ATP Montecarlo, Musetti: “Anche se gioca male, Djokovic è il n. 1 del mondo e non puoi mai darlo per spacciato”

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ATP Montecarlo, Musetti: “Anche se gioca male, Djokovic è il n. 1 del mondo e non puoi mai darlo per spacciato”

Tra adrenalina da smaltire e gioia incontenibile, Lorenzo Musetti commenta la vittoria su Novak Djokovic: “Sentivo di potercela fare, ho lavorato sodo nell’ultimo mese per arrivare a questo risultato”

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Lorenzo Musetti - Montecarlo 2023 (Photo Felice Calabro’)
 

Lorenzo Musetti è il nono italiano a battere il tennista che occupa il vertice del ranking ATP numero 1 del mondo, meno di due settimane dopo che ci era riuscito Jannik Sinner, lui a Miami contro Carlos Alcaraz. Bisogna riconoscere ai nostri anche una certa dose di fortuna, dal momento che lo spagnolo e Novak Djokovic si stanno alternando in prima posizione e loro li incontrano e li battono nel momento giusto. O forse hanno semplicemente un’ottima mira.

Certo, il match tra Jannik e Carlos ha offerto uno spettacolo diverso. O “uno spettacolo” tout court. Ma quando affronti Alcaraz è difficile fuggire dalla spirale di scambi spella-mani e il Rosso nazionale di sicuro non è uno che si tira indietro, anzi rilancia. Per avere un match di quelli che ti incollano davanti alla TV fin quasi all’alba, toccherebbe a Musetti il ruolo spumeggiante, ma il periodo da cui viene non è esattamente quello che lo porta a sfoderare con malcelata sicumera tutto il bagaglio tecnico a un livello che peraltro ancora deve raggiungere. Intanto, però, ventunenne da un mese o poco più, l’ha vinta nell’altra maniera contro un fenomeno che quando gioca male quasi sempre vince lo stesso. Andiamo dunque a sentire (e leggere…) quello che ha detto Lorenzo dopo il successo che lo riporta in top 20.

D. Come ti senti dopo una vittoria del genere?

Lorenzo Musetti: “Estremamente felice. Un po’ stanchino perché è stata lunga, una battaglia tosta fino alla fine. Quando ci sono tante emozioni, è difficile recuperare bene e far scendere l’adrenalina, ma farò del mio meglio per essere pronto per domani.”

D. È stata difficile l’interruzione per pioggia? Cosa hai fatto durante quell’ora?

“Una doccia veloce, mi sono cambiato e ho cercato di rilassarmi, ma rimanendo pronto a dare battaglia per un’altra ora (sorride). Non è stato difficile, mi dicevo di avere più fiducia e credere di poter vincere. La sensazione di potercela fare che avevo durante l’incontro. L’ultimo game è stato davvero complicato, alla fine è stato un sollievo.”

D. L’inizio di quest’anno non è stato molto facile per te. Come sei arrivato dalla sconfitta con Muller a Marrakech a vincere tre match e contro il n. 1?

“Già, non un grande periodo, ma ho avuto le mie occasioni con Muller, un break avanti nel terzo. Ho iniziato a giocare meglio rispetto al Sud America e agli States. Ho continuato a credere nel mio team, nel lavoro che facciamo ogni giorno e ho cercato di sistemare qualcosa. Penso di aver lavorato davvero sodo nell’ultimo mese per arrivare ai risultati di oggi.”

D. Avevi giù giocato tre volte con Djokovic. Oggi c’era qualcosa di diverso? Abbiamo visto che era di cattivo umore, silenzioso. Sentivi la sua palla diversa?

“A essere sincero non lo so, è sempre un giocatore unico. Non lo puoi mai dare per spacciato. All’inizio facevamo entrambi fatica per via del vento e del freddo. Palline e condizioni completamente diverse dagli altri giorni. Quindi credo che il nostro livello più alto sia stato alla fine del secondo set e nel terzo abbiamo servito meglio. Non mi sono concentrato troppo su di lui, dovevo pensare a cosa fare per batterlo. Anche se gioca male, è sempre il n. 1 del mondo e devi ammazzarlo tipo dieci volte.”

Guarda il video del direttore Scanagatta su Instagram:

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