Sinner story - 2023 (Azzolini)

Rassegna stampa

Sinner story – 2023 (Azzolini)

La rassegna stampa di domenica 3 dicembre 2023

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2023, l’anno dell’apoteosi. Jannik batte gli imbattibili (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Bagni di ghiaccio il venerdì, sfida di fuoco la domenica. Uno parla spagnolo, l’altro risponde in italiano, e si guardano meravigliati quando si capiscono. Nato a due passi dal Mediterraneo, Alcaraz ha scelto per crescere un’Accademia in altura, mentre Jannik ha trovato la sua comfort zone approdando in riva al mare. Prima Bordighera, poi Montecarlo. Uno moro, l’altro rosso. Uno muscoloso, l’altro spiritato. Amici? Se lo yin e lo yang fossero la garanzia di poter creare qualsiasi rivalità sportiva a tavolino, miscelando e dosando ingredienti in opposizione fra loro, Carlos e Semola sarebbero finiti esattamente dove si trovano, l’uno di fronte all’altro. Apprendisti campioni… Domenica 3 luglio 2022. A Wimbledon si festeggia il compleanno del Centre Court. Il match di cartello è di nuovo tra Sinner e Alcaraz, che insieme non fanno quarant’anni. Se davvero saranno loro a trainare il tennis nel futuro, si può stare tranquilli. I due ci sanno fare. Non sarà una riedizione della Fedal, la ditta che nelle fantasie degli appassionati ha unito per sempre Federer e Nadal, ma sarà interessante seguirli da vicino. Wimbledon voleva vederli contro. Ci teneva. Le risposte ricevute sgombrano i dubbi nei confronti del domani. I dieci punti finali del tie break del terzo e tutto il quarto set sono la summa della nuova disfida. Avanti di due set, ma sotto 6-3 nel tie break, Semola ritrova la strada, non molla niente, recupera e pareggia, si porta addirittura avanti ed è il primo match point. Alcaraz non ci sta. Concede a Sinner un nuovo match point; ma spinge i colpi come un ossesso. Pareggia, si porta di nuovo avanti e non fallisce il set point. Si va al quarto. Il pubblico ringrazia entrambi, tra gli applausi Nei primi due set JS aveva messo in campo quanto imparato in queste giornate, che gli sono valse la prima vittoria sull’erba in carriera, poi l’approdo ai quarti di un torneo che avvertiva vicino ai propri estri, pur mancando delle necessarie premesse tecniche. È il frutto del lavoro svolto con Darren Cahill, coach aggiunto che Jannik, d’accordo con Vagnozzi, ha inseguito in capo al mondo, fino a convincerlo a lasciare gli ozi di Adelaide e raggiungerlo a Londra. L’erba – pensava JS – impone un cambiamento, ma Cahill lo convince che sia sufficiente rendere più erbivoro il suo tennis, senza snaturarlo. Jannik accetta il consiglio, e dà vita a un torneo giocato su spinte più veloci e robuste, ma non diverse da quelle che ha sempre messo in pratica. Il quarto set con Alcaraz è figlio di questi presupposti. Sinner ritrova il tennis dei primi due set, recupera uno 0-40 nel gioco d’avvio e detta legge. Alcaraz cancella altri tre match point, ma il sesto consegna vittoria a Sinner In palio c’è il quarto di finale con Djokovic. La sfida con lo spagnolo si pone al centro del 2022, per quella con Djokovic occorre qualcosa in più, malgrado il confronto sul Centre Court abbia visto Sinner avanti di due set, prima di essere risucchiato nel vortice dei colpi creati dal serbo. Ma Sinner ha ormai individuato la meta. Battere Nole significa aver elevato il proprio tennis al più alto livello, e averlo reso irraggiungibile per la gran parte degli avversari. L’obiettivo è questo, Vagnozzi ne approfitta, in quei giorni, per ricordare all’allievo che «non c’è ambito nel gioco di Sinner in cui lui non possa compiere passi avanti. Va migliorato il servizio, che trovo già cresciuto, ma non è ancora sicuro, potente e aggressivo come voglio che sia. La conquista della rete è ancora troppo schematica, va resa più fluida nei gesti e nell’approccio. La tattica va affinata, e occorre anche saperla cambiare in