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Torino Tennis Talent: l’organizzazione benefica presenta la terza edizione al circolo della Stampa Sporting di Torino
Presentata a Torino la terza edizione dell’organizzazione benefica che premia e supporta i giovani talenti a trasformare un sogno in realtà

Al circolo della Stampa Sporting Torino, alle ore 12 del 3 marzo, c’erano tante facce felici, colme di soddisfazioni. Questo perché nessuno avrebbe mai pensato, tre anni fa, che ci sarebbe stata una terza edizione dell’organizzazione benefica Torino Tennis Talent, capace di riempire una sala intera di sostenitori che aiutano i giovani talenti under 22 nel mondo del tennis a realizzare i loro sogni. Meritocrazia e solidarietà sono i valori più importanti su cui si basa l’organizzazione diretta da Simone Bongiovanni, avvocato Torinese che ha deciso di credere fin dal primo giorno in un grande progetto. Quello di aiutare i giovani talenti appartenenti a famiglie che non possono permettersi di aiutare i loro ragazzi nella preparazione tecnica e sportiva richiesta per eccellere. Il tennis è da sempre uno sport costoso dove spesso chi non ha i mezzi, non riesce ad andare avanti nella carriera.
Durante la presentazione, al fianco del presidente Simone Bongiovanni c’erano i sostenitori dell’organizzazione benefica: Gipo Arbino, coach di Lorenzo Sonego; Alessandro Gilardi, presidente della fondazione Cecilia Gilardi; l’assessore allo sport di Torino, Mimmo Carretta; il presidente del circolo della Stampa, Pietro Garibaldi e il coordinatore della conferenza, Matteo Musso. A turno, tutti hanno preso la parola per congratularsi con i 12 talenti italiani selezionati in Italia che nell’ultimo anno sono riusciti a vincere 8 tornei internazionali in tutta Europa.
Bongiovanni ha ringraziato tutti coloro che hanno dato fiducia al progetto fin dall’inizio e tutti gli sponsor, salutando anche gli assenti come Chiara Appendino che ha sempre partecipato all’organizzazione: “Abbiamo messo in campo le nostre risorse, le nostre energie e i nostri contatti per portare a fondo la nostra vision. La partnership più importante è stata quella con Gipo Arbino che per noi è stato un vero e proprio mentore. I ragazzi riceveranno un supporto per partecipare ai tornei anche internazionali con una borsa di studio di 5.000 euro, oltre alla supervisione di Gipo Arbino. Purtroppo a volte ci sono dei giovani con grande talento che non hanno le risorse ed io sono convinto che con questo aiuto avranno più opportunità. L’esempio ce l’abbiamo qui oggi: Chiara Fornasieri, grazie anche a Torino Tennis Talent, è riuscita a prendere i primi punti WTA quest’anno. Anche la presenza di Lorenzo Sonego che si allena spesso qui vicino a loro, ed è sempre disponibile a dispensare consigli, è un altro punto fondamentale e stimolante per i ragazzi”.
Dopo di lui ha preso la parola proprio il coach Arbino, premiato miglior maestro dell’anno nel 2020: “Senza gli sponsor non si sarebbe potuto fare questo progetto, quindi il primo grazie va a loro. E poi bisogna ringraziare anche i ragazzi per il loro impegno, perché io li vedo sempre migliorare, mese dopo mese. I miei complimenti a Simone Bongiovanni perché riuscire a riconfermare un progetto del genere per tre anni di fila non è scontato. Si pensava di cominciare solo con un anno di prova. Nella mia carriera la difficoltà più grande che ho riscontrato è stata quella di trovare la risorse per riuscire a seguire dei ragazzi in giro nei tornei. Perché vanno fatti dei sacrifici enormi per riuscire a partecipare ai tornei, anche solo in giro per l’Italia. Quindi noi ci impegneremo a fare un’accurata selezione di tornei per questi ragazzi per cercare di non sprecare soldi inutili. Anche se questi aiuti non saranno mai proporzionali ai risultati. Ma la cosa più importante che chiediamo a loro è quella di dare sempre dare il 100%”.
