ATP Miami: Machac troppo solido per Arnaldi, Matteo sconfitto in due set

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ATP Miami: Machac troppo solido per Arnaldi, Matteo sconfitto in due set

Prestazione senza sbavature per il ceco Tomas Machac che vola al suo primo quarto di finale in un Masters 1000. Troppo falloso Matteo Arnaldi, che esce da un ottimo torneo dove ha battuto Fils, Bublik e Shapovalov

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Matteo Arnaldi - Indian Wells 2024 (foto X @BNPPARIBASOPEN)
 

T. Machac b. M. Arnaldi 6-3 6-3

Il secondo mercoledì del Miami Open si apre ventoso sul primo ottavo di finale maschile in campo per una sfida tra due tennisti entrambi al best ranking e già al miglior risultato in un Masters 1000. A prevalere è Tomas Machac che in un’ora e venti minuti supera senza affanni Matteo Arnaldi, 6-3 6-3.

Così vicino, così lontano, viene confermato l’unico precedente che risale a tredici mesi fa, vinto 6-0 6-1 da Machac a Dubai, quando i due erano fuori dalla top 100. Molto più consistente il ceco n. 60 ATP che entra virtualmente in top 50, perfettamente a proprio agio nei pressi della rete, che aveva forse iniziato il match un po’ in sordina per poi prendere il comando a metà del primo parziale, replicando l’allungo nel secondo, il tutto senza concedere alcuna palla break, anzi permettendo all’altro di andare ai vantaggi in risposta solo a inizio match.

Battuti Fils, Bublik e Shapovalov, Matteo era chiamato a una sfida ben diversa dalle precedenti per caratteristiche dell’avversario che, pur indicando il tweener come colpo preferito, tende a offrire pulizia nei colpi, prestazioni solide, aggressività oculata, ottimo gioco al volo, capace di sovrastare Rublev in una prova di forza, per poi superare Murray per il rotto della cuffia (e dell’altrui caviglia).

E proprio questo Machac ha messo in campo, mentre il nostro non ha viceversa trovato contromisure adeguate. Resta in ogni caso positivo il torneo di Arnaldi, come detto al suo esordio tra gli ultimi 16 di un Masters 1000, con la possibilità (ormai nelle mani di chi lo insegue) di migliorare fino a tre posizioni l’attuale 38° posto in classifica. Esce quindi il primo dei tre azzurri impegnati in questa giornata. A tal proposito, per la quinta volta dal 1990, la prima fuori dalla terra battuta, un evento ATP di questo livello vanta almeno tre azzurri agli ottavi (notare lo iato tra i primi due):

1992 Amburgo: Caratti, Camporese, Furlan, Pescosolido
2019 Monte Carlo: Cecchinato, Fognini, Sonego
2020 Roma: Berrettini, Musetti, Sinner, Travaglia
2023 Monte Carlo: Berrettini, Musetti, Sinner

Primo set – Arnaldi parte più convinto, poi Machac prende il largo

Matteo parte tenendo il servizio nonostante una sola prima in campo. Il dritto si dimostra già in palla, il rovescio lungolinea sorprende e Tomas ha bisogno di 16 punti e qualche proficua sortita a rete per non andare subito sotto. Arnaldi pare superiore negli scambi medi e lunghi, eppure al quinto game – aperto dal doppio fallo – affretta qualche scelta anche inopportuna (come la smorzata di rovescio dopo la battuta che chiama in avanti uno che al volo sa giocare) e subisce il break.

Spingendo sui quadricipiti ben esibiti dai pantaloncini dalla lunghezza anni ’80 (“Wake me up before you go-go” per intenderci), il n. 60 ATP conferma comodo il vantaggio. Il ventitreenne di Sanremo gli rimane attaccato ma solo temporaneamente, perché si inguaia sbagliando quello che pareva un comodo approccio (lo slice di rovescio “ha ampi margini di miglioramento”, come sembrano suggerire le espressioni della fidanzata e del coach Petrone), subisce un bel recupero dell’altro sul colpo al volo non definitivo e finisce con il perdere battuta e set su un’altra infelice accoppiata attacco-volée.

Molte più prime in campo per Arnaldi rispetto alla sua media (68 contro 53%), ma con appena 9 trasformate su 17. Dal canto suo, un Machac dominante negli scambi brevi (22-11) ha avuto ragione nell’impostare il gioco verso l’angolo sinistro del nostro.

Secondo set – Tomas sempre più solido, Arnaldi sbaglia troppo

Quattro giochi tranquilli per chi serve, poi una giovane raccattapalle è costretta a inseguire un insetto volante non identificato (da chi scrive), nulla che distolga Machac dal tenere un altro turno di battuta. Questa volta non viene però imitato da Matteo che ha sì enormemente aumentato l’efficacia della prima (9 punti su 9), ma non ne mette abbastanza nel sesto game che cede commettendo frettolosi errori non forzati.

Arnaldi resta in scia fino al 5-3, sperando che il braccio boemo tremi come era successo con Murray sul 5-4 al terzo, ma i primi due punti comodi portano fiducia e, se il nostro ci mette rabbia prima accorciando le distanze con il passante, poi annullando il primo match point con il drittone, Machac archivia la faccenda con la prima alla T.

Tomas festeggia così il suo primo quarto di finale a questo livello, replicando il risultato del connazionale Jiri Lehecka che due settimane fa a Indian Wells è diventato il primo ceco a raggiungere i quarti in un “1000” dal 2017 (Berdych proprio in Florida). In California, Lehecka è stato fermato da Jannik Sinner, che potrebbe essere il prossimo avversario di Machac, sempre che Christopher O’Connell non si metta di traverso.

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