Che questa possa essere l’ultima stagione di Sir Andy Murray non è una novità. Fin dal suo esordio di stagione a Brisbane, un primo turno perso contro Grigor Dimitrov 4-6 7-5 6-2, il britannico è stato chiaro: “Se fisicamente sto bene e i risultati arrivano, allora potrei anche continuare. Ma se non dovesse essere così, se dovesse venir meno il piacere di giocare e di allenarmi, allora non inizierei un’altra stagione”.
Tre mesi dopo quell’esordio le cose non sono andate bene per l’ex numero 1 del ranking ATP. Una sequela di uscite al primo turno – sei sconfitte consecutive fino alla settimana scorsa, quando si è assicurato la sua prima vittoria dell’anno a Doha – tra cui Australian Open, Montpellier e Marsiglia che non rendono giustizia alla carriera più che ventennale di questo Sisifo tennistico.
Nonostante quest’oggi sia arrivata a Dubai una convincente vittoria di primo turno contro Shapovalov – alla sua maniera, rimontando da un set sotto 4-6 7-6 (7-5) 6-3 – è stato lo stesso Murray nel post match a chiarire una volta per tutte il suo prossimo futuro. “Probabilmente non mi resta molto tempo, ma farò del mio meglio in questi ultimi mesi. “Amo ancora competere e amo ancora il gioco, ma diventa sempre più difficile competere man mano che si invecchia, per mantenere il proprio corpo in forma e fresco”.
Certo queste parole non cadono come un fulmine a ciel sereno. Il potenziale ritiro del tre volte campione del Grande Slam è stato argomento di discussione per diversi anni. Sin da quando lo scozzese ha subito un intervento di sostituzione dell’anca nel 2019. Murray ha sfidato sé stesso per tornare in campo, esplorando i suoi limiti. Questo gli ha permesso di vincere un altro titolo e raggiungere altre tre finali, l’ultima delle quali l’anno scorso quando perse contro Daniil Medvedev a Doha.
Battere il numero 75 del mondo Alexandre Muller la scorsa settimana a Doha, dove era finalista uscente, è stata un lampo del vecchio Andy. Ma poi ha perso contro il 18enne Jakub Mensik (116esimo al mondo) al secondo turno, precipitando al 67esimo posto nella classifica mondiale. Durante quella partita Murray sembrava rassegnato, come se pensasse, volgendo lo sguardo al suo box “questo gioco non fa più per me”. Rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano conto di quell’atteggiamento ha detto: “La gente legge molto quello che dico in campo e non è sempre razionale.”