Malek Jaziri si è ritirato lunedì 27 febbraio al Dubai Duty Free Tennis Championship, dopo aver perso contro Alejandro Davidovich Fokina 6-2 6-0 sul campo centrale del torneo.
Grazie ad una wild card, ha potuto partecipare ancora una volta al torneo dopo averlo fatto già 10 volte nella sua carriera turbolenta. E proprio a Dubai, era riuscito a giocare contro i più grandi: Federer nel 2013, Djokovich nel 2016 e Murray nel 2017. Non avrebbe mai pensato, quel bambino nato in un piccolo distretto industriale della Tunisia, a Bizerte, il 20 gennaio del 1984 che sarebbe riuscito a realizzare ben più del suo sogno di diventare un top 100. Malek Jaziri non sembrava destinato a diventare il numero 42 del mondo, traguardo raggiunto nel gennaio del 2019. Nonostante un inizio di carriera promettente (miglior under 14 al mondo), al primo trasferimento in Francia dalla Tunisia erano sorti diversi problemi economici e fisici. Fu così costretto a lasciare il mondo del tennis all’età di 16 anni per tornare a lavorare nel suo paese. Ed è stato allora che si rese conto di che grande fortuna fosse giocare bene a tennis, e poco dopo, decise di riprovarci, per cambiare non solo la sua vita ma anche quella della sua famiglia.
Malek Jaziri non ha mai avuto un colpo particolare che lo distinguesse dagli altri, e tanti infortuni l’hanno accompagnato durante tutta la carriera. Goran Ivasinevic un giorno lo definì così: “Non ha idea di cosa sia il tennis, non si allena, eppure è 70 del mondo”. Ma la tenacia spesso premia più del talento. E così, quel tunisino un po’ malconcio è diventato quello che un giorno, Fabio Fognini ha definito “Il giocatore più cool del circuito”. Tre vittorie contro un top 10, due volte al terzo turno degli Australian Open e una finale al torneo 250 di Istanbul nel 2018 sono solo alcune delle grande soddisfazioni che quel bambino di Bizerte è riuscito a togliersi nel corso della sua carriera, coronando un sogno ben più grande di quello iniziale. “Sognavo di diventare un top 100, sono riuscito ad essere un top 50 e ho fatto tutto con le mie forze. Non ho rimpianti” ha detto Jaziri ai microfoni dopo l’annuncio del ritiro al termine del match con Davidovich Fokina.
Eppure, qualche episodio aveva fatto pensare che non ci sarebbe mai stato un lieto fine per Jaziri, a cause di forze più grandi di lui. Sia nel 2013 che nel 2015 due casi di ritiri sospetti del tunisino avevano acceso diverse perplessità sulla sincerità delle sue azioni. In entrambe le occasioni, Malek Jaziri avrebbe dovuto sfidare un israeliano al turno successivo e in entrambe le partite però, il primo set era stato giocato senza problemi dal tunisino. Nel 2015 l’ATP decise infatti di aprire un’indagine accurata ma il caso fu chiuso in seguito agli accertamenti sull’infortunio al gomito di Jaziri.
Nel 2021, dopo aver appena trascorso i due anni migliori della sua carriera tennistica, Malek Jaziri ha iniziato una discesa in picchiata libera. Risultati molto negativi, giocati praticamente solo a livello Challenger, hanno fatto sprofondare il tunisino fuori dai top 300 del mondo. Sempre lucido e sorridente Malek Jaziri lo è stato ancora un’ultima volta lunedì sera ringraziando Dubai e il suo pubblico per averlo sempre fatto sentire a casa: “Dubai è un posto davvero speciale per me, ho tanti bei ricordi in questo posto. Ed è per questo che ho deciso di finire qui, oggi mentre giocavo la mia ultima partita mi sono passati davanti agli occhi tanti momenti indimenticabili”.