È ormai iniziato il conto alla rovescia per la seconda semifinale all’Australian Open di un tennista italiano, nella quale Jannik Sinner affronterà per la quarta volta in poco più di due mesi il n. 1 del mondo Novak Djokovic.

Il coach dell’altoatesino, quel Simone Vagnozzi che è uno dei principali artefici dell’esplosione del campione italiano, ha parlato giovedì mattina con la stampa italiana presente a Melbourne per parlare delle sensazioni della vigilia.

“Ci siamo allenati tanto durante l’inverno per cercare di essere nella forma migliore a Melbourne. L’inizio del torneo è andato molto bene e la semifinale con Djokovic sarà sicuramente una grandissima esperienza. Se Jannik dovesse vincere saremo felicissimi di giocare la prima finale Slam, mentre se dovesse perdere proveremo ancora una volta a imparare qualcosa da questo grandissimo campione.”

Cosa si è imparato a Torino?

“La differenza è stata che Novak è abituato a gestire tutta la settimana a quel livello, e Jannik è arrivato stanco alla finale. La settimana poi Jannik ha vinto in Coppa Davis, e spero che questo gli serva per andare in campo domani credendoci. Sappiamo che giocare con Novak 3 su 5 non è la più facile delle situazioni, però penso che Jannik entri in campo con fiducia per tutto quello che ha fatto lo scorso anno.”

Come si batte Novak Djokovic?

“Sulla carta sembra tutto facile. Bisogna andare in campo essendo aggressivi, bisogna tenere in mano il gioco, servire bene e cercare di rimanere vicino all’avversario.”

Cosa ti è piaciuto di più di Jannik in questo torneo?

“Sicuramente l’atteggiamento in campo. È stato sempre calmo, anche nei momenti complicati è sempre riuscito a riprendere in mano il game e la partita. Mi ha molto stupito il fatto che siamo arrivati qui senza alcun torneo, ed era la prima volta che lo facevamo: arrivare in semifinale senza perdere un set non è stato semplice e Jannik è stato molto bravo a farlo.”

Cosa è che Jannik già fa meglio di Novak dal punto di vista tecnico?

“Credo che Jannik abbia più potenza, faccia camminare maggiormente la palla. Tante volte si prende Novak come esempio, e in questi due anni abbiamo provato a mettere qualcosa di Jannik dentro Novak, come il fatto di essere più tattico. Novak gioca a scacchi durante la partita, sa dove tirare ogni colpo e che contromossa ogni colpo provocherà. Credo che Jannik si sia un po’ avvicinato a lui da questo punto di vista.”

Ieri durante l’allenamento l’atmosfera era molto rilassata.

“Beh, Jannik ha ancora davanti a sé altri 15 anni di carriera, quindi se la vivi male da adesso diventa tutto molto difficile. Quindi dobbiamo prendere il tennis come un gioco, come uno sport. Certamente c’è tanta pressione intorno a lui, ma non servirebbe a niente prenderla toppo sul serio, sarebbe controproducente.”

In che cosa questa vigilia è diversa da quella di Wimbledon?

“A Wimbledon era la prima semifinale per Jannik in uno Slam, quindi oggi c’è quell’esperienza in più. Ma credo che la differenza la facciano soprattutto gli ultimi sei mesi, tutte le vittorie contro i Top 5 da Pechino in poi che gli danno tanta fiducia.”

E la tua vigilia com’è? Come vi preparerete per la partita?

“Fra poco andiamo in campo, faremo tutte le stesse cose che abbiamo fatto durante la settimana, come saprete i giocatori sono abbastanza scaramantici. Per battere Novak bisogna fare tutte le cose bene, entrare in campo, servire bene, essere aggressivi, e vedremo in campo cosa succederà.”