Dal nostro inviato a Madrid
J. Munar b. [Q] M. Arnaldi 3-6 6-3 6-1
Leggendo il risultato si potrebbe pensare che, dopo la clamorosa vittoria con Ruud, Matteo Arnaldi non abbia superato la prova del nove tanto cara a Rino Tommasi. In realtà nella prima ora di gioco il protagonista in campo è stato proprio il 22enne sanremese, che nel primo set ha comandato il gioco a suo piacimento. Poi ad inizio del secondo parziale, quando ha avuto anche la palla break per portarsi in vantaggio anche in quel parziale, la spia della benzina si è accesa all’improvviso. Umano, diremmo: questa per l’azzurrino era la quinta partita della settimana, tra main draw e qualificazioni, e soprattutto la quattordicesima nel mese, tra le cinque del vittorioso Challenger di Murcia e le quattro a Barcellona. A quel punto Munar, che già con astuzia non proprio sportivissima aveva cercato in alcuni frangenti di “raffreddare” agonisticamente il suo avversario, ha iniziato a prendere il sopravvento, ha ribaltato le sorti del match ed ha finito per dominare al terzo, con Arnaldi che pur cercando orgogliosamente di combattere fino alla fine ma non ne aveva più. Bravo comunque Matteo: la sensazione è che Madrid per lui sia solo l’inizio. Lo rivedremo alle qualificazioni di Roma, ce lo ha confermato lui nell’intervista post-match, dopo una settimana di doverosa ricarica delle batterie.
LA CRONACA – Il sole scalda bene in questa giorni di estate anticipata madrilena, perciò il pubblico (cronista compreso) all’inizio riempiva soprattutto le tribune nella zona all’ombra del campo n. 3 della Caja Magica. Con il passare del tempo si riempirà poi pian piano tutto lo stadio, con la gran parte degli spettatori intenti a sostenere il giocatore di casa. Come si era capito sin dal primo punto del match, con i poco sportivi applausi sull’errore di Arnaldi. L’italiano partiva visibilmente più contratto – lo si notava anche dall’espressione molo più tesa del viso – rispetto al match contro Ruud e cedeva subito servizio, commettendo diversi errori non da lui. Ma il sanremese si scrollava subito la tensione di dosso con un paio di belle accelerazioni e si riprendeva il break, per poi passare in testa tenendo il servizio a zero. Sull’abbrivio, grazie anche ad un paio di orrori a rete di Munar, Arnaldi otteneva il secondo break consecutivo, infilando un parziale di 13 punti a 0 e poi con un ace saliva 4-1. Munar brontolava un po’ con il giudice arbitro – e non sarà l’ultima volta – perché sosteneva di non aver visto partire la palla a causa di un riflesso del sole, ma ci risulta che non valga a nessun livello dirlo dopo, a punto perso. Dal vivo la sensazione era che la palla di Munar non facesse male, mentre invece quella di Arnaldi viaggiava che era una meraviglia: quando impattava bene – e lo faceva molto spesso – partivano traccianti belli veloci che rubavano il tempo al 25enne maiorchino. Che allora provava a variare, rallentando il ritmo, per cercare di far pensare magari quel pochino di troppo durante l’esecuzione dei colpi il suo avversario. Ma il 22enne sanremese ci metteva veramente un attimo a ritararsi: i due punti dello 0-30, che poi rimontava subito per il 5-2. Quando Matteo andava a servire per il set, lo spagnolo provava a caricarsi e a mettere pressione vincendo il primo punto dopo un lungo scambio molto bello. Ma il n. 105 del mondo non si scomponeva, anzi esponeva tutto il campionario: serve & volley, tracciante da fondo dopo aver fatto fare il tergicristallo allo spagnolo, ace ed infine palla corta vincente, incamerando così il primo parziale con il punteggio di 6-3.
Il secondo set non iniziava subito perchè Munar sosteneva che in un parte del campo dietro la riga di fondo si scivolasse troppo e chiedeva la cosa venisse risolta. La sensazione era che volesse “raffreddare” il suo avversario, e lo farà in un altro paio di occasioni, a nostro giudizio (“Non mi sono fatto distrarre, lo conosco,” ci confermerà Arnaldi nel post partita). Il pubblico trovava modi di divertirsi comunque nel frattempo, accompagnando con degli olé i lanci di terra rossa con la pala dell’addetto. Ma il sanremese non si lasciava distrarre e sembrava deciso a continuare da dove aveva lasciato: lo dimostrava lo straordinario dritto vincente in corsa che giocava subito nel secondo punto del parziale. Munar le provava veramente tutte, ed era encomiabile per come cercasse di trovare la chiave per girare il match, come quando nel terzo gioco riusciva ad annullare una palla break e poi con uno smash dopo un bello scambio saliva 2-1. Ed era proprio questo il turning point della partita. Da quella palla break piazzava un parziale di 12 punti a 0 che lo portava a condurre per 4-1. Il calo di Arnaldi era improvviso, ma sensibile: provava a restare a galla con un paio di variazioni delle sue, ma la sua palla adesso viaggiava di meno e consentiva a Munar di entrare in modalità “muro di gomma”: il n. 88 del mondo ora non sbagliava più niente. Matteo ci provava, gli scambi erano diventati intensi e purtroppo aveva perso quel pizzico di brillantezza, sia fisica che mentale, necessaria per chiudere punti di questo tipo. Lo dimostravano i due errori di poco che non gli consentivano di sfruttare nel settimo gioco la palla break che avrebbe riaperto il set. Come detto all’inizio, questa era la sua quinta partita in sette giorni, quante ne aveva fatte a Murcia per vincere il Challenger a inizio mese. Mese in cui ne ha giocate quattordici : “Peccato non aver finito con una vittoria” commenterà con una battuta un po’ amara, quando glielo faremo notare nel post-match. Arnaldi si rendeva conto che a braccio di ferro non poteva più vincere e provava a rallentare, a variare, per sfruttare la maggior capacità di accelerazione. Ma Munar era in controllo, non si faceva irretire e chiudeva 6-3, portando la partita al terzo.
Iniziava il parziale decisivo ed era subito break Munar. Era ormai evidente che Arnaldi non ne avesse proprio più, e ce lo confermerà lui stesso nel dopo-partita (“Sì, nel terzo poi sono calato”). Aveva il merito di cercare di resistere, estraendo dal suo repertorio qualche pregevole serve & volley, che almeno inizialmente gli consentivano di rimanere in scia tenendo il servizio nel terzo gioco. Ma palle che un’ora prima colpiva ed erano problemi per Munar, ora arrivavano allo spagnolo a velocità gestibili e tornavano invece indietro complicate per Arnaldi. Cercava di non mollare Matteo, ma il serbatoio era proprio vuoto. E nonostante la sua stoica resistenza alla fine il punteggio diventava pesante, dato che perdeva il servizio anche nel quinto gioco, dopo aver annullato due palle break, ed anche nel settimo e ultimo gioco. Quando dopo aver annullato ben cinque match points – in un’occasione Munar ancora una volta dimostrava la sua poco sportività, sostenendo con l’arbitro che Arnaldi avesse colpito la palla al volo ancora dal lato del campo dello spagnolo – affondava in rete il rovescio che sanciva il 6-1 Munar, poco dopo le due ore di gioco. Il 25enne spagnolo alzava così le braccia al cielo, davanti agli applausi entusiasti dei suoi connazionali che avevano continuato ad incitarlo per tutto il match, festeggiando i primi ottavi di finale in un Masters 1000 in carriera.