corsa. Lo slice di rovescio infine va proprio aggiunto al corredo» Sinner vuole diventare un giocatore che sa ciò che deve fare in ogni frangente. Ritrova Alcaraz in finale a Umag (gli lascia il primo set poi lo annulla con un doppio 6-1) e di nuovo agli US Open, nei quarti. Qui Sinner gioca secondo e terzo set in modo prodigioso, e nel quarto fallisce un matchpoint dalle conseguenze disastrose. Era la notte tra mercoledì 7 e giovedì 8 settembre. La ricordo bene, perché la proposi come data di nascita di un nuovo tennis, il Ping Pong Tennis, fondato su una vorticosa, esaltante, liberatoria sequenza di colpi vincenti. Cresceva intanto la stella di Holger Rune, quasi la stessa età di Alcaraz. Aveva battuto Djokovic nella finale di Berry e si annunciava come terzo incomodo nello sprint fra ventenni. Sinner ne prese atto, ma la corsa, nel 2023, l’avrebbe fatta sugli imbattibili del passato, Medvedev e Djokovic. Ha trovato la quadra dopo gli US Open, ma la stagione si era già rivelata migliore della carriera, e l’aveva visto sempre più vicino a quel tennis completo che era l’obiettivo dichiarato. La vittoria a Montpellier su Cressy, la finale a Rotterdam con Medvedev, sconfitta e vittoria contro Alcaraz nelle semifinali 1000 di Indian WelIs e Miami, dove ritrova in finale Medvedev che lo batte di nuovo. È la sesta volta, l’ultima. Va meno bene sulla terra rossa, la semi a Montecarlo persa con Rune, poi a Parigi il punto più basso, Sinner perde al secondo turno contro Altmaier in cinque set. Ne esce stralunato, quasi offeso con se stesso. «Quando gioco così non mi diverto», dice. Ma Wimbledon spazza via i malumori: cinque turni facili introducono Sinner alla semifinale con Djokovic, la prima in uno Slam. La perde in tre set, in cuor suo convinto di essere sempre più vicino al n.1. Alla ripresa, la vittoria nel Masters 1000 di Toronto allontana i dubbi, Sinner è davvero cresciuto, a tratti sembra già un altro giocatore. Smarriti gli US Open contro Zverev e rientrato a Pechino, Sinner mostra negli schemi di gioco una duttilità rinnovata, le discese a rete non hanno più niente di casuale, il servizio martella gli avversari e i colpi da fondo sono, se possibile, più pesanti del solito. Batte Alcaraz in semifinale e Medvedev per la prima volta in finale. Si ripete a Vienna, e per Medvedev è la seconda sconfitta. Sinner sale a 10 trofei e al numero 4 della classifica […]. Il terzo k.o. di Medvedev arriva nella semifinale delle Finals a Torino. Ha sconfitto Tsitsipas, Djokovic e Rune nel round robin, poi il russo e in finale lo attende ancora Djokovic, vittorioso su Alcaraz. Molti puntano su Sinner ma Nole cambia tracciato al match e domina. Si congeda dispensando miele sul giovane italiano. «Vincerà negli Slam e arriverà al numero uno. Può battere chiunque, l’importante è che non lo faccia con me». E invece Sinner lo attende al varco. L’occasione del terzo confronto ravvicinato la offre la Davis. La semifinale con la Serbia si annuncia come la vera finale. Il match è alla pari, e nel terzo set Djokovic può sfruttare tre match point, sul 5-4 (0-40). Lì Sinner compie l’impresa, alzando il proprio tennis a livelli altissimi. Cancella i match point, e sulla successiva palla break che gli concede Djokovic è un fulmine. Si prende il match e porta l’Italia in finale vincendo anche il doppio in coppia con Sonego, di nuovo contro Djokovic, di fatto sconfitto due volte di seguito nella stessa giornata. La finale conta l’Australia non è scontata, ma Arnaldi e Sinner la rendono tale. La stagione si chiude qui. […] Chissà che cosa ha provato il giovane Semola. Conoscendolo, gli sarà venuta la voglia di tornare subito ad allenarsi, come antidoto ai troppi complimenti. La stagione 2024 comincerà da un torneo esibizione al Kooyong di Melbourne, poi gli Australian Open. Occorre fare bene. Può essere l’anno che porterà il primo Slam.

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