Alcaraz e Rune un giorno magico Sinner si ferma: non va a Madrid (Crivelli). Prima c'era Nadal, ora il re è Alcaraz. Barcellona incorona il migliore sulla terra (Semeraro). Tennis, alla ricerca di un altro n. 1 (Martucci)

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Alcaraz e Rune un giorno magico Sinner si ferma: non va a Madrid (Crivelli). Prima c’era Nadal, ora il re è Alcaraz. Barcellona incorona il migliore sulla terra (Semeraro). Tennis, alla ricerca di un altro n. 1 (Martucci)

La rassegna stampa di lunedì 24 aprile 2023

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Alcaraz e Rune un giorno magico. Sinner si ferma: non va a Madrid (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Ragazzi terribili. Alcaraz e Rune, il futuro è già qui. Ma quale Next Generation: Djokovic a parte, Carlitos e Holger sono il presente fatto e finito del tennis. Una domenica bestiale, da fenomeni veri, con la conferma dei titoli a Barcellona e Monaco di Baviera attraverso percorsi diversi ma ugualmente effervescenti. Il campione di Murcia illustra in finale la qualità dei fuoriclasse: alzare il livello in relazione alla qualità dell’avversario. E così domina il greco Tsitsipas, battuto per la quarta volta su quattro in appena 78 minuti, dopo che le prime tre sfide avevano sempre regalato equilibrio: il greco è il primo a ottenere il break, nel terzo game del primo set, ma da li la partita diventa un monologo di Alcaraz, illuminato da una completezza tecnica sublimata da 10 smorzate vincenti e con la prima di servizio che gli regala 30 punti su 37. Dopo lo pausa forzata di Montecarlo, Carlos torna perciò a ruggire con il terzo torneo vinto in stagione su 5 giocati e accorcia le distanze in classifica da Djokovic (ora lo separano 365 punti)

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Al Masters 1000 di Madrid, da mercoledì, sI presenterà da campione in carica e da testa di serie n.1 per l’assenza del Djoker, e il coetaneo Rune (il danese compirà vent’anni sabato, Alcaraz il 5 maggio) sarà probabilmente l’avversario più pericoloso, se le fatiche di queste settimane non lo avranno prosciugato troppo. In Baviera, il suo successo è da romanzo: dolorante a un braccio, dopo aver vinto il primo set contro Van De Zandschulp (stessa finale di un anno fa) sembra sciogliersi, subisce un parziale negativo di 7 game a uno e vede l’avversario servire tre volte per il match nel terzo set. Gli annulla due match point sul 2-5, risale fino al 5-5 in un game in cui si storce una caviglia e litiga con l’arbitro perché non gli permette di fasciarla, riperde il servizio e sul 5-6 cancella altre due palle match al rivale, prima di giocare un tie break perfetto, dove l’olandese pert) gli cerca troppo il rovescio, colpo sul quale il guaio alla caviglia incide di meno

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Gli altri tornei A Madrid non ci sarà Sinner, quello che i pronostici indicano come il terzo lato del triangolo di una rivalità destinata a segnare la storia dei prossimi anni. Jannik, che aveva dato forfait prima del quarto Barcellona contro Musetti per una sindrome influenzale accompagnata da un’allergia stagionale, non giocherà il 1000 spagnolo per avvicinarsi al meglio a Roma e al Roland Garros dopo una serie incredibile con 17 partite in 40 giorni: vittoria a Montpellier, finale a Rotterdam, semifinale a Indian Wells, finale a Miami e semifinale a Montecarlo.

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Prima c’era Nadal, ora il re è Alcaraz. Barcellona incorona il migliore sulla terra (Stefano Semeraro, La Stampa)

 Nessun dorma: gioca – e vince – Carlos Alcaraz. Un tenore di Barcellona intona l’aria durante la premiazione, quando però l’opera sulla «pista Nadal» del Real Club de Tennis è già conclusa, musica e libretto di Carlitos che si prende per la seconda volta consecutiva l’antico ‘250’ catalano quasi scherzando Stefanos Tsitsipas in finale – 6-3 6-4 in meno di un’ora e venti – e ora guarda a Madrid, a Roma. Soprattutto a Parigi. Il Niño in Catalogna ha ripreso in mano il torneo da dove l’aveva lasciato Nadal, lo stesso piglio. Con mezzo tennis di vertice in infermeria o in convalescenza il favorito per la parte nobile della stagione sulla terra è lui. Non solo per motivi sanitari: se è in forma, sul rosso è ingiocabile. Picchia da fondo, scende a rete, ricama smorzate assassine. Serve implacabile (81 per cento di punti con la prima) passa come un geometra; governa ritmi e spazi da campione consumato. Un torero gentile, che mata con il sorriso e alla fine, braccia al cielo, va a prendersi gli applausi al centro dell’arena.

