Da Lugano, il nostro inviato
Il Challenger 75 di Lugano, giovane competizione alla sua quarta edizione, offre uno scenario di rara bellezza per tutti coloro che scelgono di prendervi parte, dal pubblico ai giocatori.
Diversi i nomi di rilievo già presenti nell’albo d’oro del torneo, da Luca Nardi a Otto Virtanen e Stricker in singolare, Vavassori e Bergs fra i vincitori nel doppio. Di certo non il Challenger dal tabellone più pregiato, ma a renderlo di grande fascino è l’intero contesto.
L’edizione 2024 offre un’Entry List di tutto rispetto, con la testa di serie numero 1, però, costretta a dare forfait prima ancora di scendere in campo. Per Dominic Stricker, il periodo è sempre più complicato.
A prender il suo posto come leader del draw, è Zizou Bergs, belga classe 99 e numero 122 del mondo, al via da grande favorito. E da tale, vince le prime tre partite approdando in semifinale, senza concedere neppure un set a Travaglia, Squire e Kukushkin. Il kazako, in grande rispolvero nelle sfide precedenti, ha ceduto nel momento di maggior importanza, regalandosi 3-6 4-6.
“Ogni torneo è importante se si vuole salire nel ranking – dice Bergs – e questo è uno dei più importanti per me. Spero di poter vincere quante più partite possibili e fare punti”. Zizou, da diverso tempo a buoni livelli, non è ancora mai stato in grado di sfondare il muro dei primi 100 giocatori al mondo: “La top 100 è il mio obiettivo principale per questa stagione, voglio continuare a migliorarmi”.
L’avversario del tennista-tiktoker al penultimo atto del torneo è Daniel Masur, tedesco ex numero 176 del mondo e ora alle prese con un complicato rientro post operazione, ritrovandosi addirittura fuori dalla top 300. Masur si dimostra da subito in grado di mettere in campo il proprio miglior tennis, permettendo al pubblico di ammirare un tennis di altissimo livello, fin dalle qualificazioni. Batte Bourgue, Bonadio, Perricard, Gea e Albot, senza mai concedere un solo parziale, sempre da sfavorito. La prefazione è scritta, ora serve continuare a raccontare. E Daniel Masur, è qui per questo. “Mi ispiro solamente a Rafael Nadal, sogno un suo ritorno”. Proprio come il suo idolo, il tedesco vuole lottare.
In semifinale scende in campo con le idee chiare, aggressivo dal primo punto costringe Bergs a giocare un tennis al di fuori del suo repertorio. Slice su slice, sempre a girarsi sul dritto per sfondare la difesa belga, poi ancora tagli per rallentare lo scambio e riprendere a martellare. Solidità, potenza e tanta, tantissima, testa. Il livello nel primo set è forse al di sopra del suo stesso talento, 6-2 al buon Zizou. Il difficile arriva ora. Serve scoprire per quanto sarà in grado di mantenere così alto il livello, senza diminuire l’aggressività offensiva e evitando di concedersi a un avversario di classifica ed esperienza ben maggiore. Il secondo set inizia come meglio non poteva, immediato break a favore del tedesco, che di convinzione non sembra esser calato. il livello della partita, adesso, è decisamente più alto. Bergs sale in cattedra, ritrova il servizio e porta a casa un, forse, inaspettato contro-break. Per tutti, è l’inizio della fine: l’esperto giocatore avrà la meglio sulla favola del giocatore appena tornato dall’infortunio, la testa di serie numero 1 approderà in finale e l’under dog dovrà arrendersi alla legge del più forte. A testa alta, certo, ma è pur sempre una resa. Nulla di più sbagliato. Masur non molla di un centimetro, ricomincia a giocare qualche colpo piatto anche col rovescio, trovando sempre profondità e costringendo Bergs a una maratona, distante 3 metri dalla riga di fondo. Ogni scambio, è in mano sua. Spezza il servizio belga, conquista la possibilità di servire per il match e alla prima occasione può esultare da protagonista dell’ennesimo miracolo.
“Penso di aver giocato una buona partita, sono stato bravo a mettere in difficoltà Zizou – ci racconta a fine partita – rendendogli difficile entrare nel match. Sto bene, ho già vinto 6 partite, sento bene la palla e i campi. Ho già vinto questo torneo in doppio nel 2022, ora magari possiamo provare il prossimo step in singolare”. Di certo la fiducia non gli manca, ma che la stanchezza dopo 6 partite inizi a farsi sentire proprio in finale?
