Formula Sinner (Crivelli). Sinner da tappeto rosso (Nizegorodcew). A Cocciaretto il trofeo, ma Errani è felice lo stesso (Giammò). Sinner, decifra i tennisti geni e diventi un n.1 (Azzolini). Intervista a Massimo Sartori (Rossi). «Jannik sarà numero 1» (Schito)

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Formula Sinner (Crivelli). Sinner da tappeto rosso (Nizegorodcew). A Cocciaretto il trofeo, ma Errani è felice lo stesso (Giammò). Sinner, decifra i tennisti geni e diventi un n.1 (Azzolini). Intervista a Massimo Sartori (Rossi). «Jannik sarà numero 1» (Schito)

La rassegna stampa di martedì 4 aprile 2023

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Formula Sinner – Jannik perché cali? «Il fisico non c’entra deve imparare a gestire le forze» (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Lo ripete come un mantra ad ogni torneo: «Devo migliorare. Ho fatto molti progressi, sono soddisfatto del mio livello attuale, ma c’è ancora del lavoro da fare». Jannik Sinner è indubbiamente uno dei tennisti del momento, ma la sconfitta in finale a Miami contro Medvedev ripropone il quesito sulla sua capacità di reggere a livello fisico gli scontri titanici con i giocatori più forti, anche in vista degli Slam dell’estate e delle relative […] partite tre su cinque. Quattro esperti ci guidano a scoprire i motivi dei cali del numero uno azzurro e come risolverli. […] Il capitano di Coppa Davis ragiona attorno ad una sola parola: esperienza. Partendo da una certezza: «Dal punto di vista fisico, considerando da dove era partito rispetto alla maggioranza degli avversari, Jannik ha fatto progressi enormi. Io vedo il bicchiere mezzo pieno, anzi quasi del tutto pieno, come dimostrano i risultati di questo inizio di stagione. E il lavoro con Vagnozzi e Cahill è iniziato appena da un anno, e un cambiamento così deciso richiede tempo per essere metabolizzato. Perciò, alla fine, il punto riguarda sempre la qualità delle partite che si giocano: a Jannik, che ha solo 21 anni, mancano soltanto un po’ di match ad altissimo livello. Per questo la semifinale di Indian Wells e la finale di Miami lo aiuteranno molto, nel prossimo futuro, a gestire tutti i dettagli tecnici ed emozionali di sfide così intense, che magari adesso lo perturbano ancora un po’». Diego Nargiso, […] vincitore di Wimbledon juniores nel 1987, oggi allenatore e apprezzato commentatore tv, suona sostanzialmente la stessa musica: «Quello di Sinner non è un problema fisico: ha messo massa muscolare e la sua palla è decisamente più pesante. Ma un grande torneo è fatto di tante cose insieme: Jannik arrivava da una settimana faticosa a Indian Wells, a Miami ha trovato condizioni estreme e poi ha giocato una partita dispendiosissima con Alcaraz, pagandola un po’ in finale. Dunque, deve imparare a gestire le energie fisiche e nervose, è una dote su cui si può lavorare ma che si acquisisce giocando tante partite di alto livello. Perciò, in vista dei match tre su cinque, deve cominciare a pensare che non si può sempre spingere a tutta, che nei primi turni il campione si preserva scegliendo i momenti giusti per accelerare. Ottenere punti facili dal servizio e accorciare gli scambi con la smorzata o le discese a rete potrà senz’altro aiutarlo». Paolo Lorenzi, […] ex numero uno d’Italia nel 2017 e oggi vicedirettore degli Internazionali, Sinner lo ha visto dal vivo a Miami: «E mi ha impressionato per la rapidità di piedi, la pesantezza di palla e la capacità di non perdere mai campo: fisicamente si sta strutturando alla grande. Ma certamente una partita come quella contro Alcaraz ti prosciuga e a 21 anni recuperare anche mentalmente da sfide del genere è più complesso. C’è anche da dire che Medvedev era l’avversario peggiore, perché ti fa sempre giocare tre colpi in più, per cui per stargli alla pari devi essere atleticamente al top. Non sono preoccupato per le partite tre su cinque, Jannik ha una capacità di apprendimento fenomenale e questi match gli saranno serviti per immagazzinare input fondamentali. Faccio una previsione: sull’erba, per le caratteristiche del suo gioco, sarà uno degli uomini da battere». Paolo Cané, […] ex numero 26 Atp, oggi allenatore e opinionista tv, pur riconoscendo che deve ancora compiere il salto definitivo, vede praterie di gloria per il futuro di Jannik: «A Miami ha giocato benissimo nonostante il caldo: l’ho visto cambiato, più maturo. Ora arriva a ogni torneo a giocarsi le partite con i migliori e così si abitua: fino all’anno scorso accadeva ogni tanto, ora settimanalmente ha la possibilità di confrontarsi con questi campioni. E così impara le strategie per affrontarli e gestire il momento. Solo che alla sfida con Medvedev è arrivato stremato dalla vittoria con Alcaraz e con un avversario del genere devi possedere una forza fisica e mentale che al momento Sinner non ha. Ma se resta in salute, ci arriverà in fretta, già dalla stagione sulla terra».

