Una compagine americana che finora non ha ancora sfigurato. A passare il primo turno del Roland Garros 2025, contro Elmer Moller e Roman Safiullin, ci hanno pensato Tommy Paul e Frances Tiafoe, numeri 12 e 15 del seeding. Il privilegio di affrontare nuovi avversari nel tour mentre si osserva il tramonto di una generazione che ha benedetto il tennis non è per tutti. Frances e Tommy hanno vissuto, seppur per poco, i momenti di un poker che mai più rivedremo. Per gli Stati Uniti è anche il momento di rinascere, dopo che i grandi campioni europei si sono presi il palcoscenico mondiale per questi vent’anni.
Per Frances è nettamente la fine di un periodo indimenticabile: “È al 100% la fine di un’era. Novak sta ancora tenendo duro, e qui può davvero vincere. Ma per quanto riguarda l’era, è finita. Bisogna solo fare i complimenti a questi ragazzi. È incredibile quello che hanno fatto per 20 anni. Ovviamente mi sarebbe piaciuto vedere Andy giocare ancora qualche anno alla grande. Ma con l’anca…
Voglio dire, sono cresciuto da bambino guardandole loro più grandi battaglie. Quei ragazzi hanno giocato così tanti grandi match anno dopo anno in ogni torneo. Quello che Rafa ha fatto non sarà mai ripetuto, questo è un dato di fatto, a meno che Alcaraz non voglia farlo o qualcun altro. Non credo che la gente si renda conto di quanto sia folle quello che ha fatto”.
Durante la cerimonia di addio a Rafa, Frances riusciva a scampare al pericolo chiamato Roman Safiullin, con il punteggio di tre set a zero. Non senza qualche problema a leggere il servizio avversario: “Alcuni avversari non riesco a leggerli. A volte ho la cattiva abitudine di tirare a indovinare. Oggi ho fatto fatica a leggere il suo servizio. A un certo punto ti tireranno la seconda di servizio, spero. Così facendo, basta avere ragione un paio di volte per entrare nello scambio. Non credo che sia un problema enorme. Ovviamente contro i migliori giocatori del mondo non si possono fare tanti punti gratis. È una cosa che va affrontata”.
Nell’aprire le danze a Parigi, durante la giornata di ieri, Tommy Paul affrontava il 2003 danese Elmer Moller, consapevole di avere un rovescio molto pericoloso. “È un tipo di giocatore abbastanza atipico, credo. Voglio dire, si gira per colpire i rovesci in sventaglio, cosa che non si vede spesso. Soprattutto correva per colpirli inside-out, il che era un po’ strano. Ma lo ha fatto molto bene. Mi ha tenuto testa abbastanza bene. È stato sicuramente un incontro interessante”.
Tommy Paul è attualmente il numero 2 degli Stati Uniti, a corredo di un organico che vanta ben quattro singolaristi tra i primi 16 giocatori del mondo. Questo fa ben sperare per il movimento stelle e strisce, rimasto indietro negli ultimi anni rispetto all’Europa: “Penso che non abbiamo colmato il divario perché nessuno di noi ha vinto uno Slam. Ci sono ancora molti ottimi europei davanti a noi. Penso che negli ultimi sei anni o giù di lì, lo abbiamo sicuramente ridotto. Quando Fritz è arrivato in finale all’Open, eravamo tutti entusiasti di vederlo. Ci motiva. Per tutta la vita abbiamo sentito dire che il tennis statunitense non aveva un campione del Grande Slam da tanto tempo. Averlo in finale è stato enorme per il nostro tennis, per lui e francamente per tutti noi in termini di convinzione. Vederlo lì, ci fa credere che tutti noi ce la possiamo fare“.