[6] L. Musetti b. [Q] Z. Bergs 7-5 4-6 6-3
Dopo la finale a Chengdu e le buone impressioni, prosegue nel migliore dei modi la trasferta asiatica di Lorenzo Musetti, che apre con una bella vittoria su Zizou Bergs la sua campagna al China Open. Bel tennis a tratti, qualche errore di troppo del belga che conferma però di essere pronto a un salto di qualità, visto che il tennis non gli manca. Come ovviamente non manca al n.2 d’Italia, che ha fatto valere nei momenti importanti la classifica e l’abitudine a questo tipo di partite. Porta così a 10 la striscia di vittorie consecutive al primo turno, con l’ultimo stop al debutto (tolto il ritiro a Roma contro Atmane) che risale a Madrid contro Seyboth Wild.
Da Stoccarda in poi la stagione del carrarino si è decisamente impennata: questa contro Bergs è infatti la ventisettesima vittoria dall’inizio dello swing su erba, 38esima del 2024. La soglia delle 40 vittorie, per la prima volta in carriera, potrebbe essere superata già in questa settimana. Per quanto infatti ci sia Rublev sullo sfondo come avversario ai quarti, al prossimo turno Lorenzo partirà nettamente favorito contro la wild card locale Bu Yunchaokete (il cui nome si scriverebbe in realtà come un’unica parola) che ha battuto a sorpresa la sensation cinese Juncheng Shang 6-7(3) 6-2 6-4.
Primo set: Musetti di esperienza piazza la zampata all’ultimo
Da un pinto di vista di semplice cronaca non vi è molto da raccontare. Bergs, come visto a Bologna, dimostra che da un punto di vista tennistico vale ben altra classifica di quella attuale. Con un servizio costante e un’ottima resa dal dritto in uscita il belga tiene sempre a debita distanza sulla propria battuta Musetti, che da parte sua cerca più spesso la via delle variazioni così da muovere l’avversario e non dargli riferimenti. Importante soprattutto per andare a minare le certezze di un giocatore comunque meno esperto e non abituato a giocare spesso partite del genere. E questi limiti caratteriali vengono tutti alla luce nel dodicesimo game, dove concede le prime palle break, tra errori e doppi falli. Un dritto lungo, che per tutto il parziale era sempre atterrato largamente in campo, regala poi il parziale all’azzurro con il primo break.
Secondo set: rimpianti iniziali per Musetti, Bergs rientra e ringrazia
Quell’ultimo game del primo mentalmente pone tanti interrogativi nella testa del belga. Che però non trovano le risposte probabilmente da lui sperate, con troppi errori che di fatto regalano tre palle break all’azzurro. Bergs però riesce a chiamare a sé maggior freddezza, aiutato dal più naturale rovescio e da un non impeccabile Musetti, per annullarle tutte e tenere l’equilibrio dell’incontro. E, nonostante gli errori dal suo lato continuino ad abbondare, si rivela un passaggio decisivo nel settimo game, quando l’azzurro concede in maniera disastrosa le prime palle break. E soprattutto il primo break, confezionato con una sbadata volée dove si doveva e poteva fare decisamente meglio. Anche perché, nonostante sul dritto specie in fase di chiusura continuino ad arrivare errori banali, Zizou è cinico e aggressivo per andare a reclamare il set nel decimo game anestetizzando i cambi di ritmo dell’azzurro e forzare il terzo parziale.
Terzo set: Musetti più freddo quando conta. La vittoria è sua
Il parziale decisivo si apre con varie difficoltà per Musetti, costretto subito a salvare tre palle break. In questi momenti caldi, oltre che la qualità, emergono anche la maggior esperienza e la tenuta mentale dell’azzurro, bravo a ricacciare indietro il belga anche approfittando di qualche suo errore. Una decisiva sliding door, che porta a un secondo game dove l’azzurro applica pressione in risposta, anticipando e variando così da mettere in difficoltà Bergs, troppo sofferente dal lato destro. E proprio un dritto in corsa affondato in rete porge poi un fondamentale break alla tds n.6. Il belga ha il merito di provarci, rimanendo in scia, ma senza riuscire a creare veri pericoli sul servizio di Musetti. Che concede qualcosa, anche qualche sprazzo di nervosismo, ma sono nuvole passeggere. Alla fine una buona prima e un ennesimo errore (stavolta di rovescio) di un deludente terzo set da parte del belga regalano il passaggio del turno a un azzurro comunque positivo, con solo qualche solito limite d’umore da smussare.