Per Nadal il compleanno più amaro, lontano da Parigi

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Per Nadal il compleanno più amaro, lontano da Parigi

Il campionissimo spagnolo, fermo per un infortunio all’ileopsoas che mette a rischio la sua carriera, non è abituato a festeggiare lontano da Parigi

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Rafael Nadal - Roland Garros 2022 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

A partire dal 2022 la giornata nazionale del tennis in Spagna si festeggia il 3 giugno, non una data casuale, ma il giorno del compleanno di Rafael Nadal.

A onor del vero Rafa non ha festeggiato molti compleanni in terra spagnolo poiché la data della sua nascita cade proprio a cavallo delle due settimane in cui si gioca il Roland Garros. Destino, forse. La sua prima partecipazione allo slam francese risale al 2005 quando, proprio nel giorno del suo diciannovesimo compleanno, si trovò a giocare e vincere la semifinale contro colui che sarebbe diventato poi il suo più grande rivale, e amico, Roger Federer. Fatalità, forse. Due giorni più tardi Rafa vincerà per la prima volta il Roland Garros, sconfiggendo Mariano Puerta.

Da quel giugno 2005 solamente in tre occasioni Nadal non era a Parigi a festeggiare: nel 2009 quando perse negli ottavi da Soderling, nel 2016 quando dovette ritirarsi per un problema al polso e nel 2020 quando non si giocò il torneo causa pandemia. E da quel giugno 2005 è inutile ricordare che per ben altre 13 volte, pochi giorni dopo il suo compleanno, Rafa ha alzato al cielo il trofeo destinato al vincitore, sbriciolando ogni statistica e ogni record Slam, ante Nadal.

A pochi giorni dall’inizio del Roland Garros 2023 Rafa ha annunciato che questa edizione non l’avrebbe visto scendere in campo e ha aggiunto che il prossimo anno sarà il suo ultimo anno nel circuito. Ciò significa che il prossimo 3 giugno, infortuni e avversari permettendo, sarà l’ultima volta in cui, nel giorno del suo compleanno, Nadal potrà scendere sulla terra rossa del Philippe Chatrier, mentre tutto il pubblico intonerà per lui “Joyeux Anniversaire”. I francesi, evento raro, l’hanno adottato come fosse un eroe di casa. Una statua campeggia sotto il centrale di Parigi e lì resterà a memoria dell’incredibile impresa sportiva compiuta da Rafa negli anni. Egli ha conquistato l’amore del pubblico non solamente a suon di vittorie, ma anche dimostrando una sportività e un’umiltà fuori dal comune. Il famoso “merci” ai ragazzi che gli passano l’asciugamano o ai raccattapalle, la classe nel non avere mai, nemmeno nei momenti più difficili, distrutto una racchetta, il suo sorriso e la sua disponibilità hanno conquistato il cuore di tutti gli appassionati, anche di coloro che per ragioni sportive hanno poi tifato per un suo rivale. L’immagine di Rafa e Roger che piangono tenendosi per mano nel giorno dell’addio di Federer rimarrà a suggello della fine di un’epoca, scritta da due campioni immensi in campo, e fuori. Ed essere campioni fuori dal campo resta sicuramente la sfida più difficile. Si dice che i grandi sportivi non si ritirano mai davvero. Per questo oggi, mentre Rafa festeggia a Maiorca con la sua splendida famiglia, a Parigi lui c’è e ci sarà finché si giocherà il Roland Garros. Le sue imprese verranno raccontate ai nuovi appassionati da coloro che le hanno vissute e saranno tramandate come una leggenda negli anni. Perché è così che accade ai campioni. 

Chi entrando nello stadio del Santos può non pensare a Pelè? Chi sedendosi sugli spalti di quello che era il San Paolo non si lascia sopraffare dalla nostalgia per le magie di Maradona (ora lo stadio, peraltro, si chiama come lui)? Chi varcando la soglia di Wimbledon non vede Roger danzare sull’erba? Chi nello United Center di Chicago non immagina Michael Jordan volare a canestro? Chi a Misano o al Mugello non si aspetta di vedere un sorpasso impossibile di Valentino Rossi? E così chiunque entri sul Philippe Chatrier avrà sempre l’impressione di poter vedere da un momento all’altro, Nadal correre e combattere per chiudere con un lungo linea impensabile uno scambio che sembrava perso.

Buon trentasettesimo compleanno, Rafa. Parigi ti aspetta per festeggiare con te il prossimo anno.

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