Nicola Pietrangeli, quattro volte vincitore del Roland Garros – in due circostanze consecutive nel singolare, 1959 e 1960, una in doppio sempre nel ’59 e la prima in assoluto nel ’58 per la categoria del doppio misto – e Capitano di Coppa Davis nel biennio 1976/1977, è stato omaggiato dai corrispondenti della stampa estera con il Premio Sportivo alla Carriera. A margine dell’evento si è concesso ai microfoni dei media presenti. Ecco le parole riportate dalla Gazzetta dello Sport in cui ha fatto il punto sul momento che sta vivendo il tennis italiano, fornendo così la sua analisi sullo stato attuale delle cose spaziando tra pregi e difetti dei nostri alfieri ma anche fra le diverse speranze e gli altrettanti moniti di delusione che li circondano.
Il bi-campione degli Internazionali di Roma – 1957 e 1961 – ha iniziato la propria disamina concentrandosi sul n. 3 azzurro Matteo Berrettini, e come sempre è partito senza peli sulla lingua: “Mi sembra che Matteo si stia dedicando più alla pubblicità che al tennis…” senza risparmiarsi nei giudizi neppure quando si tratta di ipotizzare una futura evoluzione del tennista romano come quella dell’attuale capitano italico: “Non vorrei facesse la fine di Filippo Volandri, che dopo aver battuto Federer a Roma non vinse più una partita”. Infine l’89enne nativo di Tunisi propone un ulteriore paragone fra il Matteo nazionale ed un altro “belloccio” nato sotto l’ombra del Colosseo che durante la prima grande età d’oro del nostro tennis si divideva tra le copertine dei quotidiani sportivi e quelle del Gossip: “Berrettini è un bravo ragazzo, ma è un pò come Panatta: fantastico dalla vita in su, ma le gambe…“.
Pietrangeli: “Dal punto di vista tecnico il raffronto con la mia epoca è inopportuno”
Tuttavia se i confronti con gli anni ’70 sono possibili, per Pietrangeli non si può dire lo stesso quando qualcuno prova vanamente a comparare questo periodo con quello in cui Nicola incantava in campo: “E’ cambiato il mondo ed è cambiato anche il tennis. È un altro gioco, che a me pare più brutto. Un tempo, se eri un talento stava a te diventare un atleta, oggi se non sei un atleta non entri neanche in campo“. Dopo la bacchettata a Matteo, il recordman di match vinti in Coppa Davis ha in serbo alcune stilettate anche per il n. 1 d’Italia – reduce da una clamorosa prestazione contro Tsitsipas in quel di Rotterdam – Jannik Sinner: “Nel panorama italiano è il miglior tennista al momento; lui canta in un modo, io “cantavo” in un altro. Rispetto a me lui ha un vantaggio: è tedesco. Se vincerà uno Slam? Se lo sapessi andrei a scommettere! Comunque quello che gioca il tennis più bello è Musetti“. Come abbiamo visto, Nicola chiosa rimarcando ancora una volta chi fra il triumvirato di punte di diamante del movimento del Bel Paese, è il destinatario del suo incondizionato amore tennistico.