Sinner da tappeto rosso (Alessandro Nizegorodcew, Il Corriere dello Sport)

Il rosso si avvicina. Qualche giorno per ricaricare le pile, fisiche e mentali, e Jannik Sinner tornerà in campo per inseguire nuovi exploit e una classifica ATP sempre migliore […]. Montecarlo, al via il 9 aprile, aprirà la stagione su terra battura dell’azzurro, che si dipanerà in seguito tra i Masters 1000 di Madrid e Roma per poi concludersi al Roland Garros. Nel 2022 Sinner ottenne, nonostante vari acciacchi, 630 punti sul rosso europeo. Fu proprio a Montecarlo che, spronato da coach Simone Vagnozzi, iniziò a utilizzare maggiormente la smorzata e il dritto arrotato (soprattutto in lungolinea) superando Coric, Ruusuvuori e Rublev per poi arrendersi a Zverev al fotofinish. Lo scorso anno il record nei quattro grandi tornei sulla terra fu di due quarti di finale e due ottavi, con 11 vittorie, 4 sconfitte e 2 infortuni. L’obiettivo è migliorare sensibilmente questi numeri sulla scia della fiducia acquisita nei primi mesi della stagione. […] Jannik Sinner grazie allo splendido lavoro degli allenatori Vagnozzi e Cahill, ha migliorato ogni aspetto del proprio gioco. Dal servizio al dritto, passando per le ormai famose variazioni […] sino alle volée, ancora incerte ma nettamente in crescita. Tutte armi che Sinner potrà utilizzare sulla terra rossa per rendersi imprevedibile di fronte a ogni genere di avversario. Sul rosso vi è un po’ più di tempo per pensare al colpo da eseguire ed è importante rimanere lucidi. Il ‘nuovo’ Jannik ha tutte le carte in regola per un paio di grandi risultati. […] Montecarlo, Madrid, Roma e Roland Garros sono soltanto apparentemente tornei simili. Le condizioni di gioco sono differenti nonostante si tratti della medesima superficie. In terra monegasca si gioca letteralmente sul mare e l’umidità può diventare un fattore; la capitale spagnola è in altura […] e la palla, come si dice in gergo, ‘vola via’: l’aria è leggermente più rarefatta e la conseguenza sui colpi è di una velocità maggiore unita però a un minore controllo. Chi serve bene, solitamente, a Madrid può ben disimpegnarsi. Non è un caso che, proprio alla Caja Magica, sia giunta l’unica finale’ 1000′ di un grande battitore come Matteo Berrettini. A Roma le condizioni sono di media velocità, mentre i campi del Roland Garros sono tendenzialmente rapidissimi. Sole, vento, pioggia, umidità, altura. Sulla terra battuta europea è importante sapersi adattare, accettare gli errori, lottare anche quando vi è poca fiducia nei propri colpi. Tutte caratteristiche che fanno parte del bagaglio mentale dell’altoatesino. […] «Sinner è un tennista in costruzione però può già arrivare in fondo ai grandi tornei e vincerli». Còsi aveva parlato l’allenatore Simone Vagnozzi a inizio stagione ed è ciò che si è visto in campo sin dal primo torneo del 2023. In questi quattro tornei servirà trovare continuità, fisica e mentale, in vista delle lunghe settimane di Madrid e Roma. Da quest’anno infatti, entrambi gli appuntamenti aumenteranno il proprio campo di partecipazione e la durata complessiva dell’evento, così da emulare in tutto e per tutto Indian Wells e Miami. Nove settimane di rossa passione alla ricerca di risultati utili per il primo […] obiettivo dichiarato di Sinner: la qualificazione alle ATP Finals di Torino. Nella Race, dopo la partenza sprint del 2023, è attualmente quarto con ben 1735 punti. Un bottino da incrementare a suon di accelerazioni e variazioni.

