[2] N. Djokovic b. [9] T. Fritz 6-1 6-4 6-4

Due ore e trentacinque minuti non è una durata trascurabile per una partita di tre set, soprattutto quando il match si disputa in una canicola asfissiante come quella di questo martedì a Flushing Meadows. Gli organizzatori hanno deciso di chiudere parzialmente il tetto per creare un’ombra che proteggesse il campo dell’Arthur Ashe dal sole, ma la temperatura e l’umidità erano comunque tali da rendere le condizioni di gioco durissime.

Ma nonostante la durata relativamente lunga del match, non si è mai avuta la sensazione che il vincitore alla fine non sarebbe stato Novak Djokovic. Il n. 2 del mondo (che risalirà in vetta dopo la fine del torneo indipendentemente dal risultato) ha ipnotizzato Taylor Fritz ingabbiandolo in una rete di palleggi centrali che gli ha fatto perdere la trebisonda e commettere una quantità enorme di errori gratuiti (saranno 51 alla fine), rimanendo bloccato in un incantesimo che gli ha fatto perdere quasi tutti i “pressure point” del match, accumulando alla fine un 2 su 12 nella conversione delle palle break che riassume in pieno come sia stato reso inerme dal gioco di Djokovic, soprattutto se si aggiunge che i due break ottenuti da Fritz nel corso di tutto il match sono stati immediatamente restituiti nel giro di pochi minuti.

LA PARTITA – Inizio da incubo per l’americano, che si è ritrovato sotto 6-1, 3-1 senza quasi accorgersi che la partita era iniziata. Totalmente irretito dagli scambi di Djokovic, Fritz ha faticato non poco a mantenere l’integrità della sua racchetta oltre che del suo comportamento in campo, sempre più soverchiato dalla frustrazione di non riuscire a trovare una contromisura al gioco di Djokovic.

Già nel quarto game del secondo set Fritz si è trovato con quattro chance per il controbreak, sparite una dopo l’altra sull’insistenza del serbo nel giocare sulla diagonale sinistra. Da quel momento l’americano ha comunque preso il controllo almeno dei suoi turni di battuta, ma Djokovic ha concesso solamente un punto nei suoi successivi tre game di servizio, chiudendo il set in 51 minuti.

Il terzo set è stato il più combattuto del match, con l’unica chance avuta da Fritz per cambiare la direzione dell’incontro sul 3-2, quando si è ritrovato 15-40 con due chance per il 4-2. Anche in quel frangente Djokovic è stato abile a tenere il controllo degli scambi e riportarsi in parità, sfruttando poi ben cinque errori gratuiti da fondocampo nel game successivo per andare avanti di un break sul 4-3.

Subito dopo Djokovic non ha però concretizzato il vantaggio, subendo il controbreak alla terza occasione disponibile e finendo il game segnalando in maniera molto decisa a uno spettatore a suo avviso molesto di lasciare il palco che stava occupando. Il solito atteggiamento del serbo che utilizza questi siparietti per caricarsi, e per riprendersi poi il break di vantaggio e chiudere infine la contesa.

8-29-47 – Si tratta dell’ottava vittoria su Fritz in otto incontri, oltre che della ventinovesima vittoria consecutiva contro un tennista americano. Raggiunge in questo modo la sua 47a semifinale in un torneo dello Slam, nella quale affronterà il vincitore del derby USA tra Frances Tiafoe e Ben Shelton.