Gipo Arbino ha poi aggiunto una considerazione molto interessante a proposito dell’importanza del talento: “Questo aiuto che diamo ai ragazzi è di un’importanza immensa proprio perché ogni tanto il talento viene fuori dopo tanto lavoro e impegno. Allenare dei predestinati è rarissimo, invece, tirare fuori il talento dai ragazzi che s’impegnano è molto più probabile. Anche Lorenzo Sonego non era mica un predestinato, ma con l’impegno che siamo riusciti a mettere in pratica, è diventato un campione”.
Dopo di lui è intervenuto l’assessore allo sport Carretta: “Questo secondo me è un appuntamento col futuro dello sport e del tennis. Lo Sporting sta diventando veramente la casa del tennis sia nel presente che per il futuro. Sempre più protagonista e all’altezza di tutte le necessità che il futuro richiede”. Alessandro Gilardi è intervenuto inizialmente in modo ironico: “La prima volta che Bongiovanni è venuto nel mio ufficio ho creduto che fosse pazzo. Mi sembrava davvero il progetto di un folle”. Per poi aggiungere un grande complimento al presidente: “Ma la verità è che Simone è un visionario perché per fare certi progetti bisogna avere una visione straordinaria. Ed io sono convinto che tra due anni saremo sempre di più, ci saranno sempre più ragazzi grazie alla sua visione del futuro”.
Infine, è stata presentata Maria Lazarenko, una giovane tennista di 14 anni che grazie alla fondazione è riuscita scappare dalla guerra in Ucraina insieme alla madre. “C’eravamo conosciuti al campionato mondiale Under 14 a Tarbes e Maria mi aveva subito colpito per la sua personalità incredibile” ha spiegato Bongiovanni. “Poi un giorno sua madre mi ha chiamato e mi ha chiesto rifugio in Italia. La situazione nel loro paese era diventata ormai insostenibile e avevano paura. Da lì ci siamo attivati per coordinare il loro viaggio e la sistemazione a Torino. Ha dimostrato di essere una delle under 14 più forti di Europa e siamo molto felici di averla aiutata”. La parola è passata direttamente a Maria Lazarenko, che è apparsa molto emozionata: “Sono molto felice qui in Italia, credo di essere davvero fortunata. Nel mio paese non potrei partecipare a nessun torneo. L’unica difficoltà per me qui è la scuola”. Alla fine della conferenza stampa siamo andati a conoscere Maria Lazarenko per farle qualche domanda in più.

D: A quanti anni hai iniziato a giocare a tennis? Hai capito subito che fosse la tua passione?
Lazarenko: “Ho iniziato a 8 anni anche se credo di aver iniziato più seriamente verso i 10. All’inizio giocavo e basta. Non sapevo ancora che tipo di passione fosse”.
D: Ora che è diventata una passione invece, hai iniziato a darti qualche obiettivo?
Lazarenko: “Non voglio mettermi pressione. Voglio continuare a giocare per divertirmi, perché mi piace. Senza pensare che lo sto facendo perché diventerà il mio lavoro”.
D: Guardi il tennis in televisione? C’è qualcuno che ti ispira in particolare?
Lazarenko: “Si certo lo guardo sempre. La mia preferita è Marta Kostyuk, una tennista ucraina di 20 anni. Mi ricordo che mia mamma lavorava per lei, l’allenava, e quindi eravamo tutti amici. Se avevo un problema, la chiamavo e ne parlavamo insieme. Sono contenta adesso di vederla nei grandi tornei”.
