Sarà Jiri Lehecka il prossimo avversario di Jannik Sinner sulla strada verso la conquista del titolo di Indian Wells e la scalata conseguente in classifica alla posizione n. 2.
Il ceco ha trovato gran continuità sul cemento di Indian Wells ed è reduce dalla convincente vittoria agli ottavi su Stefanos Tsitsipas. Il n. 32 al mondo ha dominato il primo set e si è subito portato avanti di un break nel secondo e ha saputo soffrire quando l’ellenico è riuscito a entrare in partita e ha cercato di piazzare il controbreak.
Nel turno precedente era finito sotto la doccia anzitempo anche Andrey Rublev, per un torneo davvero straordinario fin qui del ceco: “Con queste condizioni di gioco mi sento abbastanza bene. L’anno scorso non avevo la stessa sensazione. Questo è uno dei motivi per cui sono venuto qui con Tomas (Berdych ndr) quest’anno, per farmi aiutare un po’ di più grazie alla sua esperienza, per capire cosa provava quando giocava qui, e ascoltare i suoi consigli utili a farmi superare alcune situazioni difficili in campo. Funziona bene tutto questo: è stata una buona decisione e sento di aver ritrovato una sorta di fiducia qui su questa superficie e mi sento bene”.
Berdych ha cominciato nel 2023 la sua nuova vita da allenatore: ma qual è il suo punto di forza in questo nuovo ruolo? “Tomas, sotto molti aspetti, è lo stesso di quando era giocatore. E’ molto professionale e molto dedito al successo.Ovviamente lui sta facendo tutto quello che voleva che facesse il suo team quando era lui il giocatore. Quindi sa cosa vuole il giocatore, sa cosa sente il giocatore, e sa come intervenire quando deve aiutarmi su alcuni aspetti. E anche fuori dal campo è molto libero, non prende le cose troppo sul serio. Sa che il momento importante è durante la partita in campo e non fuori dal campo. Ovviamente ci deve essere una certa grande professionalità, ovviamente, anche fuori dal campo, ma ci concentriamo comunque principalmente sul fare le cose giuste durante la partita e durante l’allenamento”.
Ma quali sono i consigli che il suo coach gli ha dato? “I suoi consigli erano legati al lavorare di più con le gambe e negli spostamenti in avanti e indietro durante gli scambi. Quindi abbiamo lavorato su questo, e abbiamo parlato di queste cose soprattutto all’inizio della settimana, all’inizio del torneo, quando avevamo un pò di tempo per prepararci. Abbiamo avuto del tempo per allenarci di più, per trascorrere più tempo in campo. E’ stato in quel momento che è intervenuto e mi ha detto quali sono le condizioni qui quando è buio, quando è notte, quando c’è il sole. Stiamo parlando degli avversari e abbiamo lavorato parecchio negli ultimi giorni. Prima di queste partite ci siamo concentrati e sul sentirci bene in campo.
Ampi progressi da parte di Lehecka tornato a battere un Top10 con la vittoria su Rublev e poi quella contro il n. 11 del ranking, un gran percorso di crescita del ceco: “Non è stato difficile per me l’anno scorso giocare tutti questi tornei per la prima volta, perché tutti gli eventi Masters 1000 sono in qualche modo molto speciali. Per me venire qui, ad esempio, l’anno scorso è stato come un sogno, era la prima volta che giocavo a Indian Wells, la prima volta che vedevo questi stadi fantastici. Era un po’ come se per me fosse una piccola favola. Sono stato molto felice di essere arrivato al mio primo Master l’anno scorso. Ma alla fine della scorsa stagione sentivamo che i risultati ottenuti in questi grandi tornei non erano quelli che volevamo, e che avevo qualche possibilità di andare oltre nei tornei, di giocare meglio e di battere alcuni giocatori, ma non ci sono riuscito. Quindi stavamo cercando gli errori che abbiamo commesso, o che ho commesso, e ci siamo concentrati sulla rimozione di queste cose. Ovviamente è stato molto più facile per me tornare qui per la seconda volta conoscendo tutto. E sapevo anche cosa mi aspetta qui ed è stata una cosa molto importante per me che mi ha aiutato a prepararmi a giocare nuovamente qui a Indian Wells”.
Poi torna sul ruolo e il rapporto con Tomas Berdych: “C’è un piccolo divario tra noi e non l’ho mai incontrato in tournée perché il suo ultimo anno è stato il 2019 e io ho vinto il mio primo Challenger nel 2021. Conosce molto bene il mio allenatore, Michal Navratil: stanno insieme si conoscono da quando erano bambini, viaggiavano insieme all’inizio della sua carriera. Erano migliori amici in tournée per qualche tempo, poi i loro percorsi sono cambiati. Naturalmente, i loro percorsi sono cambiati. Ma questo è stato uno dei motivi per cui ci siamo messi in contatto. Dopo la mia bella prestazione agli Australian Open dell’anno scorso, quando sono giunto ai quarti di finale, Tomas ha mandato un messaggio a Michal e gli ha scritto che ho giocato bene e che gli piaceva come giocavo. Sono rimasti in contatto ed eravamo a Dubai l’anno scorso quando ci siamo incontrati e abbiamo parlato molto. Gli ho semplicemente chiesto se gli sarebbe piaciuto viaggiare con me per qualche torneo per aiutarmi e tornare “in pista” da questa posizione diversa, e l’idea gli è piaciuta. Il nostro primo torneo insieme è stato l’anno scorso a Monte-Carlo, questo è il nostro secondo anno insieme, e siamo entrambi contenti di come stanno andando le cose. Ho una buona squadra e qui ho il mio preparatore atletico e studiamo tante cose insieme per cercare di ottenere il miglior risultato possibile”.