A Cocciaretto il trofeo, ma Errani è felice lo stesso (Ronald Giammò, Il Corriere dello Sport)

Il Messico si conferma terra di conquista per Elisabetta Cocciaretto. L’azzurra infatti, dopo il successo colto a Tampico lo scorso ottobre, domenica sulla terra battuta di San Luis Potosi […] ha concesso il bis battendo in finale, in rimonta la connazionale Sara Errani in tre set […] aggiudicandosi così il suo ottavo titolo in carriera […] . Per la ventiduenne, che a gennaio a Hobart aveva giocato la sua prima finale sul circuito maggiore poi persa contro l’americana Davies, si tratta di un successo dal sapore speciale perché le consente di raggiungere la 45° posizione del ranking, sua miglior classifica in carriera. Una classifica che nonostante la sconfitta torna a sorridere anche a Errani, che guadagna ben 21 posizioni attestandosi come nuova n.78 del mondo. Una doppia ricompensa quindi, giunta al termine di un match durato due ore e mezza, in cui logica e certezza hanno finito col cedere il passo alla lotta e ai colpi di scena. Basti citare, tra tutte le statistiche che l’hanno caratterizzato, che ben ventuno dei trentaquattro game giocati non hanno rispettato alcun ordine di battuta, in un vortice di break e controbreak che ha tenuto fino all’ultimo in bilico l’esito della contesa. «Ho provato a lottare fino alla fine, su ogni punto, e questa è stata sicuramente la chiave per vincere», ha dichiarato le ventiduenne allieva di Fausto Scolari che non ha nascosto le difficoltà incontrate nel terzo set quando si è trattato di portare a termine la sua rimonta: «E’ stato un match davvero duro, Sara è un’ottima giocatrice, ci conosciamo molto bene e giunte alle battute finali è stata davvero dura perché lei ha molta esperienza […]. Penso però di essere riuscita a gestire bene i momenti chiave del match e sono davvero contenta per questa vittoria». Il suo successo, così come il ritorno stabile tra le top100 di Errani, non sono i soli motivi di gioia per il tennis femminile azzurro che, grazie a Martina Trevisan e al suo quarto di finale centrato a Miami, ha potuto festeggiare la sua ottava interprete capace di raggiungere la top20. Con la toscana a guidare il gruppo, sono adesso sei le italiane presenti in top100. Un motivo in più, dopo quest’ultimo successo sulla terra battuta messicana, per guardare con ottimismo allo swing sul rosso al via la prossima settimana.

