Da martedì 7 a domenica 19 maggio il Foro Italico è la casa del grande tennis mondiale. Per le prossime due settimane, infatti, i circuiti WTA e ATP faranno tappa a Roma, in occasione di uno dei tornei più belli, antichi, suggestivi e storici della storia di questo sport.
Pur senza i futuri n°1 Sinner e Alcaraz, gli Internazionali d’Italia 2024 sono già un successo annunciato, grazie anche alla presenza dei n°1 del presente e del passato Djokovic e Nadal, al n°1 azzurra Jasmine Paolini e ai 34 italiani ai nastri di partenza tra i tabelloni principali e di qualificazione.
Roma sarà costantemente in festa per due settimane di gioia e grande tennis. E se i giocatori potranno godere di questo clima unico nel suo genere – e regalare lo spettacolo di sempre in una cornice così accogliente ed elegante – è anche per via del fatto che tutto funziona come dovrebbe. Ogni dettaglio è curato con grande attenzione, dall’incordatura delle racchette al mantenimento dei campi, fino allo strumento senza il quale non esisterebbe il tennis: la pallina.
Ci sono quelle da gioco, che devono soddisfare caratteristiche ben precise come il diametro compreso tra i 6.54 e i 6.86cm, la pressione interna di 15atm e standard molto specifici di rimbalzo. Ma non sono le sole: ce ne sono tante altre più grandi, che spopolano tra i tifosi per raccogliere gli autografi dei loro idoli, e altre ancora – con un diametro di un paio di metri – incastonate al suolo. Nonostante le tante forme diverse, hanno però tutte un unico scopo: ricordare a chiunque, dal vivo o da casa, il luogo in cui ci si trova.
Ognuna delle migliaia di palle presenti a Roma, come accade ormai da vent’anni a questa parte, sarà targata Dunlop, un marchio ultracentenario che rappresenta la storia del tennis. Nato da un’idea di John Boyd Dunlop, il percorso verso il campo da tennis è tutt’altro che diretto ed immediato.
Il primo brevetto di ruota pneumatica venne deposto da JBD alla fine del 1888, mentre due anni più tardi venne fondata a Dublino la Dunlop Rubber, una fabbrica che lavorava la gomma proveniente dalle piantagioni asiatiche. Con il passare degli anni Dunlop non solo resistette a due guerre mondiali, ma crebbe progressivamente fino a quando, nel 1986, venne acquisita (allora solo per la branca pneumatici) da Sumitomo Rubber Industries, fondata nel 1615 (!) con sede in Giappone.
Come tutti i più grandi tennisti oggi, allora anche le palline vennero sottoposte ad un lungo viaggio in giro per il globo. Prima di ottenere palline, però, c’è dietro un processo lungo e complesso. Se vi siete mai chiesti come nasce una palla da tennis, be’, oggi siamo qui a spiegarvelo.
La gomma viene estratta da piante che crescono solo in condizioni molto particolari: hanno bisogno di 250cm3 di acqua ogni anno, crescono solo a temperature comprese tra i 25 e i 28 gradi centigradi, hanno bisogno di un’umidità all’80% e di circa 2000 ore di sole all’anno con mancanza di vento. Una volta ricavata la gomma – che non può essere piantata manualmente – può finalmente iniziare il processo di fabbricazione delle palle da tennis. Un processo che, come accennato in precedenza, deve sottostare alle rigide richieste dell’ITF relative a peso, misura, durezza, rimbalzo e materiali di utilizzo.
L’obiettivo primario di Dunlop – che oltre al torneo di Roma è protagonista di gran parte della stagione su terra (MonteCarlo, Barcellona, Madrid, ma anche Miami, Australian Open e molti altri) – è principalmente di riuscire a soddisfare non soltanto tutti i parametri, ma anche e soprattutto le esigenze dei giocatori.
Quanto una palla viaggia nell’aria non dipende soltanto, banalmente, dalla velocità con cui viene colpita, ma in parte anche da una serie di agenti atmosferici esterni. L’umidità, la pressione o l’altitudine sono tutti fattori che influenzano la traiettoria. Prendiamo come esempio il diritto di Rafa Nadal, che tocca i 4900 giri al minuto: lo stesso identico dritto, a Roma (a pochi metri sul livello del mare) finirebbe 10cm dentro il campo; a Madrid (600 metri sul livello del mare) di poco fuori; a Bogotà (2600 metri sul livello del mare) finirebbe lungo di un paio di metri!
Non tutte le palle possono essere uguali per tutti i tornei, in primis iniziando dalla differenza tra uomini e donne. A Roma, ad esempio, il torneo maschile si gioca con le Dunlop ATP, la palla ufficiale del circuito ATP e la stessa che viene usata per le ATP Finals e le Next Gen ATP Finals. Quello femminile, invece, si disputa con la Dunlop Fort Clay Court, che utilizzano un idrorepellente che mantiene la palla pulita quando si gioca sulla terra rossa. La principale differenza tra i due tipi di palline è che, nonostante abbiano le stesse tecnologie, la Clay Court vanta un impatto più morbido sul terreno di gioco.
Nel corso degli anni il tennis è cambiato notevolmente, nello stile e negli attrezzi. Dai tantissimi campi in erba dei primi tempi e dalle racchette di legno si è arrivati ad una prevalenza di campi in cemento e racchette all’avanguardia, sempre più leggere e performanti. A campi e racchette, ma come detto anche a tanti altri agenti esterni, ogni giorno devono adattarsi al meglio le palline, sempre più diversificate in base al torneo.
L’obiettivo di Dunlop, però, è lo stesso di sempre: rimanere un’eccellenza nel mondo del tennis.