Finisce molto probabilmente così una delle più iconiche e lottate rivalità di tutti i tempi, ancora una volta con la vittoria di chi, su cemento, ha sempre vinto di più.
Dopo un primo set dominato da Novak Djokovic, Nadal sale di livello nel secondo parziale, regalando spettacolo ed equilibrio, e ricordando quel Rafa che tanto ci aveva fatto innamorare negli scorsi anni.
Ahinoi, la differenza fra i due è ormai troppa: Nole trionfa al tiebreak e conquista il terzo gradino del podio al Six Kings Slam.
N. Djokovic b. R. Nadal 6-2 7-6(5)
Come fosse un incontro inedito, i primi scambi sono di accurato studio: Nole spinge poco, cercando più angoli che profondità e potenza. Rafa, come nello scorso match, subisce l’ingresso a freddo, subendo break alla prima occasione concessa.
Punto dopo punto, comincia a prendere le giuste misure, divertendo il pubblico con palle corte e uscite di dritto che tanto ricordano i giorni migliori.
Il serbo, dopo un avvio lento, alza il livello, costringendo l’eterno rivale ad allungare gli scambi, muovendolo orizzontalmente e sbagliando sempre meno. Rafa fatica a star dietro al ritmo di Djokovic, faticando nel muoversi da una posizione sempre troppo passiva e sbagliando troppo sulle palle più aggredibili.
Come da pronostico, è lo spagnolo il primo ad alzare bandiera bianca: sei giochi a due che raccontano grande dominio.
Alla ripresa del gioco le cose non sembrano cambiate: Nole domina in risposta un Nadal in difficoltà sulla seconda di servizio, muovendo alla perfezione senza concedere palle offendibili.
Rafa, come di natura, rifiuta la sconfitta, resta lì, e alla prima occasione rimette le cose in parità, sfruttando un Djokovic poco lucido.
Il servizio cala di efficacia da ambo le parti, permettendo un sempre combattuto svolgersi dei giochi.
Rispetto al primo parziale, la lotta c’è. Con essa, però, l’ovvia consapevolezza di un destino già scritto: l’equilibrio non poteva durare a lungo. Nadal comincia ad apparire provato fisicamente, si spegne all’improvviso e offre a zero il proprio turno di battuta: Djokovic serve per il terzo gradino del podio. L’inatteso, spesso, accade: Nole vede annullarsi un matchpoint, Rafa mette a segno uno dei suoi più iconici ganci mancini lungolinea, e rimette le cose in parità. C’è ancora partita, c’è adrenalina, e soprattutto inerzia che parla spagnolo.
E così sia, tiebreak: che non si tratti di un miraggio, non lo possiamo affermare con certezza, ma i due sembrano tornati quelli di un tempo. Alla fine, però, trionfa il più in forma: Djokovic chiude al secondo matchpoint, il primo di un tiebreak comunque molto equilibrato.
Oltre al sostanzioso prize money previsto dalla manifestazione, gli organizzatori omaggiano Nadal di un singolare regalo di pensionamento: una racchetta d’oro (o forse dorata, dato l’apparente peso piuttosto limitato)