Alcaraz un fantasma, Safiullin lo spazza via (Crivelli). Halloween Alcaraz. Vai Sinner! (Strocchi). Sabbia in campo e impalcature. Caos WTA Finals (Giammò)

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Alcaraz un fantasma, Safiullin lo spazza via (Crivelli). Halloween Alcaraz. Vai Sinner! (Strocchi). Sabbia in campo e impalcature. Caos WTA Finals (Giammò)

La rassegna stampa di mercoledì 1 novembre 2023

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Alcaraz un fantasma, Safiullin lo spazza via (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

E pensare che Alcaraz aveva scelto la strada dell’università per il rientro in pompa magna a Parigi: una lezione in allenamento al cospetto del professor Djokovic. D’altronde, la lealtà di un avversario é la premessa di un’amicizia. Tuttavia, non é bastato scaldarsi con il più fiero rivale per bagnare il ritorno con un successo: Carlitos, ed è una sorpresa con il botto, già fuori dall’ultimo Masters 1000 stagionale e adesso l’ambizione di sottrarre a Nole il numero uno del mondo per ripetere così la prodezza dell’anno scorso, quando chiuse la stagione al primo posto, da teenager, interrompendo l’ultradecennale dominio dei Fab Four, é appesa a un filo sottilissimo. Un Alcaraz troppo altalenante, stranamente con poco punch, per niente aiutato dal servizio nei momenti chiave della sfida, che non è riuscito a sfondare la resistenza del russo Safiullin, numero 45 Atp uscito dalle qualificazioni, subendone anzi le controrepliche velenose da fondo campo, e privo inoltre di quel killer instinct che è un suo marchio di fabbrica (è stato avanti di un break sia nel primo sia nel secondo set). Bercy rimane dunque un appuntamento maledetto per il prodigio spagnolo, fuori agli ottavi nel 2021 e al quarti un anno fa, piegato dallo strappo addominale nel match contro Rune che lo costrinse a chiudere anzitempo la stagione senza poter giocare le Finals. Nel 2023 l’allievo di Ferrero non aveva mai perso una partita d’esordio di un torneo: evidentemente la fascite plantare che Io tormenta da dopo la tournée asiatica é più fastidiosa del previsto. E infatti: «Mentirei se dicessi che sono al 100%, dopo una stagione così lunga credo che quasi tutti i giocatori abbiano qualche problema. Io ho un po’ di dolore qua e là, ma pensavo di aver recuperato bene durante queste settimane. Ho ancora qualche fastidio alla pianta del piede, però stavo cercando di prendermi cura del mio corpo. Comunque affronterò il finale di stagione con quello che ho. È stato un anno molto lungo e dispendioso, ma nel complesso mi sento abbastanza bene per sperare di raggiungere un buon risultato alle Finals. L’obiettivo adesso è tentare di migliorare giorno dopo giorno per raggiungere un livello molto alto che mi dia l’opportunità di vincere». Resta quel tratto di pomeriggio trascorso in campo con Djokovic, la bellezza sublime dello sport, il rispetto della forza altrui che solo due personalità titaniche possono coltivare. […] E così, a Bercy, in attesa del torneo, domenica scorsa si erano allenati insieme: «II modo migliore per prepararsi é sicuramente allenarsi con il migliore di tutti — aveva confidato Alcaraz – perciò con Novak ci siamo parlati prima di arrivare a Parigi e ci siamo detti che avremmo potuto fare un po’ di training insieme in campo. Ha vinto lui, ma spero sarà così solo in allenamento! Tra di noi abbiamo un rapporto molto bello fuori dal campo, Novak e una persona meravigliosa ed e bello parlare con lui nei momenti che condividiamo durante gli allenamenti. Chiaramente non é che mi dà consigli visto che stiamo lottando per vincere tornei, però parliamo di molte altre cose del circuito, oppure anche di altri sport. Gli ho chiesto della finale di rugby che lui ha visto dal vivo. A fine allenamento abbiamo giocato a calcio-tennis, sono momenti molto belli». […]

