«Sinner può tutto, l'Olimpiade è la priorità» (Nizegorodcew/Ercoli). «Sinner da Slam a New York» (Guerrini)

Rassegna stampa

«Sinner può tutto, l’Olimpiade è la priorità» (Nizegorodcew/Ercoli). «Sinner da Slam a New York» (Guerrini)

La rassegna stampa di mercoledì 29 novembre 2023

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«Sinner può tutto, l’Olimpiade è la priorità» (Nizegorodcew/Ercoli, Corriere dello Sport)

«Non sono sorpreso del livello raggiunto da Sinner in queste settimane. Conosco il tennis che può esprimere e quello che potremo vedere in futuro. Ha ancora ampi margini di miglioramento e, proprio per questo motivo, lavorare con Jannik è esaltante». Musica e parole di Darren Cahill, ‘supercoach’ entrato nel team Sinner da un anno e mezzo ormai. Ex n. 22 ATP e allenatore, tra gli altri, di Andre Agassi, Lleyton Hewitt, Andy Murray e Simona Halep, è stato fondamentale nella crescita di Jannik, che ha scelto di affiancare la sua (potenzialmente ingombrante) figura a Simone Vagnozzi. La verità è che il connubio tra Cahill e il tecnico ascolano ha funzionato sin dal primo giorno. «Affinché due allenatori lavorino bene insieme è necessaria prima di tutto, che siano disposti a collaborare, a inserire delle regole e a sostenersi a vicenda. E così e stato. Simone è la prima voce, il ‘main coach’, ed è per me un onore lavorare al suo fianco. Credo che tra 20 o 30 anni ne parleremo come di uno dei migliori coach del circuito». Nella sua esperienza da giocatore e allenatore, quanti tennisti ha visto così forti, maturi e determinati all’età di Sinner?

Pensando al passato mi vengono in mente gli svedesi Borg e Wilander o alcuni australiani tra cui Cash. La pressione dei grandi palcoscenici non li schiacciava ma, anzi, li spingeva a far meglio. Ed è quello che è accaduto in Coppa Davis a Jannik, che negli ultimi tre mesi, dopo gli US Open, è maturato moltissimo sotto ogni aspetto. Comprende sempre meglio il gioco, conosce ancor di più il proprio corpo, lo ascolta. Sono apparentemente piccoli dettagli che fanno però la differenza. Il lavoro svolto con Umberto Ferrara (preparatore fisico, ndc) negli ultimi due anni sta dando grandi frutti: Jannik è molto più forte, resistente e anche veloce.

La vittoria nel Masters 1000 di Toronto lo ha sbloccato mentalmente?

Il trionfo in Canada è stato molto importante, perché si tratta del primo ‘big tournament’, è stato un trampolino di lancio; ma oltre a quel titolo hanno inciso molto i successi su Top10 e Top5. In questo 2023 ha capito tanti aspetti del circuito ATP. Ha imparato molte lezioni. Jannik ha preso spunto dalle sconfitte, dalle delusioni. Ha capito cosa migliorare e come. Negli ultimi mesi sta unendo i puntini.

Torniamo per un attimo all’anno passato.

Il 2022 è stato un anno di insegnamenti, seppur buono sotto il profilo dei risultati. Credo che Vagnozzi sia stata per Jannik manna dal cielo, perché tecnicamente è uno dei coach più preparati che abbia mai conosciuto. Il mio compito, avendo tanta esperienza nel circuito, è stato più quello di capire quale fosse la giusta direzione da intraprendere per il team ed esser sicuro che tutti la seguissero. Alla fine della passata stagione ho anche capito quanto Jannik tenesse alla Nazionale. L’infortunio a Parigi Bercy gli aveva precluso la possibilità di giocare le finali di Coppa Davis e ci era rimasto malissimo. […]

Qual è l’aspetto tecnico che Jannik ha migliorato maggiormente?

Direi lo slice di rovescio, con cui ha lavorato a lungo con Simone in questi mesi. E’ un aspetto tecnico che gli ha permesso di sfruttare ancor di più la sua arma principale: il dritto. Uno dei fondamentali più incredibili che abbia visto in tutta la mia carriera.

E adesso in cosa dovrà crescere?

La disponibilità al cambiamento è una dote di Sinner: se dovrà cambiare dieta, lo farà; se modificheremo la routine degli allenamenti, non avrà problemi a farlo. E questo ovviamente si rispecchierà anche nel gioco. È disposto a farlo, a superare i propri limiti, a sacrificarsi per migliorare. Lavorare con un atleta come Jannik è un privilegio. Vedrete comunque qualche novità tecnico-tattiche nei prossimi 18 mesi. Servirà tempo per assimilarle. […]

Tra Nitto ATP Finals e Coppa Davis è arrivato il salto di qualità.

