Partenza agevole e vittoria in tre set (un triplo 6-3) contro lo statunitense Mackenzie McDonald. Novak Djokovic ha cominciato nel migliore dei modi il proprio percorso sulla terra battuta del Roland Garros edizione 2025. Il 24 volte campione slam, che sfiderà Corentin Moutet al secondo turno, ha rilasciato alcune dichiarazioni nella consueta conferenza stampa post-gara.
D: Complimenti, Novak. Quanto sei soddisfatto della tua forma fisica oggi? Quali sono state le emozioni nel tornare sullo Chatrier?
Djokovic: “Beh, le emozioni sono state davvero belle. L’ultima volta che sono stato lì a giocare era per la finale delle Olimpiadi. Ovviamente ho rivissuto quei ricordi che sono stati bellissimi. Ma, sapete, all’inizio della partita le condizioni erano piuttosto difficili, con il vento, la pioggia e tutto quello che stava succedendo. Mi ci è voluto un po’ di tempo per trovare il ritmo in campo, colpendo la palla e muovendomi. Le condizioni erano molto diverse da quelle di Ginevra. Tutto sommato, è stata una gara solida. Triplo 6-3. Quindi, un buon risultato. Si può sempre fare meglio, ma devo essere contento e soddisfatto di questo primo turno“.
D: C’è qualche punto d’incontro tra quello che stai cercando di fare ora, tenere il passo dei ragazzi più giovani, con la sfide iniziali della tua carriera, quando cercavi di arrivare il più in alto possibile? O, anche, se vogliamo, con il ritorno dal tuo brutto infortunio, di circa otto anni fa… Sarei curioso di sapere come valuti questi tre diverse esperienze.
Djokovic: “A quale infortunio ti riferisci?“
D: Al gomito.
Djokovic: “Al gomito, okay. E quale sarebbe il collegamento?“
D: Dopo quell’infortunio sei ripartito. Era una situazione difficile…
Djokovic: “Sì, quello è stato probabilmente l’infortunio più grave che abbia mai avuto in carriera. Ho avuto altri infortuni, ma quello, sai, ho continuato a giocare per un bel po’ di tempo, prendendo farmaci, eccetera. Poi a un certo punto è diventato troppo, quindi ho dovuto prendermi una pausa. Dopo sono tornato con un servizio completamente diverso. La mia biomeccanica era molto alterata, sostanzialmente modificata a causa dell’infortunio. Quindi, sì, per me è stato ancora più impegnativo perché ho cambiato completamente il movimento del servizio. Ho dovuto ritrovarlo o trovarne uno nuovo, e in realtà se si guarda il movimento del servizio che avevo prima di quell’infortunio, e quello successivo, il mio servizio è piuttosto diverso. Gestire un infortunio pesante, penso che sia sempre una grande sfida per un tennista professionista o un atleta professionista, in generale. Ma quando sei un atleta individuale, se ti infortuni, ti infortuni. Tutto qui. Non puoi fare il tuo lavoro”.
D: La scorsa settimana hai vissuto una bella esperienza a Ginevra, vincendo il torneo. Hai iniziato bene qui. In passato hai vissuto anche delle belle esperienze agli Internazionali di Roma. Mi chiedevo se potessi chiarire perché hai scelto di non giocare a Roma questa volta.
Djokovic: “Quest’anno è stata una mia decisione, una scelta, quella di giocare a Madrid invece che a Roma. Di solito non è così. Se dovessi scegliere tra le due, normalmente sceglierei Roma. Sì, quest’anno volevo giocare a Madrid. Ad ogni modo, Ginevra non era nei piani, non era nel programma. Ma ho parlato con il mio team e ho deciso di farlo“.
D: Il tuo prossimo avversario sarà francese, chiunque tu debba affrontare. Come giudichi il modo in cui il pubblico del Roland Garros sostiene i propri giocatori? Hai notato cambiamenti nel corso degli anni? Ci sono state lamentele da parte di avversari non francesi che giocano contro giocatori francesi qui, secondo cui la situazione è peggiorata e che il pubblico ora tratta gli avversari in modo più negativo. Volevo solo sapere cosa ne pensi.
Djokovic: “E’ normale che sia così. Prendiamo tutti e quattro gli slam. Ovunque tu vada, se giochi contro un giocatore locale proveniente dal paese in cui si disputa lo slam, non avrai il pubblico dalla tua parte. Non c’è niente di strano. È prevedibile. Ma è vero che qui in Francia e a Parigi, rispetto ad altri slam, la gente è più rumorosa e appassionata e dà più supporto, più energia ai propri beniamini, il che per alcuni giocatori può essere fastidioso (sorride). Non è il tipo di ambiente ideale in cui vorresti giocare, ma devi essere pronto. Guarda, ho giocato in molti ambienti ostili nella mia carriera, e non è un qualcosa che non ho mai sperimentato prima. Non sto dicendo che sarà ostile per me o meno. Voglio dire, mi aspetto solo che se giocassi contro un giocatore francese al Roland Garros, mi aspetterei che la maggior parte del pubblico lo acclamasse. Non è niente di personale. Ma in campo, quando sei lì, quando accadono certe cose che oltrepassano il limite, capisco i giocatori che, sai, proteggono il loro spazio, la loro integrità, e se qualcuno ti manca di rispetto… lo contestano. C’è sempre qualcuno qua e là che a volte oltrepassa il limite“.