WTA Montreal: Pegula lascia solo un game a una avvilita Samsonova, secondo Master 1000 per l’americana
La tennista russa fiaccata dalla semifinale con Rybakina giocata solo quattro ore prima della finale.
La tennista russa fiaccata dalla semifinale con Rybakina giocata solo quattro ore prima della finale.
[4] J. Pegula b. [15] L. Samsonova 6-1 6-0
L’atto conclusivo del National Bank Open presented byRogers dura solo cinquanta minuti: tanto basta a Jessica Pegula per superare Ludmila Samsonova. I contrattempi meteorologici, protagonisti durante tutta la settimana, sono stati probabilmente i primi protagonisti nell’ultima giornata. L’atleta di Mosca è scesa in campo solo quattro ore prima dell’atto conclusivo per giocare e vincere in quasi due ore il match contro Elena Rybakina. Dover affrontare la numero 3 e la numero 4 del mondo in rapidissima successione non deve essere impresa semplice, dal punto di vista fisico e anche mentale.
Samsonova infatti è crollata, di fronte peraltro a un’avversaria che ha onorato l’occasione con un tennis splendido, commettendo svariati errori in misura e anche sei doppi falli in momenti molto delicati del match. Per lei una prima finale a questi livelli davvero da dimenticare
Un po’ di buona sorte dalla parte della campionessa, che però si è meritata il suo secondo master 1000 della carriera dopo quello vinto a Guadalajara lo scorso ottobre.
Le due contendenti hanno le stesse caratteristiche di gioco e cominciano entrambe a spron battuto spingendo in risposta e cercando il predominio nello scambio. Pegula in particolare comincia abbondantemente sotto al 50% di prime palle in campo e probabilmente in attesa di ritrovare confidenza con il servizio cerca di ottenere il massimo in ribattuta.
Samsonova dal canto suo non appare stanca e risponde colpo su colpo nei primi dieci minuti. Nel prosieguo del set però gli eventi si evolvono in maniera diversa e la tennista russa comincia a faticare per tenere il ritmo dell’atleta di Buffalo.
Sul punteggio di 1-1 Pegula confeziona tre dritti vincenti consecutivi, il secondo e il terzo direttamente sulla risposta. Il break conquistato dalla favorita numero 4 della manifestazione conferisce subito fiducia alla stessa, mentre Samsonova aumenta il numero degli errori. Nella parte restante della frazione, che dura solo ventuno minuti, l’americana consolida il suo robusto e preciso pressing e la rivale non trova soluzioni. Il punteggio di 6-1 è eloquente: 9 vincenti contro solo due errori per chi ha vinto il set, tre contro 12 il bilancio di chi l’ha perso.
L’inizio del secondo parziale è tutt’altro che consolatorio per la testa di serie numero 15, che parte alla battuta e si aggiudica i primi tre punti, mettendo a segno due ottimi dritti, uno incrociato e uno inside-out. Il punto successivo è un doppio fallo, seguito immediatamente da una risposta vincente di dritto dell’americana. Ludmila si incarta con due errori al palleggio e regala il break con un altro doppio errore.
Il set della russa è praticamente tutto qua: per lei frustrazione, stanchezza, idee annebbiate e certamente una Pegula che deve esserle sembrata a un certo punto una Chris Evert nella sua versione più implacabile.
Il merito di Jessica è stato indubbiamente quello di non concedere nessuna confidenza all’avversaria in difficoltà. La statunitense non si concede flessioni di rendimento e chiude la pratica in soli sei game e 29 minuti.