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Nella Race, che decide gli otto delle Atp Finals, con il successo di ieri ha scavalcato Sinner al terzo. Anche a Madrid è campione uscente, deve difendere punti: ma trasformare la difesa in attacco è una delle sue virtù. Chi può fermarlo? Nadal è in forse persino per il Roland Garros, Djokovic in crisi con il gomito, Tsitsipas sottomesso. Medvedev amletico sulla terra, Zverev in recupero, Berrettini ai box. Rublev e Rune incostanti. Resta Sinner, uno dei due insieme a Norrie capace di batterlo quest’anno (l’anno scorso riuscì anche a Musetti ad Amburgo). Proprio per provarci Jannik ha deciso di saltare Madrid. Nessun dorma, niños. Ma un po’ di riposo serve.

Tennis, alla ricerca di un altro n. 1 (Vincenzo Martucci, Messaggero sport)

Tempi duri per i numeri 1. Che siano attuali, come Novak Djokovic, grandi ex come Nadal e Murray, recenti come Medvedev ed Alcaraz, o aspiranti tali, come Rune e Sinner. Ancor di più oggi, sulla terra rossa europea. Con Nole (dolorante al gomito) e Rafa – mai guarito alla lesione al muscolo ileopsoas di gennaio a Melbourne e fuori dai top 10 dopo 18 anni – che per la prima volta dal via del 2002 disertano entrambe il Masters 1000 di Madrid, e sono disperatamente aggrappati a Roma (dall’8 maggio) per non presentarsi al buio il 28 al Roland Garros. Mentre la piovra russa, l’erede di Rafa, “il nuovo “Connors targato Danimarca e il messia che l’Italia attende da Adriano Panatta non danno garanzie di tenuta sulle maratone parigine. Così come gli ex bambini d’oro Zverev e Tsitsipas che il numero 1 l’hanno solo sfiorato. MISTERO NOLE Nole I di Serbia ha firmato a gennaio gli Australian Open con un infortunio al ginocchio che ha fatto discutere, ha agganciato Nadal a 22 Slam-record, tornando dopo 6 mesi sul trono della classifica e strappando poi a Steffi Graf il mitico record delle 377 settimane in vetta.

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Il vero numero 1 resta lui, e tutti scommettono che, stimolato dai bollettini medici negativi targati Maiorca, saprà recuperare anche sulla superficie meno vincente. Il ko di Banja Luka contro il discepolo Lajovic non gli fa così male, né il pensiero dei 1800 punti in ballo fino a Wimbledon

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Ma la fiducia del leader c’è ancora? VANTAGGIO CARLOS Il logorio del tennis moderno ha segnato anche i fantastici 19enni Carlos Alcaraz e Holger Rune, senza scalfirne l’incredibile potenziale e i maestosi margini di progresso. Lo spagnolo che, aggiudicandosi gli US Open di settembre è diventato il più giovane numero 1 del ranking ATP, ha poi accusato 3 infortuni in 5 mesi, e ha cominciato la campagna sul rosso saltando Montecarlo. Però ha appena confermato il titolo a Barcellona dominando Tsitsipas l’incompleto (primo bis dal triplete di Nadal 2016-2018) e deve subito rispettare la cambiale anche a Madrid. Magari per il secondo anno salterà Roma sulla via di Parigi ma oggi è il più credibile dei numeri 1. Con 3 titoli stagionali, una finale persa al rientro con Norrie, e una semifinale (battuto da Sinner a Miami).

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Intanto Rune e Sinner rientrano necessariamente ai box. A Montecarlo il bad boy dalla faccia d’angelo è crollato di fisico contro Rublev, una settimana dopo a Monaco ha bissato il titolo sempre contro Van den Zanhshulp, annullandogli 4 match point, rimontando dal 2-5 al terzo set, pur con un doppio infortunio, a braccio e caviglia destri. Jannik, dopo la faticaccia nella semifinale col danese, ha tenuto due partite a Barcellona e poi s’è fermato, stremato, anche per non disperdere la fiducia ritrovata. Roma e Parigi valgono bene una messa da prossimi numeri I.

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