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Roland Garros: Tsitsipas non fa sconti a Ofner. Raggiunge Alcaraz ai quarti
Finisce la favola del qualificato austriaco Sebastian Ofner. Il greco rispetta il pronostico e si prepara ad affrontare il numero 1 Carlos Alcaraz

[5] S. Tsitsipas b. [Q] S. Ofner 7-5 6-3 6-0
Il match conclusivo sul Court Suzanne Lenglen, nonché del programma maschile, vedeva affrontarsi il numero 5 Stefanos Tsitsipas contro il numero 118 Sebastian Ofner. Il match ha regalato parecchi punti spettacolari, sia nella parte iniziale quando l’austriaco è sceso in campo senza troppe pressioni riuscendo a fare gioco pari con Tsitsipas, sia quando, dopo aver incamerato il primo set a fatica (7-5 recuperando un break e sventando la minaccia tiebreak), il greco ha potuto contare su una maggior fiducia che si andava ad unire ad un atteggiamento sempre più rilassato da parte di Ofner, consapevole della sconfitta ormai inevitabile.
Per la terza volta su sette partecipazioni al Roland Garros Tsitsipas raggiunge i quarti di finale (obiettivo che ancora gli manca sia a Wimbledon che allo US Open, mentre a Melbourne sono ben quattro le occasioni in cui ha raggiunte, e superato, i quarti). Adesso per lui ci arà la sfida più attesa da quando è stato sorteggiato il tabellone: affrontare il numero 1 del mondo Carlos Alcaraz, dal quale ha perso tutti e quattro i precedenti. Partendo dalle qualificazioni invece, il torneo dell’austriaco Ofner si può considerare un grande successo: ha portato a casa sei incontri perdendo cinque set (due dei quali contro Fognini) e, a 27 anni, lunedì prossimo potrà festeggiare l’ingresso tra i primi 100 del mondo per la prima volta in carriera
IL MATCH – All’inizio del set si complicano un po’ le cose per Tsitsipas che si trova coinvolto in una vera e propria lotta fisica contro l’austriaco fatta a colpi di racchetta. Il match prende i binari di un classico da terra battuta, con il copione che prevede scambi duri da fondo risolti con colpi a tutto braccio. La testa di serie numero 5 rimonta da uno svantaggio 3-1, e pian piano fa breccia nella difesa di Ofner; l’austriaco prima rischia di cedere sul 5-4, e poi ad un passo da tiebreak arriva il passo falso che gli costa il primo set per 7-5.
Di fatti il match termina lì perché nella successiva ora di gioco, Ofner riuscirà a portare a casa solamente tre game contro i dodici di Tsitispas che gli permetteranno di chiudere col punteggio di 7-5 6-3 6-0.
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Musetti dopo la batosta con Alcaraz: “La cosa più difficile è lottare, oggi ho scelto la via comoda: lasciarsi andare”
“Ho fatto tutto quello che non dovevo fare” così Lorenzo Musetti, eliminato al Roland Garros dal n.1. “Lui è stato più grintoso, non c’è da stupirsi del suo gioco”

Risultato decisamente netto quello con cui il numero 1 del mondo Carlos Alcaraz ha raggiunto i quarti di finale del Roland Garros, estromettendo Lorenzo Musetti, battuto 6-3 6-2 6-2. Di seguito le risposte date in italiano dal 21enne Musetti:
D: Quando la situazione sembrava un po’ compromessa ti abbiamo visto tirare delle manate. È forse un rimpianto di qualcosa che non hai fatto all’inizio?
Lorenzo Musetti: Sicuramente potevo fare molte altre cose rispetto a quelle che ho fatto, ho fatto forse tutto quello che non dovevo fare (sorride). Ci eravamo prefissi di avanzare sul suo rovescio o comunque imporre un gioco su qeul’angolo dove fa meno male. Col dritto muove molto bene la palla, spesso viene a rete e si avvicina molto. Credo che i piani di gioco erano simili per tutti e due, il primo che riusciva a prendere il controllo con il dritto provava ad imporre il gioco per vincere il punto. Io oggi non mi sono espresso come avrei voluto. Non credo si tratti di emozione, ma più che altro devo avere consapevolezza di me stesso e del livello che ho; non devo fare confusione quando sono di fretta. A volte mi faccio prendere troppo da chi c’è dall’altra parte. Ci sto lavorando e speriamo che già dai prossimi tornei questa sconfitta mi sia da lezione.
