Il tennis è uno sport individuale per eccellenza. Gli atleti girano il mondo settimana dopo settimana con l’obiettivo di acquisire punti, fiducia e scalare le classifiche mondiali per un posto nei palcoscenici più importanti. A volte, però, le vittorie di un atleta hanno un significato diverso. Questo è il caso di Hady Habib, ventiseienne libanese numero 174 al mondo. Negli ultimi anni, lui e il connazionale Benjamin Hassan hanno portato il “Paese dei Cedri” sulla mappa del tennis che conta. Storica, infatti, la loro presenza a Parigi 2024, i primi due tennisti libanesi a parteciparvi. Habib è stato il primo tennista a rappresentare il Libano ai Giochi Olimpici, giocando nella giornata di apertura del torneo tennistico, il primo a vincere un Challenger a Temuco in Cile e, non solo, Habib ha scritto la storia del paese mediorientale anche a livello Slam.
Durante il Challenger Roma Garden abbiamo avuto la possibilità di ripercorrere con Hady Habib il suo percorso: dalla crescita in Libano al ritorno negli States, dal periodo al College sino ai traguardi raggiunti in questi ultimi anni. Hady Habib è nato a Houston, in Texas, nell’agosto 1998 da padre libanese e madre statunitense di origini iraniane. Quando il piccolo Hady aveva sei anni, la famiglia Habib si trasferì in Libano e proprio nel paese mediorientale Hady prese in mano la racchetta: “Mi sono trasferito all’età di 6 anni, ero abbastanza piccolo, non parlavo la lingua, ma sono stato subito iscritto a scuola e ho dovuto farmi nuovi amici. Ho imparato la lingua, infatti parlo arabo. I miei ricordi migliori di quando ero bambino sono legati al periodo in cui vivevamo in Libano perché penso che la cultura del mio paese sia molto ricca. È un piccolo paese con molta storia, una cultura bellissima e le persone sono così gentili, accoglienti e appassionate, proprio come qui in Italia. Sono davvero felice di aver avuto la possibilità di crescere lì.”
Hady rimase in Libano per circa sette anni, poi fece ritorno negli States. “La scelta di tornare negli Stati Uniti, quando avevo 12/13 anni, era per permettermi di studiare e poi giocare a tennis in diverse accademie. Penso che in Libano non ci fossero per me grandi opportunità per poter incrementare il mio livello come tennista. Mi sono dovuto trasferire negli Stati Uniti in giovane età per sviluppare ulteriormente il mio tennis e penso che questa scelta stia dando i suoi frutti.”
Dopo essersi trasferito nella California del Sud, Habib si spostò in Florida lavorando all’IMG Academy: “L’impatto sulla mia crescita è stato enorme. Se non erro ci ho passato circa 2 anni. Ho giocato con molti bravi giocatori, juniores, Alejandro Tabilo, ad esempio, e molti altri giocatori che stanno giocando bene ora. Quindi è stato importantissimo per me allenarmi lì perché ovviamente farlo a casa in Libano era difficile. Giocare in America mi ha dato la possibilità di sviluppare il mio tennis e ho continuato a dare il massimo ogni giorno e alla fine… e sono qui.”
Non solo tennis, Hady Habib ha fatto la scelta di studiare al college, laureandosi nel Maggio 2021 in Sport Management alla Texas A&M. Un periodo che gli ha permesso di vivere l’esperienza delle competizioni a squadre e ha lasciato tanti ricordi nella mente del tennista libanese: “Amo molto giocare per la squadra. Alcuni dei migliori ricordi della mia vita sono legati al periodo del college. È bello condividere le vittorie con altri compagni di squadra, perché il tennis è uno sport molto solitario, individuale. Io sarò in viaggio per circa 5 settimane da solo, giocando per me stesso senza avere davvero nessun compagno di squadra in viaggio con me. Nel circuito competiamo tutti l’uno contro l’altro. Gli anni al college mi hanno permesso di avere una cultura del lavoro di squadra. Penso che il College sia stato davvero speciale per me perché con quei ragazzi abbiamo passato quattro anni insieme come squadra. Hai l’opportunità di avere ragazzi provenienti da tutto il mondo nella stessa squadra, ed è stato fantastico avere culture diverse nel proprio team. I migliori ricordi della mia vita. Abbiamo condiviso alcune vittorie, abbiamo condiviso sconfitte, momenti buoni e cattivi, ma anche tante risate e scherzi. Loro sono ancora adesso i miei migliori amici, ci teniamo in contatto. Quindi, in sintesi, è stato un periodo incredibile.”
Hady è anche uno dei membri della squadra di Davis del Libano e insieme al connazionale Hassan ha potuto vivere il sogno di disputare i Giochi Olimpici di Parigi 2024: “Onestamente, è stato pazzesco perché inizialmente avrei dovuto giocare solo il doppio. Poi il regolamento alle Olimpiadi prevede che se un tennista si ritira, entra il tennista in loco con il ranking più alto in singolare. E quando Hurkacz si è ritirato, ero io il prossimo della lista a entrare. È successo tutto all’ultimo minuto, poi ho guardato il tabellone e ho scoperto di giocare con Alcaraz al primo turno. La settimana prima stavo giocando sul cemento, non avevo nessuna preparazione per giocare sul rosso. Ovviamente giocare contro Alcaraz a quel livello è stata un’enorme opportunità per me. Mi sono goduto tutta l’esperienza, sono andato sulla barca per la Cerimonia di Apertura la sera prima. Sono rimasto sveglio fino alle 2 del mattino. Il giorno dopo Alcaraz sul Suzanne Lenglen. Non è stato un compito facile, ma c’era un’atmosfera incredibile, lo stadio era pieno, un momento indimenticabile.“
L’ultimo traguardo in ordine di tempo tagliato da Habib è stato quello nei tornei del Grande Slam. Lo scorso gennaio, all’Australian Open, Hady Habib è stato il primo tennista nella storia del Libano a qualificarsi per il tabellone principale di uno Slam e, grazie alla vittoria al primo turno contro il cinese Bu, ha conquistato anche la prima vittoria per il suo paese in un Major. “È stato qualcosa di realmente enorme. Non solo per me stesso, ma anche per il pubblico che era presente lì, è stato incredibile. Ho vinto praticamente per tutto il Libano. Tutti erano così felici per me, festeggiavano la mia vittoria. E poter condividere questo con le persone a casa è stato davvero speciale per me, venendo da un piccolo paese. Ed essere il primo a vincere la prima partita in un Grande Slam, penso che potrà essere di ispirazione per molti ragazzi per iniziare a giocare a tennis, sarà di ispirazione per lo sport in Libano e ha regalato loro una notizia positiva dato che abbiamo sofferto molto come paese.”