Sinner, decifra i tennisti geni e diventi un n.1 – Ecco dove passa la marcia di Sinner per diventare numero uno (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Come una pallina del karaoke che corra sul resto ella canzone, la sconfitta con Medvedev nella finale dell’Hard Rock Stadium rimbalza sugli entusiasmi che l’italico popolo del tennis trina a Sinner. Non li scalfisce, piuttosto asseconda. È la sesta, contro il russo, ma nessuno ci fa caso. Ben altro è rimasto nel cuore. La vittoria con Alcaraz, su tutto, e quello scambio da 25 colpi concluso con un passante tracciato da uro goniometro che il vano tuffo dello spagnolo proteso a rete ha reso ancor più indimenticabile. Il resto sembra contare meno, appare trascurabile. Gli italiani hanno scelto: il “rosso Jannik” è il colore alla moda. Siamo un popolo di Sinner? In tutti i sensi… Si affacciano così domande ineludibili. La più implacabile riguarda il numero uno. Quando sarà il momento per JS di prendere posto sulla poltrona che gli spetta, quella lassù, sulla vetta del tennis? Presto. L’ha detto e scritto Panatta, l’ha giurato Pietrangeli, Barazzutti se n’è detto certo, mentre Volandri che è il capitano di Davis non lo dice, ma di sicuro lo pensa. E presto sia, chi sono io per dire il contrario? Magari non subito, forse i primi tempi s’intrecceranno nella necessaria alternanza con i competitor altrettanto dotati e meritevoli, ma prima o poi arriverà il turno di Sinner. Il team sta lavorando per quello, e l’andamento della stagione, con un titolo […], due finali […] e una semifinale a Indian Wells già riposti in berta, insieme al recupero di sei posizioni classifica che l’ha riproposto al numero 9 […], appare propedeutico a nuovi e importanti sviluppi futuri. Sembra essere, questo 2023, l’anno dell’avvicinamento alla meta agognata e più volte indicata, la stagione che permetterà a Sinner non solo di avvicinarsi ai piani alti del tennis, ma di entrare nella parte, e di accumulare esperienze che lo rafforzeranno nelle convinzioni, mostrandogli la via, i suoi ostacoli e come evitarli. È stato cosi per tutti. Anche per Djokovic, e in parte per Federer. Poi ci sono i fenomeni, quelli che a 19 anni vincono il Roland Garros […], e salgono al numero uno […]. Ma questa è un’altra storia… Mi chiedo quanto l’entusiasmo abbia contagiato il gruppo di lavoro con cui Sinner condivide la propria parabola tennistica. Di certo lo condividono anche coach Vagnozzi e supercoach Cahill, dev’essere per loro motivo di grande orgoglio, ma spero anche lo sappiano dosare. Indian Wells, e ancor più Miami, hanno evidenziato aspetti nuovi del percorso che JS ha ormai imboccato, e promosso nuove domande. Jannik ha confermato una predilezione per le prove sul cemento […], ha ribadito che tra lui e Alcaraz la competizione è aperta, e se lo spagnolo ha qualcosa in più nel fisico e nei colpi, il nostro sa far valere lo spirito di adattamento e quella forza interiore che lo spinge a resistere oltre ogni logica. Infine, il doppio “mille” fa intuire come altri tennisti impegnati nella corsa alle prime posizioni siano scesi di qualche grado, nella scala Richter dei pericoli che potrebbero mettere a soqquadro le certezze di Sinner. Un nome esplicativo, in tal senso, è quello di Taylor Fritz, non tanto perché battuto da Jannik, quanto per la sensazione di superiorità offerta dal nostro nell’ultimo confronto […]. Un altro è Andrey Rublev, letteralmente preso a scappellotti […]. Tra tante note positive, non vanno dimenticati né i due kappaò con Medvedev […], né la sconfitta con Tsitsipas a Melbourne […], né la minaccia costituita da altri giocatori interessati alla disputa. Con Djokovic, Sinner non incrocia le racchette da Wimbledon, con Rune ci ha perso nell’unica occasione in cui si sono trovati di fronte, e con Korda la situazione è in parità, ma Sinner ci ha vinto soffrendo, mentre lo statunitense si è imposto […] in termini ben più comodi. Medvedev a Miami ha posto JS di fronte a un problema che non può essere risolto con qualche correzione tecnica. Il tennis infernale nei ritmi e straordinario nelle esecuzioni posto in essere con Alcaraz, con il russo non serve, semplicemente perché se ne sottrae e impone lui le regole d’ingaggio. Le sei sconfitte di Jannik con l’orso hanno un denominatore comune, al di là dei guasti fisici che nella finale di Miami hanno determinato la prestazione: con lui Sinner non riesce mai a dettare i tempi del gioco. Vi è riuscito in parte solo a Torino, nella sfida di due anni fa […]. È anche con queste valutazioni che Sinner dovrà confrontarsi. Per far si che quella poltrona da numero uno non attenda troppo a lungo.

Intervista a Massimo Sartori – “Sinner vale uno Slam. E’ maturato in fretta e piace più del calcio” (Paolo Rossi, La Repubblica)

Massimo Sartori è il coach che ha visto per primo il diamante grezzo. Lo scovò in montagna, il minuscolo Jannik Sinner che non aveva 13 anni. Glielo mostrarono in azione e l’allora mentore di Andreas Seppi […] quasi non credette ai suoi occhi. Cominciò così la grande avventura di Jannik con la racchetta. Sartori, l’occhio non la tradì. «Beh, non potevo sbagliare. Ovvio che stavo vedendo giusto. Di certo sono stato fortunato a essere stato chiamato a passare da quelle parti. Immaginai per lui un futuro grandioso, ma vediamo cosa riserva il futuro. C’è ancora tanto, se non tutto, da scrivere». Passiamo all’oggi: che idea s’è fatto, in generale? «Vanno fatti i complimenti allo staff di Sinner per questa programmazione. Pensate a questo suo inizio di 2023: ha raggiunto gli ottavi agli Australian Open, quindi la vittoria a Montpellier e la finale a Rotterdam. L’hanno fatto ritirare da Marsiglia per prepararlo direttamente al cemento degli Stati Uniti e i risultati dei due Masters 1000 sono sotto gli occhi di tutti». Bravi. Però non basta soltanto la programmazione. «Certo, da sola no. Ma questi due coach, Vagnozzi e Cahill, che lavorano davvero in sintonia, hanno anche trovato un signor metodo d’allenamento: lo vedete che il servizio di Jannik è migliorato, e potrà esserlo ancor di più. Ma vogliamo parlare del suo movimento? Oggi lui si prende il campo, è complicato per tutti giocare contro Jannik». Ecco, può entrare un po’ più nel merito? «Dipende anche dall’altro giocatore: avrete visto che nella semifinale di Miami lui e Alcaraz apparivano velocissimi perché entrambi muovono il braccio con rapidità, quindi sembrava come una gara di Formula 1 se non addirittura un videogame. Invece contro Medvedev, match in cui a fare il gioco è stato il russo, gli scambi sembravano più lenti». Ora c’è la stagione della terra: però Jannik ha confessato di preferire il cemento. «Sì, immagino preferisca il cemento perché la palla rimbalza senza scherzi. Mi spiego: sul rosso una riga, un granello di terra, possono cambiare la traiettoria e quindi la preparazione del colpo». Ah, quindi niente illusioni? «Ma non ha già raggiunto i quarti a Parigi? Sono convinto che possa giocare bene su tutte e tre le superfici. Anche sull’erba a Wimbledon. Io mi aspetto che possa andare fimo in fondo in ogni Slam». Si può dire che Jannik ha vinto la scommessa del cambio coach. «Direi di sì. Jannik è stato pronto e disponibile ad affrontare il nuovo. Qui s’è visto lo spirito giovanile». Ora guarda sempre il suo box. «Si spiega, secondo me, anche col fatto che ha dei coach più giovani. Vagnozzi ad esempio, che gli è stato vicino sin da subito. E poi credetemi, anche se non lo dà a vedere perché è un ragazzo riservato, a Jannik piace divertirsi, godere della sua età». E agli italiani piace così tanto. «Piace tanto perché ha conquistato uno spazio vuoto. Mi spiego: è accaduto quando ha vinto la Next Gen a Milano seducendo i suoi coetanei che guardavano il calcio e spostando l’attenzione sul tennis. È lo spot perfetto per il nostro sport».