D: Comunque in passato hai battuo anche Djokovic quindi si possono ripartire da queste belle sensazioni per andare avanti.
Lorenzo Musetti: Non serve ripartire dal passato perché è una cosa poco realistica. Una cosa che mi serve è proprio vedere, analizzare questo match giocata in maniera sbagliata sin dall’inizio e vedere cosa avrei dovuto fare, sicurmente anche nei match precedenti, per valutare cos’è il mio gioco e cosa sarà in futuro. Partendo da questo torneo, i match con Shevchenko e Norrie sono state giocate da manuale quindi andranno osservate anche queste che rappresentano un cambio di marcia, senza ombra di dubbio.
D: Sei stato sorpreso da certe giocate di Alcaraz? Discese a rete, palle corte ecc
Lorenzo Musetti: Sicuramente certi numeri, certi gesti atletici altri giocatori non li fanno, però ecco sei numero 1 al mondo, il più giovane della storia del tennis, un significato ce l’abbia. C’è poco da sorprendersi. Ovvio che in campo, soprattutto per la situazione di svantaggio si tende a meravigliarsi un po’. Più che altro mi sono sorpreso in maniera negativa di quello che facevo io, troppe volte uscivo dallo scambio, magari con una palla corta che non c’entrava nulla, servito sempre male, di fretta, non mi sono mai caricato. Un atteggiamento non positivo che reputo influente sul mio gioco. Ovvio che se al numero 1 al mondo gli lascia anche questo, dà il megio di sé come ha fatto vedere. Su qualsiasi superficie sta imponendo il suo gioco su chiunque.
D: Da una partita di questo tipo cosa ti resta per capire cosa fare per raggiungere quel livello?
Lorenzo Musetti: Questa partita mi serve non dico come bagno di umiltà perché non ho avuto la sfacciataggine di dichiarare qualsiasi che non fosse vera. Oggi mi sento solo di accettare che lui ha giocato meglio, è entrato più grintoso, con più voglia di vincere e mi ha battuto tre set a zero. La cosa più difficile credo sia proprio lottare, io oggi ho scelto la via più comoda che è quella di lasciarsi andare, arrendersi un po’; la prossima volta sceglierò di lottare. Ma proprio da queste partite imparo a scegliere la via più dura che darà i suoi frutti.
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Roland Garros: Sabalenka a corrente alternata batte Stephens in due set
Aryna Sabalenka parte forte, si incarta, ma ha la meglio su Sloane Stephens che esce con diversi rimpianti. La bielorussa ai quarti trova Elina Svitolina

[2] A. Sabalenka b. S. Stephens 7-6(5) 6-4
È finito come da pronostico lo scontro serale tra due campionesse Slam, quella in carica dell’Australian Open e quella dello US Open 2017: Aryna Sabalenka, vittoriosa nelle tre precedenti sfide, si è imposta in due set su Sloane Stephens, 7-6(5) 6-4 in 101 minuti che non hanno dato esattamente la carica agli spettatori del Philippe-Chatrier. Le emozioni sono più che altro derivate dall’andamento insensato dell’incontro, un po’ da montagne senza bandiera, prevedibilmente soggetto alla prestazione di Sabalenka, partita fortissimo salvo poi perdere precisione, soprattutto con il dritto. Stephens, quasi mai propositiva, in nessun momento è sembrata sul punto di poterla vincere, eppure ha rimpianti in entrambe le frazioni – a due punti dal vincere la prima, a uno dal contro-sorpasso nella seconda.
In apertura abbiamo sottolineato “serale” perché Amélie Mauresmo, direttrice del Roland Garros, ha infine programmato un incontro femminile nella sessione delle 20.15. L’anno scorso aveva subito le critiche (e chiesto scusa) per la scelta di metterne uno solo alla decima giornata e anche quest’anno la scelta è arrivata – comprensibilmente – dopo una settimana. E, prevedibilmente, qualcuno si è liberato del biglietto per non correre il rischio di doversi trovare qualcos’altro da fare già alle 21.00. Un rischio che è sembrato materializzarsi quando la numero 2 del mondo si è issata senza sforzo sul 5-0, salvo poi disunirsi fino a ritrovarsi sotto 4-5 nel tie-break che le è stato invece pressoché donato dall’avversaria. Parziali piuttosto netti in termini di punti per l’una e per l’altra anche nella seconda partita e, di nuovo, Sloane si è fermata, quasi evaporata, su quelle tre palle per il 5-4.
