ATP Roma, Darderi: "Non c'è niente di strano a giocare per un diverso Paese da quello di nascita"

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ATP Roma, Darderi: “Non c’è niente di strano a giocare per un diverso Paese da quello di nascita”

“Olimpiadi?”, risponde Lucio, “non c’è niente di cui parlare. Si tratta di una Race e voglio riuscire a qualificarmi”

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Luciano Darderi - ATP Roma 2024 (foto Francesca Micheli/Ubitennis)
 

Da Roma, il nostro inviato

Esordio vincente, che meglio non si poteva, per Luciano Darderi agli Internazionali d’Italia contro Denis Shapovalov. Una super vittoria in tre set che gli ha permesso di vincere per la prima volta in Italia e raggiungere il secondo turno al Foro Italico. Con la consueta umiltà e la voglia di migliorarsi costantemente, che mostra anche in una conferenza stampa in cui trasuda felicità ed entusiasmo.

D: “2019, perdi la finale degli Assoluti Regionali qui con Ortensi. A pensarci oggi, 5 anni fa, che pensieri ti vengono in mente?

Darderi: “Ieri stavo parlando di quella finale. Siamo passati dal Circolo dei Canottieri a dove siamo. Il percorso è stato lungo, ma sono contento di dove sono arrivato. Oggi è stata una partita speciale, la prima volta qui al Foro Italico“.

Pellegrino Dell’Anno (Ubitennis): “Congratulazioni, Lucio. Quale credi sia stata la chiave della partita di oggi?

Darderi: “Penso che sia stata avere profondità, stargli sempre dietro. Perché lui comunque è un giocatore che a momenti fa molto bene, a momenti fa tanti errori. Quindi stargli dietro ogni punto è stata la chiave. Ero un po’ teso però sono riuscito comunque a giocare anche dovevo giocare tatticamente, quindi penso di essere stato molto bravo all’ultimo“.

D: “Le partite combattute stanno diventando un po’ il tuo pane. Ti chiedo se questo spirito di battaglia lo hai solo in campo e se invece fuori sei più tranquillo oppure sei così anche nella vita di tutti i giorni?

Darderi: “Più che altro in campo, in campo mi trasformo un pochettino, e penso che una cosa che a volte va dalla parte mia, a volte no. Però è il mio carattere così, quando entro in campo cerco sempre di lottare, di giocare fino all’ultima palla“.

D: “Oggi è stata una giornata di grandi rivincite, perché l’anno scorso eri rimasto fuori di uno, e ne avevamo parlato. C’è tutto un percorso, magari poche wild card, i tornei ITF, giocare gli Open per raccogliere un po’ di soldi. E la rivincita a Shapovalov contro cui hai perso a Miami. Quindi sei puoi fare un discorso su tutto questo, e come sta la gamba?

Darderi: “Ho fatto un altro tipo di strada, un pochino più lunga e difficile. Ma alla fine sono arrivati i risultati e oggi sono qua, sono contento del livello. La gamba niente di che, ho avuto un crampo all’ultimo, però penso che erano un po’ anche i nervi della partita dopo 3 ore. Penso la stanchezza, un po’ di tutto, però niente di grave“.

Dell’Anno: “Qualche anno fa a Londra, alle Finals, hai fatto da sparring a Tsitsipas, Djokovic, Schwartzman. Volevo chiederti se avessi in programma di allenarti con qualcuno di loro in questi giorni

Darderi: “No, non ho chiesto di allenarmi con nessuno. Facciamo un po’ di allenamenti con mio padre e il mio altro allenatore, su quello a cui lavorare. Ho avuto però pochi giorni per allenarmi, sono arrivato domenica da Cagliari e mi sono allenato un giorno, quindi i tempi sono un po’ stretti“.

D: “In tutto questo stai ricorrendo anche il sogno olimpico. Come stai vivendo questa cosa? E se magari hai parlato con qualcuno, con Volandri o dopo la partita o in questi giorni

Darderi: “La carriera olimpica è una race, quindi spero di qualificarmi. Non c’è tanto da parlare con Filippo o gli altri. Li ho visti dopo la partita, sono contento di essere nella Race delle Olimpiadi e spero magari di qualificarmi, da qua fino al Roland Garros“.

D: “Quando ti dà fastidio che quando sei in Argentina ti chiedono quanto sei argentino e quando sei in Italia ti chiedono quanto sei italiano?

Darderi: “Si parla spesso di questo, ma io non lo sento tanto. Sono nato in Argentina ma gioco per l’Italia ormai da 12 anni. Non penso sia niente di strano, tanta gente è nata in un Paese ma gioca per un altro“.

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