Simone Vagnozzi: "Il tennis è un po' un puzzle. Senza l'aspetto mentale non si può fare nulla"

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Simone Vagnozzi: “Il tennis è un po’ un puzzle. Senza l’aspetto mentale non si può fare nulla”

Le parole del coach di Jannik: “I grandi campioni di solito sono forti su tutti gli aspetti”

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Simone Vagnozzi - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)
 

Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna. Allo stesso modo, dietro un gran tennista c’è (quasi) sempre un grande allenatore. E Jannik Sinner non è l’eccezione che conferma la regola, anzi. Innegabile che la sua carriera abbia subito un’importante svolta, con notevoli progressi fino ad arrivare fino ad oggi, da quando ha iniziato la propria collaborazione nel gennaio 2022 con Simone Vagnozzi. E lo zampino dell’ascolano, oltre che del super coach Darren Cahill, si vede eccome. Ne è ben consapevole anche lui, come dimostrano le interessanti risposte che ha dato nella conferenza post gara di oggi.

Ubaldo Scanagatta: “Ha battuto sette top 3 in quest’anno. Ti sorprende questo?

Vagnozzi: “Gli avete rotto talmente le scatole nel passato che non batteva i top 5, allora se l’è legata (ride). Da quando ci sono io, quello che abbiamo detto sempre è che attraverso il miglioramento lui poteva raggiungere grandissimi risultati. E penso che è quello che sta facendo. Ha migliorato la parte fisica, la parte tecnica, la parte tattica, e questo fa sì che poi sia in grado di battere anche giocatori di quel calibro.”

D: “Due anni fa, quando era entrato, Darren Cahill aveva detto che quello che doveva migliorare era l’aspetto mentale, adesso sembra che invece sia molto soddisfatto

Vagnozzi: “Sicuramente un po’ il tennis è un puzzle. Senza l’aspetto mentale non si riesce a far niente, e l’aspetto tecnico è importante, la tattica. Noi cerchiamo di lavorare un po’ su tutto, di completarlo e i grandi campioni di solito son forti su tutti gli aspetti.”

Scanagatta: “Qual è l’aspetto più difficile, eventualmente, di giocare per la seconda volta con lo stesso giocatore?

Vagnozzi: “Ci saranno degli aggiustamenti, se dovesse giocare con Djokovic, sia da parte loro che da parte nostra. La parte positiva di rigiocare con Djokovic è che l’ha battuto l’ultima volta, quindi sicuramente entrerà con ancora più positività.”

D: “Mi ha colpito la risposta di Jannik. Prima gli ho chiesto [nella sua conferenza] se avesse paura e lui ‘no, mi diverto, ho fatto anche la palla corta oggi’. Questo è un segreto?

Vagnozzi: “Oggi ha sorpreso anche me. La partita era difficile, è uscito fuori al terzo in una maniera pazzesca e ha fatto un set clamoroso. La sua forza è che, finito il match, eravamo sulla cyclette a fare defaticamento e pensava a come migliorarsi.”

D: “Adesso come si prepara al match di domani?

Vagnozzi: “Adesso no (ride). Aspettiamo di vedere contro chi gioca. Stasera andiamo a cena tutti insieme e poi io e Darren già da stasera iniziamo a vedere video, statistiche e tutto.”

D: “Parto dal momento della cyclette, che hai citato tu. Vedervi tutti lì insieme accanto a lui…quanto è stata importante la sinergia del team?

Vagnozzi: “Io penso che sia importante proprio durante tutto l’anno. C’è comunicazione, c’è fiducia, e questo fa sì poi che Jannik sia anche un po’ più tranquillo. Lui crede in quello che gli dici, crede in tutto il team, e questo fa sì che i risultati arrivino

D: “Adesso siamo quasi vicini al 100% per Sinner, o credi ci sia ancora un margine importante in termini di miglioramento?

Vagnozzi: “Io penso che ci sia ancora molto margine. Non penso che sia arrivato al suo best, quindi c’è tanto da fare, può migliorare in tanti aspetti. L’aspetto fisico, tattico e tecnico, e quello che ci fa ben sperare è questo

Scanagatta: “Qual è la cosa più difficile per convincere Sinner a farla? Quella che lui, se potesse, non farebbe?”

Vagnozzi: “A lui piace talmente giocare a tennis che la palestra, queste cose qua, la fa un po’ meno volentieri, però sa che gli serve. Un po’ quell’aspetto lì, però posso dire la verità che la disponibilità che lui mette ogni giorno nel migliorarsi è enorme

D: “A livello personale invece per te cosa vuol dire? Perché due anni fa, quando iniziava quest’avventura, qualcuno il sopracciglio lo aveva alzato

Vagnozzi: “Penso che, come ho detto due anni fa mi pare a Roma, e qualcuno mi aveva guardato strano quando avevo detto che Jannik poteva arrivare allo stesso livello di Alcaraz, ci siamo avvicinati ancora un po’. Io penso che in questi sette anni che faccio l’allenatore ho sempre raggiunto ottimi risultati. E l’importante è che Jannik abbia fiducia in quello che fa

D: [non si sente]

Vagnozzi: “Penso che Medvedev oggi sia entrato con un piano tattico molto aggressivo e che onestamente non lo avevo mai visto tirare così forte dal primo punto. Jannik è stato bravo a tener botta, soprattutto all’inizio, e la differenza l’ha fatta il fatto che Medvedev sia un po’ calato all’inizio del terzo al servizio, come percentuale, e Jannik è stato bravo a montargli sopra e andargli sopra a livello di ritmo.”

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