In quelli che sono i suoi primi quarti di finale parigini, Aryna affronterà una sorprendente Elina Svitolina, che ha eliminato la n. 9 Daria Kasatkina. 1-1 il bilancio degli scontri diretti.
Primo set – Sabalenka parte a razzo, l’altra la riprende ma si ferma a due punti dal traguardo
Sabalenka, prima a servire, comincia a spingere fin da subito. Stephens cerca la profondità, un paio di rovesci vanno lunghi e si ritrova sotto 0-2. Sloane, almeno all’apparenza, ha l’atteggiamento di chi vorrebbe evitare di spostarsi in campo, non l’ideale di fronte a un’avversaria che tira forte senza strafare, trovando anche angoli interessanti. Stephens dice al suo coach, il goat barbadiano Darian King, che non sente la palla. La sente invece la numero 2 del mondo che vola 5-0, mentre immaginiamo Amélie Mauresmo in panico per aver messo in prime time un match da 50 minuti.
Piccolo calo di intensità dell’altra e la trentenne della Florida si iscrive a referto, fa il pugnetto e si prende anche un secondo game. Se ne va un set point, tutta l’attenzione che Sabalenka aveva messo nelle fasi iniziali è svanita nel nulla, il dritto è scomposto, l’altra legge meglio le traiettorie anche perché la velocità della palla in arrivo è un po’ scesa nel vano tentativo di tenerla in campo.
Con l’aiuto dell’atteso doppio fallo (il primo ma pesante), quella che qui ha fatto finale nel 2018 serve per il 5 pari e lo agguanta dopo 14 punti, nonostante un paio di nastri non benevoli e altre tre occasioni per Aryna di mettere le mani sul parziale – occasioni non gestite al meglio, anzi. Torna a vincere un game, Sabalenka, mentre Stephens cerca (con scarsi risultati) di cedere alla tentazione di affidarsi esclusivamente al gioco di rimessa.
Nel tie-break, la n. 30 WTA si affida alla ritrovata pulizia e precisione dei colpi e va avanti un paio di volte grazie agli errori di Aryna che certo non tira indietro il braccio. Sul 5-4, tuttavia, commette tre errori che vanificano la sua rincorsa e Sabalenka si prende il set. 18-25 il saldo tra vincenti e non forzati per Aryna, 4-11 per Stephens: non sarà “un gran”, ma almeno c’è. Match.
Secondo set – Sabalenka allunga, si fa riprendere, ma chiude piazzando nove punti di fila
Quattro turni di servizio se ne vanno senza sussulti, poi Stephens si distrae, forse anestetizzata dalla propria passività, e regala il turno di battuta. Aryna consolida con la tranquillità offertale un incontro sempre più in discesa, mentre Sloane rimane in scia sperando che l’altra renda il regalo. Lo fa subito, la venticinquenne di Minsk, incartandolo con due brutti errori colpendo in avanzamento, e Stephens sale 40-0, ma a 5 arriva Sabalenka, che con due ottime risposte un drittone finale punisce due pessime imprecisioni bimani di Stephens.
Sloane non c’è più e Aryna tira dritto indisturbata verso il match con Svitolina. L’ucraina potrà ben poco se l’altra terrà l’intensità folgorante dell’inizio di questo match, ma difficilmente non saprà approfittare dei cali altrettanto vistosi di questa domenica sera.
La giornata non si conclude con la conferenza stampa della vincitrice perché, comunicano gli organizzatori, Sabalenka non farà quella “generale”, bensì ci sarà un’intervista con un giornalista della WTA. Poi ce la faranno avere.