ATP Madrid, Lehecka: "Non chiederei mai la maglietta al mio avversario se vado in campo per vincere"

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ATP Madrid, Lehecka: “Non chiederei mai la maglietta al mio avversario se vado in campo per vincere”

Le parole del ceco dopo aver battuto Nadal: “Rafa può ancora giocare a questi livelli. Niente contro Cachin, ma non farei come ha fatto lui”

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Jiri Lehecka - Madrid 2024 (foto Florin Baltatoiu)
 

Da Madrid, il nostro inviato

Non sarà stata la vittoria più importante della carriera in termini di ranking per Jiri Lehecka, ma senza dubbio lo è di gran lunga in termini emozionali. Al Mutua Madrid Open il ceco ha infatti battuto Rafa Nadal, che saluta dunque il torneo di casa sotto i colpi del giovane allievo di Berdych, il primo giocatore fuori dalla top 30 a battere lo spagnolo sulla terra in un 1000 o in uno Slam. Condizioni chiaramente tenute in dovuta considerazione, resta un qualcosa di indimenticabile, come sottolinea anche il n.30 al mondo nella conferenza post gara.

D: “Una notte emozionante, dicci le tue emozioni riguardo la partita di oggi

Lehecka: “Oggi è stata una partita difficile. Non so cosa dire, un sogno diventato realtà condividere il campo con Rafa sulla terra in Spagna. Riguardo il match non c’è stato niente di semplice, Rafa ha dimostrato di poter ancora competere a un certo livello. Da quello che abbiamo visto contro De Minaur fino ad altri momenti che ci sono stati durante le partite, ha provato che è ancora capace di produrre un ottimo tennis. Ma io stavo cercando di rimanere concentrato su me stesso e di fare la mia partita, di concentrarmi su cosa volevo fare

Pellegrino Dell’Anno (Ubitennis): “Non so se hai visto, ma Cachin ha chiesto la maglietta a Rafa. Mi chiedevo se tu gli avessi chiesto qualcosa dal suo ultimo match qui a Madrid?

Lehecka: “Difficile per me dirlo, perché sono andato in campo per vincere. Quando scendi in campo e ci vai per vincere, allora è difficile per me corrergli dietro e chiedergli se può darmi qualcosa. Perché non lo so davvero, non voglio sembrare irrispettoso, è l’ultima cosa che vorrei, ma se stai giocando una partita e stai pensando di chiedere all’avversario di darti qualcosa, allora perché sei lì? È un po’ strano, secondo me. Voglio dire, ognuno può avere la propria opinione su questa cosa.

Rispetto totalmente ciò che ha fatto Pedro. Per me va assolutamente bene. Non ho alcun problema con lui. Ma non farei una cosa del genere. Lo farei forse dopo l’intero torneo, quando lo vedrò da qualche parte, giusto per chiedergli una foto come ho fatto dopo il nostro allenamento. Questo è quello che ho fatto, perché ovviamente non sapevo se avrei avuto la possibilità di giocare di nuovo con lui o se avremmo giocato una partita contro. Ecco perché ho chiesto a Rafa di fare una foto con me dopo il nostro allenamento all’inizio di questa settimana. Ma se parliamo di lui che mi regala una maglietta… semplicemente non vado a una partita con questo tipo di intenzioni, e ho un approccio diverso in questa cosa

D: “Provieni da un Paese di grandi campioni, come Tomas Berdych. Ma ci ricordiamo di te in Coppa Davis contro la Spagna lo scorso anno. Il tuo gioco si adatta a Madrid perché oggi hai colpito 10 o 15 righe con il servizio?

Lehecka: “Il momento cruciale per adattarmi a queste condizioni è stato l’anno scorso, perché venni qui a Madrid e non mi sentivo bene, era tutto nuovo per me. L’anno scorso era tutto nuovo per me, e abituatomi alle condizioni comunque giocai male. Allora quest’anno sono venuto qui con una sorta di esperienza su cosa aspettarmi, perché Madrid è diverso da altri tornei su terra. Sapevo sarebbe stato difficile prepararmi ma l’ho gestita. Mi sono allenato duramente durante la settimana di preparazione per prendere il ritmo sul campo. Mi sembra di migliorare ad ogni partita, e oggi ho mostrato che anche nei momenti cruciali posso produrre del buon tennis

D: “Ti sei allenato con Rafa un paio di giorni fa. Ovviamente tra allenamento e partita è diverso, ma senti che sia migliorato molto negli ultimi due giorni in termini di movimenti e tennis?

Lehecka: “Quando mi sono allenato con Rafa era la prima volta. Qui a Madrid lo abbiamo fatto, era nuovo per entrambi, non ci eravamo mai affrontati. Avremmo dovuto allenarci l’anno scorso un paio di volte, ma sfortunatamente annullò gli allenamenti a causa di problemi di salute, il che è del tutto comprensibile. Quindi quest’anno qui a Madrid siamo riusciti ad allenarci insieme e penso che sia stata una novità per entrambi. Non ci siamo mai affrontati dall’altra parte del campo, non importa se fosse l’allenamento o la partita. Quindi questa settimana siamo riusciti a affrontarci in ambo i casi, e penso che sia stato molto importante per me condividere il campo con lui prima di andare direttamente alla partita, perché il suo gioco è molto specifico, e sulla terra battuta è un giocatore come nessun altro.

Per me avere la possibilità di allenarmi con lui è stato positivo in termini di trovare il tempismo dei suoi colpi, cercando di abituarmi al ritmo che cerca di creare. Penso che l’abbia presa allo stesso modo. Sappiamo entrambi a cosa stiamo andando incontro e oggi il livello era totalmente diverso da quello che abbiamo prodotto durante in allenamento. Entrambi abbiamo giocato molto meglio e, ovviamente, la partita è completamente diversa. Stai cercando di vincere. Stai cercando di dare tutto. Alla fine, sono stato io quello più felice oggi

D: “Come ti prepari per andare in uno stadio in cui quasi tutti stanno tifando contro di te? Cosa pensi per concentrarti solo su te stesso?

Lehecka: “Non so se c’è un modo per prepararsi ad un ambiente del genere. Il momento nell’ultimo game del match, quando 13000 persone urlavano ‘Rafa, Rafa’, tifando per lui, è qualcosa che non ho mai provato e che dubito proverò di nuovo nella mia vita. Era molto importante concentrarmi solo su me stesso. In un certo senso faccio questo trucco nella mia mente cercando di creare l’illusione che stiano tifando per me. Perché è l’unico modo per affrontarlo. Se inizi a pensarci e se inizi a pensare che ci sono 13.000 persone, tutti sono contro di te, nessuno vuole che tu vinca questo punto, allora non hai davvero bisogno di essere lì in campo perché hai già perso . Ecco perché ho cercato di concentrarmi su me stesso, sulle cose che dovevo cercare di fare nel punto successivo, sul modo in cui lanciare il servizio e tutte queste cose, perché devi allontanare queste cose dalla tua mente in qualche modo. Ogni giocatore ha tecniche diverse. Io faccio, cerco di immaginare che facciano il tifo per me. È così che ho cercato di mantenere la calma nell’ultimo game

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