Da Roma, il nostro inviato
La spettacolare ambientazione del Colosseo in un giorno a metà tra il sole e le fosche nubi, quasi si fosse in un film di Ridley Scott, ha fatto da cornice alla presentazione ufficiale degli Internazionali BNL d’Italia. Moderata da Giorgio Spalluto, con la presenza del presidente FITP Angelo Binaghi, del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, del presidente di Sport e Salute Marco Mezzaroma e della rappresentante della banca BNL Elena Gottini, la conferenza con alle spalle il monumento più rappresentativo d’Italia è stata degna apripista di una edizione del torneo che si figura indimenticabile e mai vista prima, con tanto di servizi navetta da e per il Foro Italico e una serie di investimenti annunciati dal sindaco Gualtieri per rendere ancor di più il Foro Italico una casa di lusso per il tennis. Come sottolineano anche dati che vanno oltre le parole.
Numeri caldi
Lo testimoniano le statistiche, spesso fredde ma in questo caso quantomai calde: ci aspettano due settimane probabilmente uniche per quanto riguarda il tennis in Italia, con il record di biglietti dello scorso anno di 298500 spettatori già superato e con l’obiettivo che è ora la soglia dei 350000. “La prevendita è lo specchio più fedele del successo ottenuto“, commenta Binaghi,” 22,5 milioni di euro con 25 giorni di anticipo rispetto alla finale maschile e con entrambe le finali già sold out. Non è di per sé una notizia, abbiamo fatto record in 18 delle ultime 19 a testimonianza di una crescita continua. A fare notizia è la velocità della prevendita, nonché dell’appetibilità all’estero: 29000 biglietti agli stranieri, ma la crescita è dovuta all’esplosione interna. Si respira un’aria diversa, per la prima volta si arriva agli IBI con ben 4 tornei vinti si livello uguale o superiore. La RAI trasmetterà tutti i giorni. Ma soprattutto daremo occupazione pari a 3750 posti di lavoro a tempo pieno, per un anno. Attrarremo capitali sia in termini di biglietteria che sponsorizzazioni, e faremo vedere le bellezze del Paese, la nostra capacità organizzativa“.
La forza dell’ambizione
Angelo Binaghi ricopre il ruolo di presidente federale ormai dal 2001, e se c’è qualcosa che ha sempre contraddistinto il suo mandato è l’ambizione, scavalcare i limiti. Un po’ come sta facendo Sinner, spesso irto a metro di paragone nel corso della conferenza. Ma il presidente non ha nascosto quello che è ad oggi il principale sogno nel cassetto, un sogno che è pronto a far diventare realtà, a cui si starebbe anche già lavorando: “Questo è un momento straordinario, mai neanche sognato, tutto così velocemente e tutto insieme. Noi vogliamo vincere, il tennis è stato da tempo rilanciato e viaggia a livelli altissimi. Siamo stufi di arrivare secondi, perché Jannik lo è, siamo dietro al calcio come popolarità, organizzativamente siamo dietro gli Slam. Speriamo Jannik sia il primo a vincere in questo senso, e sono convinto che il suo arrivare in vetta possa trascinarci a raggiungere gli altri obiettivi“. Un obiettivo il cui solo nome basta a far venire i brividi.
Un sogno chiamato Slam
Senza mezzi termini, elogiando la capacità organizzativa italiana, la bellezza del Foro e della città, e soprattutto i risultati sul campo dei nostri giocatori, Binaghi ha espresso la volontà, per ora poco più un gran desiderio, di poter ospitare uno Slam in Italia. Detta così appare quasi fantascienza, ma il presidente federale è apparso tutt’altro che un semplice sognatore. “Per chi l’ha vissuta è stata molto ma molto più difficile la strada che ci ha portato da una manifestazione che era tecnicamente fallita, nel 2001-2002, a farla diventare prima un combine event e poi farle avere l’upgrade a due settimane di quella che ci separa da un monopolio. Quello dei Grandi Slam, sempre quelli e sempre solo quattro, che non durerà tutta la vita e che vedrà il tennis italiano, per la credibilità che si è creata sia da un punto di vista organizzativo sia da un punto di vista sportivo, protagonista.
Tra l’altro in un momento anche di grande cambiamento nel movimento tennistico mondiale: ci sono grandi dirigenti italiani che sono dei riformisti, e come successo per le ATP Finals verranno fuori i veri valori e Roma ha grandi prospettive. Noi non pensiamo di aver raggiunto il punto più alto, non ci siamo arresi. Vogliamo continuare a crescere, sia in termini di popolarità sia in termini organizzativi come livello del torneo e poi in termini di risultati sportivi, a cui stanno ben pensando i nostri ragazzi, Jannik ma anche Paolini. Questo deve essere il nostro obiettivo, se non avessimo questi obiettivi ci saremmo già ritirati dal tennis“.