WTA Washington, si apre la porta della finale: la prima a entrarci è Sakkari
Ultima stretta di denti prima dell’ultimo atto sul cemento di Washington: Maria Sakkari segna per prima il suo nome in finale a spese di Jessica Pegula
Ultima stretta di denti prima dell’ultimo atto sul cemento di Washington: Maria Sakkari segna per prima il suo nome in finale a spese di Jessica Pegula
[9] M. Sakkari b. [4] J. Pegula 6-3 4-6 6-2
Di cemento, sul cemento. Maria Sakkari mostra un’ottima versione del suo tennis durante la semifinale del Citi Open contro una Jessica Pegula che lotta fino alla fine per rovesciare la sorte di match forse scritto da principio. Per 2h04′ di gioco e un punteggio finale di 6-3 4-6 6-2, la testa di serie greca non ne vuole sapere di cedere il posto in finale: un risultato che ben risponde alle tante sconfitte (anche sul cemento USA) dell’ultimo periodo. Interrotta la maledizione delle semifinali di quest’anno (sei, tutte perse), Sakkari si mette ufficialmente alla ricerca di un nuovo titolo dopo Rabat 2019.
Sakkari intasca il primo punto con una risposta vincente sulla seconda di Pegula, che tuttavia non esita a mettere subito in campo un ace e ad assicurarsi il turno di battuta. Nel game successivo, Sakkari al servizio mette invece nella racchetta il primo doppio fallo del match, ma finisce per cavarsela grazie a qualche errore di troppo dell’avversaria. Conteso non poco il terzo game: dopo tredici punti giocati e tre vantaggi annullati, la tennista greca sfrutta il primo break e strappa il servizio a Pegula. Sakkari sembra aver trovato la quadra: due ace consecutivi e turno di battuta tenuto a zero. La doppia Pegula, che si porta così a un solo game di svantaggio. Il parziale prosegue con scambi sostenuti dal ritmo asfissiante: si va avanti a “la prima che cede”. Ed è più spesso Pegula, almeno nella mira delle linee. Sul 5-3 in suo vantaggio, Sakkari prova a scendere più volte a rete per cercare prima la chiusura dei (pochi) punti che la dividono dal sesto game. L’intuizione è giusta, il dritto pure: arriva il parziale.
La n.9 al mondo prosegue la sua marcia e tiene il primo turno di battuta del parziale. Tra un doppio fallo e palle a rete, anche la statunitense riesce a tenere il suo, ma la Sakkari degli ace non le lascia respiro e si (ri)porta subito in vantaggio. Pegula inizia a subire l’andamento del match – e una sorte del nastro che non sta mai dalla sua parte – e finisce in poco tempo per restare sotto di tre giochi. Doppi falli dell’americana si alternano a dritti atomici dalla risposta improbabile dell’avversaria. Che sia di dritto o di rovescio, a questo punto la tennista greca aumenta i giri del motore e fa capire all’avversaria che non c’è ancora molto da tentare (secondo lei). Pegula ci prova lo stesso, ne tira fuori due game e – forse anche più importante – riesce a rompere il gioco di dritto dell’avversaria. Poi, ancora un altro: parità. Sul 40 pari del 4-4 si va per la prima volta ai vantaggi durante il servizio della greca: prima un doppio fallo, poi un dritto sul corridoio. È break per l’americana, che serve per il set. Se lo prende.
Uno pari, palla al centro. Si risveglia Sakkari, che interrompe la striscia dei game persi (cinque) e ritrova il dritto della prima parte del match: dopo il turno di battuta tenuto, la greca prova a sfruttare il break ai vantaggi per cumulare un altro gioco, ma non ci riesce. Sale il livello della partita e la fretta di chiudere i punti da parte di entrambe prevale sulla voglia di assicurarsi il campo. Sotto di un gioco, Pegula al servizio si assume dei rischi per non far mancare il fiato sul collo dell’avversaria. Fallisce, e Sakkari stavolta riesce a prendersi il break. Sul 5-2, l’americana serve per allungare la partita: sul 30-15, un vincente di rovescio apre alla greca una doppia strada per la vittoria. Ci arriva dalla prima. La finale è sua (e della vincente tra Gauff e Samsonova).