«Jannik sarà numero 1» (Francesca Schito, Il Tempo)

Vincere il primo Masters 1000 della carriera all’Open di Miami sarebbe stata la ciliegina sulla torta di un 2023 partito fortissimo per Jannik Sinner. Purtroppo però non sempre i sogni si trasformano in realtà, o comunque per far sì che questo accada è necessario superare un certo numero di ostacoli, difficoltà e delusioni. Più la strada è impervia e scivolosa, più sarà dolce il momento del successo. A tirare le somme di un mese a stelle e strisce che ha fatto sognare il pubblico italiano e consegnato a Sinner una semifinale a Indian Wells e una finale in Florida, è stato Paolo Bertolucci, ex campione di tennis che ha in bacheca 6 titoli vinti e un best ranking da 12 del mondo […], oggi la voce che commenta gli exploit dei grandi campioni per Sky: «Era ovvio che perdesse con Medvedev, la battaglia contro Alcaraz è stata durissima e le scorie che ha lasciato quella partita non erano state smaltite nel giorno di riposo […]. Si è alzato più stanco di prima, capita, soprattutto quando il fisico non si è ancora completamente sviluppato». Però, al di là della singola partita il bilancio non può che essere positivo: «Sinner ha giocato alla grandissima tutto il tour americano […]. Ha delle grandissime difficoltà contro le caratteristiche di Medvedev, che sono uniche e per fortuna le ha solo lui. Per batterlo doveva essere al 100%, ma Jannik ha già dimostrato di essere ad altissimo livello: oggi ci sono lui, Alcaraz, Djokovic e Medvedev, se la giocano questi quattro adesso. E i prossimi anni saranno di Sinner e Alcaraz, e speriamo anche di Musetti». L’altoatesino intanto ha riconquistato la top ten, eguagliando il suo best ranking al numero 9 del mondo ed è ora al quarto posto nella Race, che tiene conto dei risultati dell’anno, alle spalle di Medvedev, Djokovic e Alcaraz. Il 21enne di San Candido intanto ha fissato i prossimi obiettivi: «Lascio Miami […] orgoglioso di quello che abbiamo ottenuto nell’ultimo mese. Non è andata bene ieri […], ma comunque sto migliorando e crescendo sempre di più. Ora qualche giorno di riposo prima della stagione sulla terra». L’appuntamento è fissato per il 9 aprile, giorno di Pasqua, a Montecarlo. Sul campo del Principato tornerà a vedersi anche Novak Djokovic, tornato ieri numero uno del mondo, dopo essersi scambiato il posto in vetta proprio con Carlos Alcaraz. Tornando alle classifiche, sono 6 gli italiani tra i primi cento: oltre a Sinner, ci sono Musetti (21), Berrettini (22), Sonego (47), Cecchinato (96) e Fognini (97). Nel femminile balzo di Martina Trevisan che entra in top 20 raggiungendo appunto la ventesima posizione, seguita da Giorgi (43), Cocciaretto (45), Paolini (67), Errani (78) e Bronzetti (79).

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