Il giornalista José Morgado si racconta: "Il mio successo su Twitter? Iniziato per scherzo. Sinner è un ragazzo eccezionale" [ESCLUSIVA]

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Il giornalista José Morgado si racconta: “Il mio successo su Twitter? Iniziato per scherzo. Sinner è un ragazzo eccezionale” [ESCLUSIVA]

“Tsitsipas mi seguiva anche prima che diventassi un giornalista” – ci ha raccontato Morgado a Torino. “Mi dispiace molto quando miei tweet generano odio”

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José Morgado e Ubaldo Scanagatta - ATP Finals 2023 (foto Ubitennis)
 

La settimana torinese delle Nitto ATP Finals è stata davvero molto intensa, ma tra un match e l’altro Ubitennis è riuscita a scambiare quattro chiacchiere con José Morgado, noto giornalista ed esperto della racchetta nonché re del tennis twitter dall’alto dei suoi 183mila followers, sempre in continua crescita. Molto gentile, loquace e disponibile, Morgado lavora per SportTV Portugal, che come ci ha spiegato detiene i diritti TV di tutti i tornei ATP, oltre che per Bola Amarela (il suo sito, che in realtà non è più suo) e il giornale Record. Nell’intervista realizzata con Ubitennis, José ha raccontato un po’ il suo percorso, spiegando come siano le sue relazioni con i giocatori e come riesca a seguire il tennis così intensamente.

D: Quali sono i tuoi segreti? Come fai a postare così tanto e a seguire così da vicino il tennis?

José Morgado: “Il segreto principale è che io guardo tanto tennis, lavoro con un canale televisivo portoghese che si chiama SportTV, che mi ha permesso di essere a Torino come inviato per le ATP Finals. Abbiamo i diritti per trasmettere tutti i tornei ATP, dai ‘250’ alle ATP Finals, più Wimbledon e la Coppa Davis. Tutte le settimane ho partite da commentare, non lavoro solamente quei pochi giorni che riesco a non essere a Lisbona e prendo ferie. Sono davvero pochi quei giorni, magari in estate, una settimana a luglio o ad agosto, poi ovviamente mi fermo a dicembre, quando si ferma anche il tennis. Twitter mi aiuta tanto nel mio lavoro: è iniziato tutto un po’ per scherzo, ero molto fan del tennis e mi ha fatto conoscere molte persone. Ho iniziato a twittare perché mi piaceva, poi è diventato tutto un po’ più professionale. Ho notato che alle persone piace ciò che scrivo”.

D: Quanti anni fa hai iniziato ad usare twitter?

José Morgado: “Ho iniziato nel 2009, ma in maniera più seria solo a partire dal 2016 o 2017, quando ho iniziato a lavorare per il più grande giornale sportivo di Portogallo. All’epoca però, a differenza di oggi, coprivo anche altri sport, come il calcio ad esempio. A partire dal 2019 mi sono dedicato esclusivamente a commentare per SportTV e al mio sito di tennis, bolamarela.pt, che poi è stato venduto ad un’agenzia di comunicazione. Io ne curo la parte editoriale, ma di fatto oggi lavoro per loro, poiché ho venduto i diritti”.

D: Come organizzi le tue giornate?

José Morgado: “In generale si adattano al tennis, in modo che io riesca sempre a stare sul pezzo e a scrivere di tennis. Il grande segreto è che mi piace molto seguire questo sport e condividere con le persone che mi seguono quello che vedo e penso. Quando sono ai tornei cerco di andare ad almeno tre o quattro conferenze stampa, so che alla gente piace sapere che cosa dicono i giocatori“.

D: Quanti tweet fai al giorno?

José Morgado: “Dipende dai giorni, negli Slam arrivo anche a 50 o più, mentre tipo a Torino, visto che durante le partite ero in diretta, riuscivo a farne magari giusto qualcuno a fine set. Negli Slam, però, ci sono sempre tante cose che succedono allo stesso tempo, così come quando vai a vedere un torneo on site”.

D: Come fai a seguire quattro, cinque, sei partite allo stesso tempo?