Aver giocato tanti match sotto pressione in questi mesi lo ha aiutato molto ad affrontare le Davis Cup Finals. Era ormai abituato alle aspettative e le ha utilizzate in proprio favore, come i grandi campioni sanno fare. Sono fermamente convinto che Jannik vincerà uno Slam, questo è l’obiettivo. Non so quando, ma ne è capace. Serve resilienza, fiducia e anche un pizzico di fortuna. Le sue potenzialità non hanno limiti. Noi dobbiamo essere bravi a non mettergli pressione. […]

Si è parlato tanto dell’attaccamento di Sinner alla Nazionale. Obiettivo Parigi 2024?

I Giochi Olimpici rappresentano una priorità assoluta di Jannik, che ama giocare per l’Italia. Le Olimpiadi sono già nella nostra agenda.

Come descriverebbe Sinner fuori dal campo?

Sorrisi, sempre sorrisi. Molto simpatico, intelligente e ancor più competitivo: il momento peggiore della sua giornata è quando perde a carte contro qualcuno di noi (ride, ndc). A parte gli scherzi, l’energia che trasmette è coinvolgente. In Davis è stato colpito in testa contro l’Olanda. Molti avrebbero reagito male, lui ha saputo creare l’atmosfera giusta scherzando con Griekspoor. È un ragazzo con i piedi per terra, con un’ottima famiglia. […]

«Sinner da Slam a New York» (Piero Guerrini, Tuttosport)

Stefano Pescosolido, ex giocatore di Davis, ora talent di Sky Sport e responsabile tecnico della Scuola allo Sporting Milano 3 ha commentato la cavalcata trionfale Davis da Malaga. Pescosolido, com’è stato vivere e raccontare questo trionfo dal vivo? «Davvero emozionante anche fuori dal campo. Quando uno ha vissuto le situazioni, riemergono anche le proprie emozioni e sa cosa succede. Anche il girone a Bologna, tutto il percorso è stato emozionante. La coppa Davis anche se il format è diverso è una bellissima esperienza, vedi che i giocatori se ne accorgono, lo si vive in campo e c’è un’atmosfera particolare».

C’è qualcosa da cambiare In questa Davis?

Due punti: prima del girone, a febbraio si gioca al meglio dei 5 incontri, mentre girone e fase finale sono al meglio dei tre. Bisogna uniformare. Altra cosa: nazioni come Spagna, Usa, Francia, che hanno vinto in passato meriterebbero di essere lì, magari con una wild card, per avere tutto il meglio, con 10 squadre presenti, al limite giocando due partite in un giorno. E aggiungerei che sarebbe ancora meglio se la Coppa assegnasse punti Atp così aumenterebbero gli stimoli. Questo senza nulla togliere alla Finlandia, che è stata una grande sorpresa e l’ha meritato.

E veniamo a Sinner, l’uomo-argomento del giorno. Si aspettava tutto questo in un anno?

L’evoluzione è stata più veloce di quanto aspettassi. Mi ha sorpreso la crescita costante degli ultimi tre mesi. Come si è consolidata. Mi ha sorpreso dal punto di vista tecnico, mentale e fisico. Per la tecnica soprattutto il servizio: in alcune partite, quando sei sotto, avere un servizio come il suo che sta funzionando alla grande permette di giocare più tranquillo anche i punti a rimbalzo. Ora è costante, le percentuali sono buone, pure la seconda palla viaggia a ottime velocità. Per la parte mentale ha ridotto i momenti negativi. E un’altra cosa che mi stupisce nonostante l’altezza non perde mai campo, gioca sempre vicino alla linea di fondo.

È pronto a diventare numero uno.

Il n. 1 è conseguenza del vincere Slam. Indoor, è il suo terreno ideale, perfetto per lui. Ma è straordinario anche all’aperto. Per uno Slam nel 2024, se giocherà a questi livelli è uno dei 2-3 strafavoriti. E io, se arriverà fresco lo aspetterei soprattutto all’Us Open, per la velocità del campo. Jannik va verificato soltanto sulle due settimane. In questa stagione dopo un grande torneo ha avuto un calo. Nelle due settimane devi saper dosare bene le forze. Deve arrivare con energia. Ma ha già annunciato una preparazione fisica importante. […]

Perché Sinner piace tanto?

Per come sta in campo, il suo gioco cattura, è sempre lì a lottare e anche nelle interviste dice sempre cose importanti, mostra la voglia di migliorarsi, ha comportamento perfetto, è un esempio per tutti i ragazzi. Se si esalta, non è mai sopra le righe. Anche dopo le vittorie, riconosce. Gli si perdona anche tutto. Ha mostrato con i fatti che non giocare a Bologna gli ha permesso di arrivare al meglio nel finale con il fatto di non giocare. […]

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