J come Jimbo Tamberi: le sue vicissitudini renali hanno tenuto banco per quasi tutta la seconda settimana, fino alla sfortunata gara con eliminazione anzitempo. Noi del tennis abbiamo anche dovuto sorbirci numerosi paragoni tra le coliche renali e la tonsillite, in excursus medico-retorici di cui avremmo fatto volentieri a meno.
K come Khelif: Imane Khelif, la pugile algerina intersex contro la quale l’Italiana Angela Carini si è ritirata provocando l’inevitabile levata di scudi di tanti che della questione sapevano poco ma si sono fatti trascinare dalle considerazioni non proprio opportune della Presidente del Consiglio Meloni durante la sua visita parigina. Khelif ha vinto poi la medaglia d’oro nella categoria fino ai 66 kg, a conferma che alla lettera K si poteva mettere anche la parola “karma”.
L come Los Angeles: la città della California ha ricevuto dal CIO la bandiera Olimpica come prossima sede delle Olimpiadi nel 2028 (dal 14 al 30 luglio), e subito durante la Cerimonia di Chiusura hanno calato gli assi della “pop culture” che dovranno mettere in campo per controbilanciare l’assenza delle location storiche di Parigi. Da Tom Cruise ai Red Hot Chili Peppers, da Billie Eilish a Snoop Dog a Dr. Dre, da Venice Beach alle Hollywood Hills, la California ha fatto capire che non lascerà nulla di intentato per ospitare un’edizione memorabile.
M come Marchand: la Francia è ai suoi piedi, e gli ha pure dato un ruolo di rilievo nella Cerimonia di Chiusura. Leon Marchand, 22enne di Tolosa, ha vinto quattro medaglie d’oro individuali nel nuoto (200 dorso, 200 farfalla, 200 e 400 misti) stabilendo il record olimpico in ogni occasione più un bronzo nella staffetta riuscendo addirittura a conquistare due vittorie nella stessa sessione. Per i padroni di casa, e probabilmente anche nell’immaginario collettivo, il volto di Parigi 2024 è Leon Marchand.
N come Nole: dal punto di vista del significato dell’impresa singola, l’atleta di queste Olimpiadi però non può che essere Novak Djokovic. Alla sua quinta Olimpiade, dopo due quarti posti e una sconfitta al primo turno nelle ultime tre edizioni, il campione serbo è riuscito a superare l’operazione al ginocchio e la dura sconfitta in finale a Wimbledon per imporsi nel match per l’oro su Alcaraz sfoderando una prestazione superlativa. Certo, è stato avvantaggiato dai primi due turni quasi inesistenti, contro un singolarista per caso come Ebden e ciò che è rimasto di Nadal, ma la finale andava vinta, e quelle quasi tre ore di battaglia per due set sul Philippe Chatrier rimarranno probabilmente nella storia del tennis e delle Olimpiadi, oltre che in quella personale di Djokovic come una delle sue migliori prestazioni.
O come Ori: sono 12 le medaglie d’oro vinte dagli atleti italiani a Parigi, due più di Tokyo, due in meno del record storico di Los Angeles 1984 (dove però non erano presenti le nazioni del blocco comunista). Una sola la medaglia confermata rispetto a tre anni fa (Ruggero Tita e Caterina Banti nella vela Nacra 17), ma soprattutto, per quel che ci riguarda, il magnifico trionfo nel doppio femminile di Errani/Paolini, che ha messo il tennis sulla “mappa del medagliere italiano”.
P come Parigi: la splendida Ville Lumière ha svolto egregiamente il suo compito di città ospite di queste Olimpiadi, fornendo alcuni scenari davvero impareggiabili: il Grand Palais per le gare di scherma e taekwondo, lo stadio sotto la Torre Eiffel per il beach volley, con il pubblico spesso più impegnato a fare foto degli scorci che non a seguire le partite. La scelta della Senna per le gare di lunga distanza di nuoto e per la parata degli atleti nella Cerimonia d’Apertura è forse stata la meno azzeccata di tutta l’Olimpiade: la qualità dell’acqua ha causato problema a più di un atleta, mentre la sfilata delle varie nazioni sui barconi è risultata troppo dispersiva e ha tolto gravitas al momento. Ma è forse stata questa l’unica scommessa persa da Parigi, che sotto ogni altro aspetto ha fornito uno scenario invidiabile alla XXXIII Olimpiade.
Q come Quarto posto: l’Italia ha vinto la classifica delle medaglie di legno. Sono ben 25 i quarti posti collezionati dagli azzurri, quattro in più di quelli degli USA e cinque in più di quelli della Gran Bretagna. Probabilmente sono finite lì le medaglie in più rispetto a Tokyo che sarebbero dovute arrivare qui a Parigi, grazie anche alla minore concorrenza dovuta all’esclusione degli atleti e delle squadre russe e bielorusse. C’est la vie.
R come Roland Garros: il tennis ha avuto il suo torneo in uno scenario dal grande significato storico, come era già accaduto dodici anni fa a Londra quando le medaglie furono assegnate sull’erba di Wimbledon. La sfida di secondo turno tra Djokovic e Nadal, dato anche il prestigio della cornice, ha fatto il pienone, sugli spalti e tra i media, anche se poi dal punto di vista tecnico il match è stato ben poca cosa. Il Roland Garros versione olimpica ha sofferto la carenza di spazi adeguati al concetto di “zona mista” (vedere alla lettera Z), ma si è trattato di un dettaglio che abbiamo notato solamente noi della stampa, mentre i tramezzini a €7 e i panini a €11 sono stati probabilmente notati anche da tanti appassionati.
