vinta dalla Spagna a Madrid e aver messo in difficoltà Djokovic a Wimbledon.  

C’è poi anche l’incognita degli infortuni. Nel 2022 l’Italia ne ha vissuti uno dopo l’altro, quando Sinner, quando Berrettini e anche Musetti non ne è stato del tutto esente…a prescindere dai suoi attacchi di panico, uno dei quali lo sorprese a Firenze proprio quando doveva giocare con Aliassime.

Sia pur con tutte queste premesse resta il fatto che se lo scorso anno almeno il secondo posto nel girone di Bologna poteva dirsi praticamente scontato – e quello bastava per guadagnarsi un posto nella finali a 8 di Malaga – quest’anno anche il secondo posto bisognerà sudarselo.

Canada e Italia sono sulla carta le squadre più forti, ma i recenti risultati di Jarry (anche ai danni dei nostri azzurri) e di Garin dicono che i due sudamericani sono buoni giocatori e inducono a non sottovalutarli, sebbene la loro attuale classifica, n.57 e n.82, in teoria dovrebbe fare il solletico ai nostri che in questo momento vantano un fresco top-ten e due giocatori a ridosso dei top-20.

Ma si sa che in Davis la classifica ha sempre contato poco. Lo scorso anno a Bologna gli svedesi d’Etiopia Ymer sembravano i vaso di coccio in mezzo a quelli di ferro e invece…

E giocare in casa dovrebbe essere un vantaggio quando i match si preannunciano equilibrati, ma talvolta quando si è super favoriti la pressione può giocare bruttissimi scherzi. Gli appassionati più anziani, e certo l’attuale capitano di Davis Filippo Volandri, ricorderanno il terribile spavento che nella sua Livorno nel 2004 la squadra azzurra formata dallo stesso Volandri e Starace patì contro la Polonia di Kubot, Przysiezny (n.347 del mondo!!!), Matkowski e Fyrstenberg nonostante l’Italia avesse concluso sul 2-0 la prima giornata. I polacchi, che vinsero il doppio sull’inedita coppia Seppi-Bertolini, ebbero 2 matchpoint nella terzo giornata per vincere 3-2.

Non ci crederanno i giovani della generazione Z, ma quella sfida acciuffata per i capelli ci consentì di risalire in… Serie B!!! Eravamo infatti precipitati in una serie analoga alla C. L’Italia che nel ’98 aveva lottato alla pari contro la Svezia in una finale di Coppa Davis, nel 1999 aveva iniziato la sua discesa agli Inferi perdendo a Mestre contro il Belgio dei fratelli Rochus (che sulla terra rossa valevano più o meno quanto gli Ymer di oggi sulle superfici indoor), una sconfitta che costò a Paolo Bertolucci il suo posto di capitano quasi quanto la poca simpatia che nutriva nei suoi confronti il neo-presidente federale Angelo Binaghi che nel 2000 lo defenestrò di brutto per promuovere al suo posto Corrado Barazzutti.

Insomma, per concludere, certo che a Bologna dovremmo farcela a qualificarci per le finali di Malaga, secondi o primi, ma non andiamoci a cuor leggero pensando di cavarsela con un piatto di tortellini e un bicchiere di lambrusco.

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Davis Cup Finals 2023, gli avversari dell’Italia: Svezia ancora tu, Canada per la rivincita

Cosa potrebbero aspettarsi Sinner, Berrettini, Sonego e gli altri azzurri di capitan Volandri nel girone di Bologna con Canada, Svezia e Cile

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Lorenzo Sonego - Coppa Davis 2022 (foto Roberto dell'Olivo)

La voglia di rivincita degli azzurri di Filippo Volandri dopo la sfortunata semifinale contro il Canada a Malaga passa nuovamente attraverso la compagine nordamericana, il team che ha poi vinto la finale. E a Casalecchio di Reno dal 12 al 17 settembre ci saranno anche Cile e Svezia.

Il Canada ci riporta appunto all’amara sconfitta di pochi mesi fa, con l’impresa di Lorenzo Sonego al cospetto di Denis Shapovalov, la sconfitta di Lorenzo Musetti con Auger-Aliassime e il doppio perso 7-6 7-5 da Fognini e da un Berrettini in condizioni precarie. I giocatori di punta della compagine nordamericana sono ovviamente gli stessi, anche se i risultati degli ultimi tempi non sono brillantissimi. Denis Shapovalov, classe 1999 e già numero dieci del mondo nel 2020, in questa stagione è più sregolatezza che genio, e nel Sunshine Double ha perso due partite su tre ed è vicino ad uscire dai primi 30. Felix Auger-Aliassime, ventidue anni, sesto nel ranking lo scorso novembre dopo i tre tornei consecutivi vinti, sarà almeno settimo dopo questa settimana, vista anche la sconfitta a Miami al secondo turno per mano di Francisco Cerundolo.

Completa la squadra la “terza forza” Vasek Pospisil, già numero 25 nove anni fa ma anche numero 4 in doppio, che affianca volta per volta una delle due stelle. Nella scorsa edizione erano presenti i giovani Alexis Galarneau e Gabriel Diallo, entrambi oltre la duecentesima posizione.

 

Poco incoraggianti i precedenti per noi: la rivalità, relativamente recente, è cominciata nel 2013 a Vancouver e vede i canadesi in vantaggio per 3-0. Prima della semifinale di Malaga il Canada si impone per 3-1 dopo un drammatico doppio vinto da Pospisil e Nestor per 15-13 al quinto contro i nostri Fognini e Bracciali. Nel 2019, primo anno con la nuova formula, a Madrid è ancora notte per gli azzurri, sconfitti 2-1 con Shapovalov che vince due tie-break su tre con Berrettini.