José Morgado: “Cerco di avere quante più finestre possibili: a volte sulla TV c’è una partita, sul computer un’altra, sul telefono un’altra ancora, e così via. È ovvio che non è possibile vedere tutti i match allo stesso tempo, cerco di passare da uno all’altro e di seguirli nel miglior modo possibile”.

D: Uno degli aspetti peggiori dei social è che ci sono tante persone che si sfogano eccessivamente, mostrando odio e scrivendo insulti. Come riesci a convivere con queste cose?

José Morgado: “In relazione a me stesso non ho grossi problemi, ci sono alcuni che scrivono cose brutte ma se sono indirizzate a me devo dire che non patisco molto. Mi dispiace molto di più invece quando le reazioni negative sono dirette ai giocatori: a volte scrivo semplicemente un tweet in cui dico che il giocatore A ha battuto il giocatore B, stop. Il 90% delle risposte non vanno però ad elogiare il giocatore che ha vinto, bensì a gettare odio quello che ha perso. Davvero, a volte i tweet sono esclusivamente il risultato di una partita, non faccio nulla perché la gente si scateni e critichi pesantemente il giocatore in questione. Io ormai sono abituato a chi dice che preferisco un tennista piuttosto che un altro, oppure a chi mi chiede perché non scrivo nulla quando un giocatore portoghese perde, dato che quando vincono spesso scrivo qualcosa su di loro. Fino a quando la situazione non diventa troppo offensiva va tutto bene, ma se si oltrepassa il limite, non ho problemi a bloccare certi individui. In generale però mi dispiace di più quando l’odio ingiustificato viene provocato da un mio tweet verso un certo giocatore”.

D: Che effetto fa interagire con i tennisti più importanti non solo di persona ma anche via social?

José Morgado: “Ho un’opinione molto buona di quasi tutti i giocatori. Ci sono tennisti che mi riconoscono quando vado ai tornei, è una sensazione molto bella ma anche un po’ strana all’inizio, perché non so bene quali opinioni loro hanno di me. Di solito, tuttavia, la pensano tutti molto bene, non ho mai ricevuto un feedback negativo da un tennista faccia a faccia. Suppongo che i giocatori pensano che il mio lavoro faccia bene al tennis, dato che lo promuovo molto. Certo ad esempio una volta è capitato che Kyrgios mi abbia risposto ad un tweet dicendo che nemmeno io avevo mai battuto un top10, però in generale ho spesso avuto interazioni simpatiche o divertenti. Penso a Tsitsipas: la prima volta che l’ho conosciuto mi ha detto che mi seguiva su twitter ancor prima che io diventassi un giornalista, oppure a Ruud, che è molto simpatico. La prima volta che Alcaraz ha giocato un Challenger in Portogallo era molto giovane, aveva 17 anni, e io ero lì a seguire quel torneo, tra l’altro giocato a porte chiuse, quindi solo giornalisti e giocatori. Anche con Rune è accaduto più o meno lo stesso, recentemente Cobolli ha vinto a Lisbona e Nardi a Porto, lo stesso Sinner è un ragazzo eccezionale”.

D: A quanti anni hai iniziato a lavorare nel mondo del tennis?

José Morgado: “A 16 anni ho cominciato a scrivere su bolamarela.pt, mentre nel 2009 ho coperto per la prima volta l’Estoril Open, sempre a 16 anni. Fino ad ora sono sempre stato a tutte le edizioni fino al 2023, mentre la prima volta fuori dal Portogallo è stata nel 2011 a 19 anni con il Masters1000 di Madrid. Ho iniziato fin da molto giovane, poi sono andato all’università e quando l’ho conclusa a 21 anni ho iniziato a lavorare per Record, un giornale portoghese, mentre in TV ho iniziato a 25/26 anni. Ora ne ho 31, quindi sono già 15 anni che mi occupo di tennis”.

D: Che cosa ti piace di più in assoluto? Scrivere su twitter, commentare partite, oppure qualcos’altro?

José Morgado: “Commentare, senza dubbio. Mi piace molto parlare, ho lavorato anche un po’ in radio anche se non a livello professionale: mi piace fare tutto, ma credo che ciò che mi viene meglio è parlare, anche più di scrivere. L’ideale per me sarebbe commentare tutti i tornei on site, come successo a Torino, e farlo nove o dieci settimane all’anno sarebbe fantastico”.

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