Marketa Vondrousova è stata una delle sorprese dell’anno. Non proprio una novità, ma ha saputo rinverdire fasti che sembravano oramai introvabili, vincendo il primo Slam e trovando per la prima volta in carriera la top 10 e la qualificazione alle WTA Finals. Torneo mai come quest’anno al centro di discussioni e polemiche, per motivi di vario tipo, causati da un’organizzazione tutt’altro che ideale. E, dopo la vittoria nel singolare di Billie Jean King Cup contro Kenin, il tema viene sottoposto alla n.1 ceca, che da Cancun è tornata con un bottino avaro di vittorie.

Ubitennis: “Vieni da un periodo non proprio positivo alle Finals. Come riesci a cambiare così velocemente la tua mentalità con un’altra competizione?“

Vondrousova: “Be’, devo giocare per il mio Paese, quindi è leggermente diverso. Sto arrivando da Cancun, che è un po’ diverso. Qui abbiamo grandi campi e tutto il resto, senza pioggia, senza vento. Mi sento meglio qui (sorride). Sento che è meglio venire da Cancun a qui che da qui a Cancun, mi sono sentita bene fin dal primo allenamento. Stavamo pensando che avrei potuto giocare anche martedì, ma il jet lag c’era ancora quindi ho deciso di non farlo. Oggi mi sentivo bene, la partita è stata fantastica“

D: “Semplicemente toccando Cancun, come ti senti sul torneo, l’organizzazione, e ovviamente il tempo? Hai parlato ad altre giocatrici di questo? Ti ha reso pazza?“

Vondrousova: “Sì, abbiamo parlato un sacco, anche prima di iniziare a giocare. Eravamo in contatto quasi ogni giorno. Mi sentivo come se fossimo davvero deluse, tutte noi, perché non era tennis. Stavamo lottando così tanto ogni partita, sentivo che anche il tennis non era bello. Anche per le persone, anche per noi. Mi sono sentita davvero delusa quando siamo arrivate: c’erano campi folli, un vento pazzesco e ho dovuto fermarmi tipo cinque volte nel mio incontro con Gauff. Mi stava facendo impazzire. Certo, questo è il tennis, ma sentivo che non avrebbero dovuto farlo. Dopo lo US Open dovrebbero saperlo prima. Forse basta controllare il tempo nei posti dove piazzeranno il torneo. Questa è la prima cosa che dovrebbero fare“

D: “Facendo seguito a quanto hai detto, abbiamo visto dichiarazioni di quasi ognuna delle presenti a Cancun. Credi che attualmente ci sia più unità nello spogliatoio, che ci siano state conversazioni sul potere di cambiare le cose? Pensi che alcune cose stiano iniziando a scuotersi, per così dire?“

Vondrousova: “Sì, sicuramente, sento che tra di noi ci conosciamo davvero bene, tutte le ragazze in top 10, top 15, sento che siamo molto unite. Sento che siamo forti, forse possiamo fare qualcosa. Anche comunicare con le persone, la WTA e tutto il resto. È buono sapere che possiamo difenderci a vicenda“

D: “Trai un po’ di consolazione dal fatto che nessuno ha davvero spinto Iga al limite lì, tranne te, probabilmente? In un altro giorno vinci quel primo set, ordini i pensieri su quello e via, ‘le mie Finals avrebbero potuto essere diverse’? Hai parlato anche della pioggia, forse ha avuto qualche effetto“

Vondrousova: “Ho avuto tre sconfitte, ma era contro delle top 10. Sento che non la si dovrebbe rendere molto pesante, perché ogni partita è diversa. Ho giocato un ottimo match con Gauff, sono anche arrivata a un game dalla vittoria. Ho solo provato a prendere i lati positivi anche se non ne ho avuti molti (sorride). Quando sono venuta qui mi sono sentita benissimo fin dal primo allenamento, tutto è cambiato. Adoro stare con la squadra e tutto il resto. È molto facile sentirsi bene qui“