Se il Canada è per noi avaro di soddisfazioni, il Cile ci riporta se non altro alla memoria la vittoria di Santiago del 1976, unico alloro tricolore nella storia della manifestazione. Il bilancio delle sei sfide precedenti è interamente in nostro favore e conta sei precedenti: il primo addirittura nel 1949, l’ultimo nel 2012 a Napoli, 4-1 con Seppi e Fognini contro il Cile di Capdeville.

Nel turno di qualificazione di febbraio, il team cileno ha sconfitto per 3-1 il Kazakistan. Tennista con miglior classifica è Nicolas Jarry, numero 57 ma alla 38esima posizione nel 2019. Quest’anno sulla terra battuta sudamericana ha fatto faville, con la semifinale persa in tre set con Alcaraz a Rio e soprattutto la vittoria nella sua Santiago poco meno di un mese fa. Christian Garin è stato anche al diciassettesimo posto del ranking tre anni fa; oggi occupa la piazza numero ottantadue. Sul veloce si difende meglio di Jarry, ne è la prova l’ottavo di finale a Indian Wells poche settimane fa e lo splendido Wimbledon dello scorso anno, quando approfittò dell’improvviso ritiro da Covid di Matteo Berrettini e giunse fino ai quarti di finale, sconfitto da Kyrgios. Più staccati in classifica sono Tomas Barrios-Vera (183) e Alejandro Tabilo (162, ma 64 lo scorso luglio).

La Svezia è la squadra che più volte abbiamo incontrato nella storia della competizione: ben 21 volte in un periodo che comincia nel 1953 e arriva fino al settembre dello scorso anno, con la vittoria italiana per 2-1. Il bilancio è di 12-9 per gli scandinavi. Il precedente più illustre è certo la finale del 1998, con la battaglia di sei ore tra Magnus Norman e uno stoico Andrea Gaudenzi, che si arrende alla spalla non ancora a posto dopo un intervento chirurgico. Un altro protagonista azzurro è Paolo Canè, eroe di Cagliari nel 1990 contro Wilander, con Panatta che entra in campo per raccogliere l’esausto bolognese.

Oggi il team gialloazzurro è sostanzialmente un… affare di famiglia, con i due fratelli Ymer protagonisti dei singolari. Mikael, 25 anni, ha appena raggiunto il suo best ranking con la posizione numero 53 e quest’anno ha trionfato nel challenger di Ottignies.

Il fratello Elias, il meno dotato e meno giovane dei due con i suoi 27 anni, è attualmente 149, con un best ranking di 105 raggiunto nel 2018. Il terzo svedese, e primo… non-Ymer, è Andre Goransson.

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Davis Cup Finals 2023, il girone dell’Italia: a Bologna sfide con Canada, Svezia e Cile

Il capitano Volandri accoglie così il sorteggio: “Voglia di rivincita contro il Canada. Occhio anche al Cile”

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La Coppa Davis (foto Roberto dell'Olivo)
La Coppa Davis (foto Roberto dell'Olivo)

I campioni in carica del Canada, poi la Svezia e il Cile. Sono queste le avversarie che l’urna di Malaga ha messo sul cammino dell’Italia nella Davis Cup 2023. Gli azzurri, che dopo la semifinale del 2022 persa proprio contro il Canada sono direttamente qualificati alla fase a girone che si giocherà all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bologna) dal 12 al 17 settembre, sono stati inseriti nel Girone A. Ecco tutti i raggruppamenti:

GIRONE A (Bologna)
Canada – Italia – Svezia – Cile

GIRONE B (Manchester)
Australia – Gran Bretagna – Francia – Svizzera

 

GIRONE C (Valencia)
Spagna – Serbia – Repubblica Ceca – Corea del Sud

GIRONE D (Croazia, sede da definire)
Croazia – Olanda – Stati Uniti – Finlandia

IL FORMAT – Ogni squadra giocherà un incontro da tre match (due singolari e un doppio) contro le altre tre del suo raggruppamento. Al termine delle sfide di metà settembre le prime due squadre di ogni girone si qualificheranno per la fase ad eliminazione diretta: quarti, semifinale e finale si giocheranno a Malaga dal 21 al 26 novembre. Il relativo tabellone viene compilato abbinando per sorteggio nei quarti di finale la vincitrice di ciascun girone con una seconda classificata degli altri gironi.

LE REAZIONI – Filippo Volandri, il capitano dell’Italia, ha dichiarato: “I quattro gironi di Coppa Davis sono a mio avviso tutti molto equilibrati ma noi dobbiamo ovviamente pensare al nostro. E così come era successo a settembre 2022 a Bologna quando abbiamo affrontato la Croazia che ci aveva eliminato l’anno prima, quest’anno ci tocca il Canada, che ci ha eliminato al doppio di spareggio l’anno scorso: e per noi è un motivo di rivincita importante. Il nostro è un girone difficile, come gli altri: abbiamo la Svezia che abbiamo battuto a Bologna al doppio decisivo e poi c’è una squadra che affrontiamo per la prima volta, il Cile, che è dotata di giocatori importanti come Garin e Jarry. Sono tutte squadre toste, da affrontare una alla volta, un giorno dopo l’altro. Poi assolutamente dobbiamo pensare a noi e a dare il 100%”. 

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