“È stata fin ora una bellissima settimana, ho giocato contro avversari di altissimo livello senza perdere neppure un set. Mentirei se dicessi di non star giocando a un livello top, anche se non so se è il miglior tennis della mia vita. Ogni torneo è diverso, ma mi sento davvero molto bene”.
L’infortunio, arrivato nel miglior momento della sua carriera, ha spezzato le speranze di avvicinarsi alla top 100. Il 2024 può essere l’anno del ritorno? “Voglio provare ad avvicinarmi il più possibile. I mesi di ripresa dopo l’operazione non sono stati semplici, faticavo a trovare il mio gioco. Ma adesso va meglio, l’inizio di questa stagione è stato molto buono. Ora voglio raggiungere le qualificazioni negli slam, ma senza mettere troppa pressione su me stesso, ho già comunque grandi aspettative. Spero solo di poter ritoccare il mio miglior ranking, per poi provare a migliorare ulteriormente il mio gioco”. Il tedesco ha già una partecipazione a livello slam, capace di superare le qualificazioni a Wimbledon 2021, poi sconfitto al primo turno da Kwon. Ora può riprovarci, la finale sarà un passo importantissimo verso un ritorno a lungo sperato. Che sia il momento della svolta? Noi, a fine romantico, non possiamo che augurarcelo.
Fuori la prima testa di serie, Otto Virtanen ha in fronte a sé una grande, grandissima, chance. Il finlandese, già vincitore di questo torneo nel 2023, è ora chiamato alla difesa del titolo, da numero 2 del seeding e grande favorito al trionfo finale. In fiducia dopo l’ottimo inizio di 2024, con un titolo già conquistato sul cemento di Pau e ora sempre più vicino all’ingresso in top 100.
La finale, anche per lui, arriva dopo un percorso quasi del tutto privo di insidie. Battuto il beniamino di casa Bertola al primo turno, sconfigge poi Likel e il cinque volte campione slam, Herbert. Come per Bergs e Masur, nessun set regalato e solamente 16 giochi persi sin qui. Chiunque sia l’avversario in semifinale, Otto Virtanen scende in campo da assoluto favorito.
Dall’altra parte della rete, lo aspetta il classe 2000 tedesco Rudolf Molleker, ora numero 187 del mondo. Almeno lui, un singolo set in 3 partite lo avrà perso, vero…? Shimabukuro, Choinski e Brouwer. Altri tre 2 a 0 consecutivi, andando a chiudere la cerchia dei 4 semifinalisti capaci di giungere al penultimo atto del torneo senza mai concedersi. Statistica di grande impatto, soprattutto per giocatori che non partivano da teste di serie, ma comunque in grado di mettere in campo un tennis di altissimo livello. Numeri a parte, la semifinale è una partita a sè. Tutto viene azzerato, tutto il passato annullato. Conta solamente la determinazione con la quale scendi in campo, la fiducia che scarichi in ogni palla, la convinzione nel proprio gioco.
Ed è proprio la fiducia nei propri mezzi, questa volta, a fare la differenza. Otto Virtanen, dall’alto del suo metro e novantuno, scende in campo in modalità Karlovic. Botta al centro, a uscire, slice. Il suo servizio ha tutto, tranne forse un modo per contrastarlo. E se esiste, di certo Molleker non ne è a conoscenza. Il tedesco parte scarico, da subito in difficoltà nel trovare le giuste misure in risposta e al servizio. Il breadstick è servito, 6 a 1 e settimo gioco vinto consecutivamente. Sette ace nel primo parziale, due palle break vinte su due, una sola concessa e annullata. Il finlandese va ritmo spedito, deciso a conquistare la terza finale della sua stagione. Nella seconda partita Molleker alza il livello, trova il giusto tempo sulla prima di servizio e inizia a prendere campo in risposta. Otto fatica di più, ma al servizio non cala. Salva la seconda palla break della sua partita, e nel quinto gioco passa in vantaggio spezzando il servizio avversario. Basterà il primo match point a regalare la finale al finlandese, che ora può davvero sognare la top 100. 14 ace a fare da cornice a una prestazione quasi perfetta,
In finale, per motivi puramente statistici, sarà il favorito. La testa di serie numero 2 che affronta un qualificato con 6 partite nelle gambe, ma 12 set vinti consecutivamente. Ed è questo, il numero che mette paura. Nessuno è ancora riuscito a strappare un parziale al tedesco, quali possono essere le armi per riuscirci? Il servizio finlandese sarà di certo un fattore. Riuscirà Masur a contenere in risposta? L’aggressività sarà sufficiente?
Roman Bongiorno