Halloween Alcaraz. Vai Sinner! (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Non poteva essere più da incubo l’Halloween di Carlos Alcaraz. Il 20enne spagnolo, al rientro nel tour 29 giorni dopo la battuta d’arresto in tre set negli ottavi del Masters 1000 di Shanghai per mano di Grigor Dimitrov è incappato in un’altra amara sconfitta, per mano del russo Roman Safiullin, al 2° turno del 1000 di Parigi-Bercy, l’ultimo stagionale di questa categoria di tornei. Davvero una serataccia per il pupillo di Juan Carlos Ferrero, al quale non è bastato essere avanti di un break in entrambi i set per arginare il tennis tutto ritmo e accelerazioni del 26enne di Podolsk (n.45 Atp), bravo a togliere costantemente il tempo al talento di El Palmar. Messo sotto pressione da un rivale in stato di grazia (9 punti su 10 a rete), Carlitos è stato tradito dal diritto (14 i gratuiti), colpo con cui di solito sfonda. Nel secondo set, dopo essere stato ripreso sul 3-3 (dal 3-1), ha annullato 3 chance di break, ma la quarta gli è stata letale. Safiullin al pensiero della vittoria più importante in carriera non ha tremato, liberando la sua gioia dopo un ora e 37′. Era da Astana dello scorso anno che non usciva all’esordio Alcaraz, il cui rapporto con Parigi-Bercy è problematico (nel 2022 l’infortunio con Rune e l’anno prima il pianto con Gaston). Ora dovrà ritrovare la condizione per le Finals torinesi. Dopo questo inatteso scossone il menù odierno vede l’ingresso in scena di tutti gli altri big e un cartellone da leccarsi i baffi: si comincia con Medvedev-Dimitrov, proseguendo con Tsitsipas-Auger Aliassime e Djokovic-Etcheverry, quindi Humbert-Zverev, poi non prima delle 19.30 Thiem-Rune e nel clou serale l’esordio di Jannik Sinner opposto allo statunitense Mackenzie McDonald. […] Un bel passo in direzione Torino, intanto, lo ha compiuto proprio Alexander Zverev, capace di trarsi d’impaccio da una situazione intricata con l’ungherese Marton Fucsovics per poi prevalere alla distanza. Un successo che consente al 26enne tedesco, due volte “Maestro” (nel 2018 e 2021), di consolidare la settima posizione nella Race con 250 punti di margine su Holger Rune e 430 su Hubert Hurkacz, a sua volta in lizza per un posto tra gli otto di scena al Pala Alpitour. […]

Sabbia in campo e impalcature. Caos WTA Finals (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Stadi in costruzione, impalcature ovunque, solo due campi su cui allenarsi, l’accesso al Centrale garantito a soli due giorni dal via del torneo e sabbia a guastare le superfici già irregolari dei campi e a dare ai rimbalzi quel tocco d’imprevedibilità in più. Benvenuti alle Wta Finals. Il palcoscenico è quello di Cancun, in Messico, località da cartolina con mare sullo sfondo, sede prescelta a settembre per l’ultimo evento della stagione che anziché presentarsi come ciliegina al termine di un’annata già di per sé complicata per il circuito femminile, è riuscito nell’impresa di metter d’accordo tutte e otto le migliori giocatrici lì presenti, unite tanto nelle critiche quanto nello stupore per una scelta non certo all’altezza del blasone della manifestazione. «È una vergogna – dicono in coro Sabalenka, Jabeur e colleghe – una cosa non degna della Wta e di un torneo così prestigioso». Il 6-0 6-1 con cui ieri Coco Gauff ha superato Ons Jabeur è solo il quinto risultato con un parziale simile mandato agli archivi di questa edizione. A conferma di un umore che, anziché votato all’agonismo, pare più focalizzato sulla propria salute e la voglia di evitare inutili infortuni. «Il campo è pessimo – ha detto la ceca Marketa Vondrousova – la palla rimbalza dappertutto, pare si giochi sull’erba». «Del campo non voglio parlare – ha rilanciato la kazaka Elena Rybakina – ma è stato fatto tutto in ritardo». «Non me la prendo con chi ha fatto i lavori – ha sottolineato tunisina Ons Jabeur – anzi, li ringrazio. Ma questo è un evento importante e spero davvero che una cosa simile non accada mai più». Ancor più duro il giudizio espresso dalla n.1 del mondo Aryna Sabalenka: «E’ l’ennesima mancanza di rispetto della Wta nei nostri confronti. In campo non mi sento sicura. Non e certo questo il livello che mi aspettavo per le Finals». Troppo brutte per esser vere, queste Finals. E troppo ambigua e approssimativa, ancora una volta, si è dimostrata la Wta in una stagione in cui con indifferente vaghezza si era già ritrovata a gestire le polemiche sorte all’indomani del conflitto russo-ucraino, quelle levatesi per il ritorno in Cina nonostante perdurasse il silenzio sulle condizioni di salute di Peng Shuai e, non ultime, le istanze sorte in merito alla parità salariale, un calendario più agile e maggiori tutele in caso di gravidanza. Nessuna risposta, silenzio anche stavolta.

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