Da Roma, il nostro inviato
[10] H. Rune b. L. Nardi 6-4 6-4
Inizia molto bene anche il torneo del finalista uscente, così come quello del campione. Agli Internazionali d’Italia si apre nel migliore dei modi la campagna di Holger Rune, che sconfigge Luca Nardi, il terzo italiano sceso in campo quest’oggi. Nonostante abbia illuso a tratti, tenendo da fondo e senza paura del danese, alla fine la maggior qualità e l’esperienza dell’ex n.4 al mondo hanno avuto la meglio, portandogli in dote una vittoria neanche così faticosa in un’ora e mezza. Per Rune si tratta della 14esima vittoria di fila su terra contro giocatori fuori dai primi 50, statistica che aiuta a definire quale sia la dimensione sul mattone tritato del giovane Holger. E, chiudendo un sabato a tratti esaltante a tratti decisamente meno sul Centrale, si regala il terzo turno contro Sebastian Baez.
Primo set: Rune parte a razzo, Nardi rimane solo in scia
Inizia in spinta, senza neanche pensarci, Rune. Al terzo game già arriva il break a favore del danese, culminato con un’ottima risposta vincente di rovescio, colpendo in pieno la riga. Certo se la si mette sulle botte da fondo campo potrebbe essere ardua sostenere il ritmo per il danese, sarà dunque fondamentale per Nardi tentare variazioni e muovere lateralmente l’avversario, così da non concedergli appoggi. Andando avanti, oltre allo spettacolo dato dalla “ola” del pubblico sugli spalti, appare chiaro come il n.12 al mondo abbia più tennis, soprattutto nei game di servizio. Tante prime pesanti e ben piazzate che spesso impediscono anche di far partire lo scambio al pesarese, mai realmente pericoloso in risposta. E alla fine, anche sfoggiando con serenità ed eleganze le dolci dote di tocco con tante palle corte, Rune porta a casa in maniera abbastanza agevole un primo set in cui la differenza tra i due, anche in termini di abitudine, è apparsa troppo netta.
Secondo set: quanti rimpianti per Nardi. La spunta il più forte
Nardi porta in campo nel secondo set un livello molto alto, finalmente riuscendo a dare fastidio anche in risposta al suo avversario. Addirittura con coraggio non rifugge la diagonale di dritto, dove chiaramente il danese è superiore, molto pesante. Luca però va dritto per la sua strada, e nel quarto game ottiene ben sei palle break. Per quanto le sue colpe siano poche, visto il livello espresso da Rune nei momenti caldi, tra prime ben oltre i 200 km/h e cannonate da fondo, non riesce a capitalizzarne neanche una. E ciò gli pesa nel gioco successivo, con il danese che va a piazzare un pesante break, anche aiutato da un doppio fallo e qualche errore di un azzurro improvvisamente più contratto. Alla fine Luca fa quel che può, lotta con tutto ciò che ha ma non basta per tenere a bada l’esuberanza di un Rune ligio e costante, che appare ben in fiducia sulla terra romana. Chiude senza eccessivi patemi anche tra gli applausi di un pubblico entusiasta, corretto a larghi tratti. Bravo Luchino, rimandato con buone prospettive.