D. Collins b. [4] E. Rybakina 7-5 6-3
Danielle Rose Collins, trent’anni, due titoli vinti in carriera sino ad oggi, affetta da endometriosi e artrite reumatoide, all’ultima annata della sua carriera (almeno così lei dice) corona, nella Florida che le diede i natali, un percorso perfetto – ha vinto gli ultimi quattordici set che ha giocato -, vincendo il suo primo Masters 1000 sul cemento di Miami.
Aveva di fronte la kazaka Elena Rybakina, fra le più forti giocatrici del mondo, già finalista del torneo nel 2023. La numero quattro ha tuttavia disputato un match (un torneo) altalenante, fatto di tennis molto alto e annebbiamenti prolungati, spesso nella stessa partita, spesso in serie consequenziale. Questo, fra l’altro, l’ha portata ad essere meno fresca in occasione dell’atto conclusivo, in cui partiva da favorita anche in virtù dei tre precedenti vinti su quattro.
Dato emblematico: Rybakina ha trasformato una delle dieci palle break ottenute nel corso della partita. La maggior parte di esse seguiva un preciso canovaccio, della durata di pochi secondi, il tempo che la kazaka d’adozione impiegava a (non) rispondere. Nei momenti importanti (come a metà e alla fine del primo set, e ancora negli ultimi giochi del secondo parziale) Danielle si è dimostrata in definitiva più coraggiosa, oltre che più precisa e più salda di nervi e di braccio. Si può dire che meriti di vincere questo torneo; e di essere la prima americana a farlo da sei anni a questa parte, la sesta meno giovane in assoluto a Miami, quarta meno giovane, inoltre, ad aver raggiunto per la prima volta la finale di un 1000 (il record è detenuto da Flavia Pennetta).
La domanda che molti si pongono è: ripenserà alla decisione presa sul ritiro? La risposta probabilmente l’ha già data: “la mia malattia influisce sulla possibilità di avere un bambino. Ci sono altre cose al di fuori dal tennis.” Ma questo successo resterà una dolce soddisfazione.
IL MATCH
Ventisei gradi centigradi, umidità al 45 per cento: le condizioni meteorologiche di Miami non si dimostrano avverse alle due finaliste. Fra le due, Danielle Collins, che ha giocato una partita in più ma è stata in campo tre ore in meno della sua sfidante – è in serie positiva da dodici set, tutti o quasi tutti vinti in maniera molto netta – sembra partire meglio: si procura (subito, al secondo game) una palla break. Gli scambi sono generalmente brevi, anche per via delle caratteristiche della favorita. Ma, proprio a causa di queste, Rybakina tende a sbagliare qualche diritto, qualche rovescio in più. Nei primi giochi, Collins tiene i turni di battuta senza difficoltà di sorta…per poi faticare nel corso del settimo game, crocevia forse dell’intero primo set. Un game molto più lungo degli altri, in cui a più riprese Collins si spazientisce e si confronta accesamente con la sua panchina. Sotto gli occhi di Andre Agassi e di Martina Navratilova, la statunitense commette peraltro un pericoloso doppio fallo. Insomma: le palle break sono quattro, tutte annullate dalla trentenne di Saint Petersburg, Florida.
La partita scorre dunque fino al 5-5. Gli ultimi due game del primo set sono movimentati e decisivi: Nell’undicesimo Rybakina ottiene la quinta palla break della sua partita, nuovamente non convertita; nel dodicesimo la kazaka manda in rete una seconda un po’ impaurita: ciò basta a Collins per guadagnare tre set point, l’ultimo dei quali infine le permette di aggiudicarsi il primo parziale del match, dopo sessanta minuti esatti.
Passa qualche minuto, trascorso da Rybakina al toilet break. Al ritorno, la kazaka non riesce a modificare l’inerzia della partita, almeno non immediatamente: Collins scappa subito avanti di un break…salvo poi essere prontamente recuperata. Rybakina alterna colpi ispirati a errori banali, e non riesce perciò a sfondare. La fase centrale del set segue i servizi, poi, di nuovo sul 3-3, Rybakina ha tre nuove palle break, tutte e tre annullate nonostante alcune difficoltà al servizio per la statunitense.
È il punto di non ritorno: nel game successivo Collins ha due opportunità del 5-3: la prima lambisce il nastro ma non lo oltrepassa; la seconda, seguito di un clamoroso errore dell’avversaria nei pressi della rete, le apre la strada per un burrascoso ultimo gioco. Tre volte Collins ottiene il punto per vincere il torneo, tre volte viene rispedita indietro. In due occasioni si trova pure a dover fermare sul nascere il tentativo di Rybakina di rientrare in partita. Infine, l’ultimo rovescio non ha ancora terminato la sua traiettoria sul campo fatalmente scoperto che Danielle Rose ha già portato le mani al volto bagnato di lacrime. Due ore e due minuti di gara si concludono ora: la trentenne prossima al ritiro è per la prima volta campionessa mille.