Iga Swiatek non sta vivendo una stagione semplice. La polacca è sempre la numero 1 del mondo WTA per distacco, ma ha subìto qualche battuta d’arresto in più rispetto all’anno scorso, come le due sconfitte contro Elena Rybakina tra Australian Open e Indian Wells, e il k.o. contro Barbora Krejcikova a Dubai, oltre all’infortunio alle costole che l’ha messa fuori gioco dal torneo di Miami. La 21enne ha raccontato in un’intervista al Corriere dello Sport tutte le difficoltà di restare al vertice: “L’Australian Open è stato difficile. Per la prima volta ho iniziato la stagione da numero 1 WTA e ho sentito la pressione. Adesso le aspettative sono cambiate: un anno fa raggiungendo gli ottavi di finale sarei stata felice, mentre ora se non vado fino in fondo non sono contenta”.
Diverse pressioni che arrivano dall’ambiente circostante non semplici da gestire per la bi-campionessa del Roland Garros, che all’Australian Open aveva dichiarato di giocare per non perdere anziché per vincere, nella conferenza stampa dopo la sconfitta contro Rybakina. Pressioni che la giocatrice di Varsavia ha cominciato a percepire dallo scorso US Open: “Prima pensavo un passo alla volta, era un ottimo approccio. Prima dello US Open ho iniziato a riflettere sulle percezioni esterne. Questo mi ha condizionato, ma a New York dove mi aspettavo condizioni poco ideali sono tornata a pensare alle singole partite. Alla fine ho vinto il titolo e ho sviluppato la convinzione di poter superare ogni difficoltà”. Non semplice per Swiatek è stato arrivare velocemente al numero 1 immediatamente dopo il ritiro di Ash Barty e gestire le emozioni: “Quando mi hanno detto che sarei diventata numero 1 del mondo ho chiamato mio padre e ho iniziato a piangere tantissimo. Tutti dicono che lo sognano per una vita, ma per me le cose sono andate così veloci che non ho fatto in tempo a sognarlo. In quel momento ero contenta, ma anche confusa e incerta per il futuro”.
La collaborazione con una psicologa è ritenuta fondamentale dalla polacca per l’approdo ad alti livelli: “Daria Abramowicz mi ha aiutato a capire come gestire sia l’improvviso miglioramento tennistico che tutte le parti extra campo del mio lavoro. La sua presenza è importante perché spesso è prima di un torneo che ho bisogno di supporto. Ci tengo a mostrare il nostro lavoro perché voglio dimostrare che questa figura può essere utile a tutti”. La vincitrice dell’ultimo US Open ha rilasciato una battuta anche sulla situazione attuale del tennis italiano: “Jannik (Sinner) e Lorenzo (Musetti) hanno più o meno la mia età, ma non ho mai passato tempo con loro. Da fan preferisco Sinner, sta lavorando in modo intelligente e penso sia il futuro del tennis. Spero possa vincere un grande titolo quest’anno”.
Per Swiatek ora prosegue la stagione con i tornei che ama di più, quelli sulla terra battuta, a partire da Madrid e Roma. Proprio al Foro Italico ha vinto due volte e ha dichiarato di trovarsi particolarmente bene: “E’ il tipo di terra su cui sono cresciuta. Poi l’atmosfera del tifo e il buon cibo aiutano. Cerco di godermi la città”.