WTA Roma, Sabalenka: “Oggi so perdere e sorridere, l’importante è accettare il verdetto”

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WTA Roma, Sabalenka: “Oggi so perdere e sorridere, l’importante è accettare il verdetto”

“Swiatek, Rybakina ed io: le differenze tra noi sono nei dettagli” – così dice la campionessa bielorussa nell’incontro con la stampa prima di iniziare il torneo

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Aryna Sabalenka - Roma 2024 (foto Francesca Micheli Ubitennis)
Aryna Sabalenka - Roma 2024 (foto Francesca Micheli Ubitennis)
 

Aryna Sabalenka ha da poco compiuto 26 anni (il 5 maggio, data della splendida e sfortunata finale di Madrid) e qualcuno gli fa gli auguri subito prima che inizi il suo incontro pre-torneo con la stampa. Lei ringrazia al volo e si concede alle domande dei giornalisti, dichiarandosi ultra-felice di essere di nuovo a Roma. La prima domanda riguarda il rapporto con il team.

D: Vorremmo sapere in merito alla tua squadra: quanto è importante essere in un gruppo affiatato? Si riesce a viaggiare e a lavorare con tante persone?

Sabalenka: “E’ fondamentale essere affiatati: adoro il mio team, loro sono la mia grande famiglia. Ci sono da sempre e mi sono vicini in ogni difficoltà. Io cerco di ripagarli allo stesso modo e sono felice se posso aiutarli. La mia squadra è abbastanza numerosa ma potrebbe essere di dieci come di una sola persona: l’essenziale è il tipo di rapporto che sussiste tra loro e me”.

D: Dopo una finale così combattuta e persa come quella di Madrid, quali tecniche utilizzi per andare oltre, per rimanere positiva e dimenticare?

Sabalenka; “La mia tecnica passa attraverso le emozioni (ride). In realtà se avessi perso 6-0 6-0 sarei stata malissimo perché certamente non sarei riuscita a dare il mio meglio. Ma in questo caso ho giocato bene e il problema è stato che Iga ha saputo sfoderare i colpi migliori. La prossima volta cercherò di fare meglio; per me è già tutto nel passato, ora devo mettermi a lavorare per fare qualcosa in più quando davvero conterà”.

D: Tra te, Swiatek e Rybakina ci sono spesso grandi sfide; altre sono forti, ma non perfette come voi. Le differenze tra voi sono nel cambio di superficie o semplicemente legate al momento della partita?

Sabalenka: “Intanto io non sono perfetta… Sì, Iga è la migliore sulla terra ed Elena sull’erba, mentre io forse lo sono sul cemento. In effetti non è solo questo; io posso vincere anche sul rosso o sui prati, spesso i dettagli decidono il destino del match”.

D (Ubaldo Scanagatta): Ho visto parecchi ragazzini iniziare a competere a otto o dieci anni; quando perdevano reagivano piangendo e lamentandosi presso i propri genitori. Tu dopo la sconfitta, soprattutto di recente, sai reagire con il sorriso: per te è sempre stato così o piuttosto hai imparato ad accettare la sconfitta in un altro modo?

Sabalenka: “Bella domanda! In realtà ci soffro; l’ultima volta ho rotto una racchetta e dopo sono stata meglio. Anche io ero triste e arrabbiata quando perdevo, ho sempre sentito molto le mie emozioni. Quello che ho imparato dal passato è che quando esci sconfitta devi imparare ad accogliere il verdetto e pensare a lavorare su te stessa; quando giochi ad alto livello e raggiungi le finali, è chiaro che non sempre può andare bene. Ma dai momenti negativi puoi trarre delle lezioni che ti saranno utili magari in una finale importante”.

D: In passato il ranking aveva certo un peso più importante nei tuoi pensieri: quanto ti influenzava?

Sabalenka: “Molto. Era il 2018 quando sono entrata nelle top 10 e per tutto l’anno successivo non ho fatto altro che pensare a come avrei difeso i punti in classifica. È stato frustrante, nonostante io sia poi riuscita nell’intento. Con l’esperienza ho imparato che non devo preoccuparmi se inizio male un anno, perché so che la strada è lunga e se gioco bene in sei-sette occasioni, allora rimarrò senz’altro tra le prime dieci. Tutte cose che ho imparato con il tempo: se sto bene fisicamente e mentalmente so che arriverò in fondo al torneo”.

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