Da Roma, il nostro inviato
Alle spalle lo spazio del Foro Italico dedicato ai giocatori, con le bellissime piscine e le statue dall’alto a fare guardia eterna. Nella players lounge degli Internazionali d’Italia, in una mattinata macchiata dalla pioggia, che alla fine dopo avvisaglie e minacce, è arrivata anche su Roma. In questa ambientazione, che inevitabilmente sa di malinconia, si è tenuta la classica conferenza di fine torneo alla presenza del presidente FITP Angelo Binaghi e del presidente di Sport e Salute Marco Mezzaroma.
“La presentazione al Colosseo, il video mapping alla fontana di Trevi, campo in Piazza del Popolo, le Frecce Tricolori“, spiega un Binaghi in ogni caso soddisfatto, “mi hanno emozionato. Alcune delle cose più belle viste negli ultimi 24 anni, ed è curioso siano capitate tutte insieme. La presenza del sindaco, dei ministri, quella RAI ci hanno onorato, come ci ha onorato che abbiano usato gli Internazionali per rappresentare le eccellenze del Paese”. Una soddisfazione che naturalmente deriva anche da dati economici e di presenze incoraggianti: “Abbiamo registrato +513% in 24 anni, anche grazie ad upgrade e combined. Non sono banali come risultati, nel 2000 il torneo era stato reso al suolo da chi ci ha preceduto, che pensava solo alla propria carriera personale. Noi abbiamo come unico obiettivo ottenere risultati da ciò che amministriamo. Vogliamo far crescere il torneo, sia in valori patrimoniali sia per trovare risorse e investire nel tennis così da renderlo popolare e aumentare la domanda. Continuare a creare sempre maggiore ricchezza sul territorio e benessere per gli italiani, oltre che importanti entrate per lo Stato“.
“La biglietteria ha fatto registrare +1630% rispetto al 2000“, prosegue Binaghi, “e siamo riusciti a limare le imperfezioni rispetto all’anno scorso, il primo con l’upgrade, creando un site adeguato per il doppio di giocatori e giocatrici. C’è stata un’invasione di pubblico che ha reso il site per la prima volta insufficiente. Se ci fossero stati Jannik e Matteo in giornate come venerdì e sabato avremmo forse dovuto chiudere i cancelli e impedire ulteriori afflussi, viste le file chilometriche. Il tennis incomincia a scalciare sempre più, reclama spazi e dobbiamo cercare di correre ai ripari, perché questo sviluppo anche a volte troppo violento possa avere adeguata soddisfazione in tempo brevi“. Una passione e un trasporto raramente visti in effetti, che hanno permesso, come sottolinea giustamente il presidente, di venire a capo anche delle situazioni più ostiche nei giorni del pienone: “Chiedo scusa al pubblico, solo la loro passione ci ha aiutato a tenere la situazione sotto controllo. Dobbiamo studiare un adeguamento con Sport e Salute: dobbiamo montare maggiori tribune, ragionare su un terzo campo numerato come in tanti altri tornei. Così come forse dovremo contingentare in certi giorni le scuole SAT, a cui diamo biglietti a prezzi molto favorevoli“.
Ovviamente prima di passare alle dovute domande della stampa è stato doveroso un passaggio tecnico. Passando dal torneo che si appresta a concludersi al generale livello del tennis nostrano negli ultimi anni: “Abbiamo avuto la miglior finale possibile a livello femminile. A livello maschile il torneo è stato imprevedibile, e ora molti giocatori possono vincere grandi tornei come questi, soprattutto per l’assenza dei giovani campioni come Alcaraz e Sinner. Hanno fatto meglio invece i giovani italiani. Certo, non è forse andata come ci aspettavamo e come il pubblico lecitamente sognava, ma credo che questa edizione anomala non cambi le nostre prospettive. Abbiamo 11 italiani nei primi 100 della Race, e i primi 6 hanno tra i 20 e i 23 anni. Come punti in classifica c’è stata una crescita verticale negli ultimi 20 anni. Per quanto riguarda ciò che hanno scritto alcuni giornali, non c’è niente di vero in queste presunte anticipazioni per le ATP Finals, stiamo provando in tutti i modi di farle rimanere il più possibile in Italia, ma per ora non abbiamo conferme“.
Ma è innegabile come ci siano state delle difficoltà legate appunto ai troppi biglietti venduti e alle presenze eccessive che hanno spesso anche impedito di guardare match a spettatori paganti. Questione posta nel finale di conferenza a Binaghi dal direttore Ubaldo Scanagatta: “I prezzi aumentano ogni anno, così come le giornate e gli spettatori, ma qui sono molto più cari rispetto ad esempio Montecarlo e Madrid. Ci sarà un momento in cui preoccuperemo della gente che con i ground non riesce a vedere molto tennis? Quest’anno molti andavano sul Grandstand perché la programmazione era più interessante. Ci si preoccupa anche di avere un maggiore gradimento degli spettatori perché riescono a vedere più tennis quando entra?“
“Ci sono due analisi da fare“, risponde il presidente FITP, “di come stanno cambiando i flussi delle persone in funzione del cambiamento della tipologia del torneo, e di alcune regole nuove: non ha giovato agli spettatori del Centrale la regola ATP e WTA di limitare a 5 il numero massimo di singolari, quindi non più 4 gare nel pomeridiano. E ha creato anche complicazioni, come dopo il ritiro di Musetti con i femminili incapaci di attrarre attenzione. La politica dei prezzi deve tener conto di questo, è troppo alto il differenziale tra ground e Centrale. Il Grandstand è sottovalutato e va prezzato diversamente, visto che si ha la certezza di 5 singolari, con 4 maschili al martedì.
Va poi fatto notare che il pubblico sta iniziando a capire ora come è fatta la nuova programmazione. Inoltre c’è stato un incremento del 20% delle vendite nonostante i prezzi si siano alzati. Gli appassionati veri, che comprano appena apriamo perché affezionati allo sport e al torneo, hanno un livello di prezzo assolutamente adeguato. Chi lo compra dopo ovviamente è soggetto all’andamento del prezzo in funzione della domanda. Aumentiamo i prezzi dal primo gennaio, quindi chi acquista da quella data in poi paga di più partecipando alla cosiddetta “operazione Robin Hood“, visto che con quei soldi facciamo entrare le scuole elementari e aiutiamo le scuole SAT a comprare a un prezzo inferiore a un terzo di quello nominale“. All’anno prossimo, verrebbe da dire. Con l’augurio di una maggio presenza di top player in buono stato e soprattutto di una tutela maggiore degli appassionati, purtroppo vista solo a tratti.