Ragazzi che Musetti! Davvero Lorenzo il Magnifico. Vederlo giocare e battere uno tosto come Holger Rune è stato un vero, ineguagliabile, meraviglioso spettacolo anche se sulle tribune dello Chatrier, mentre si udivano i petardi che scoppiavano dal vicino stadio dove si celebrava 24 ore dopo il trionfo del Paris Saint-Germain con il 5-0 all’Inter _ incredibile il mondo di oggi che per festeggiare un successo porta con sé due morti, non so più quanti feriti, 60 o più arrestati…che mondo è mai questo! – a mezzanotte inoltrata faceva un freddo cane che nemmeno tutto il mio equipaggiamento da vespista bastava a non sentirlo.
Infatti i colleghi che quell’equipaggiamento non avevano sono stati costretti tutti (salvo i due eroici collaboratori di Ubitennis Gibertini e Dell’Anno) a rifugiarsi, più che comprensibilmente, in sala stampa davanti alla tv.
E’ stata una delle partite più belle che ho visto giocare a Lorenzo, la prima contro un top-ten in uno Slam (Fritz non lo era a Wimbledon) e sì che comincio ad averne viste tante. Lorenzo è il sesto italiano a raggiungere i quarti sia a Parigi sia a Wimbledon (come De Morpurgo, Pietrangeli, Panatta, Berrettini e Sinner. E’ una partita che lo porta per la seconda volta nei quarti di finale di uno Slam: la prima arrivò lo scorso anno a Wimbledon dove poi raggiunse la semifinale. E credo che abbia tutte le possibilità per raggiungerla anche qui a Parigi, perché Tiafoe, che pure fin qui non ha perso un set e conduce nei confronti diretti con Musetti (3-2 nel circuito maggiore, 4-3 contando match lontani e in challenger, ma Lorenzo ha vinto a Roma nel 2023 l’unico confronto recente sulla terra rossa), non mi sembra in grado di opporsi a un Musetti che giocasse anche un po’ meno bene che con Rune (purche non giochi come nel primo set con Navone). Difficile – è vero – che possa rigiocare allo stesso modo. Con tanta tranquillità, con tanto acume tattico. Non ricordo di avergli visto davvero sbagliare una scelta. Chissa cosà diranno adesso tutti coloro che per anni sostenevano che Lorenzo dovesse o abbandonare il maestro di sempre Tartarini oppure affiancarlo a un Supercoach. Non mi pare ne abbia proprio bisogno e, almeno chi scrive, lo ha sempre detto. Oggi è più facile sostenerlo. Poi, in futuro, le cose possono anche cambiare. Nel primo set non ha avuto una percentuale sufficientemente alta di prime palle, appena il 50%, una su due dunque, e quindi non è riuscito a mantenere per due volte il break di vantaggio che si era procurato sia nel primo che nel nono game -e meno che quello dell’undicesimo game non lo ha vanificato – ma nel secondo set – seppure perso per via di un unico break patito nel sesto game e a causa di un Rune salito decisamente di livello così come la partita– la sua percentuale è salita al 65%.
Detto che Rune secondo me non può rimproverarsi niente, salvo forse il calo fisico e mentale che ha avuto nel quarto set …e difatti a un collega danese che ho interpellato ha detto: “Mi devo preparare meglio per giocare gli Slam tre set su cinque…e poi per vincere devo servire meglio di come ho fatto stasera e essere meno passivo e falloso con il rovescio”.
In realtà secondo me Rune non ha giocato male, non ha avuto – fatta eccezione per il quarto set in cui è partito subito con l’handicap del break nel primo game come gli era successo anche nel primo set – quei suoi frequenti alti e bassi che tante volte lo hanno caratterizzato nel corso di uno stesso match. Ricorderete anche quelli che patì contro Sinner in Australia a gennaio, quando da dominante finì soccombente.
Holger non era contento del suo rovescio, ma anche se non sono riuscito a contare tutti i suoi diritti vincenti (i vincenti totali del danese sono stati 50, non pochi davvero, secondo me quasi una quarantina sono dritti), il fatto è che sulla diagonale dei rovesci Lorenzo faceva quello che voleva, una dimostrazione di grandissima classe: rovesci liftati che rimbalzavano altissimi e erano impossibile da schiacciare, rovesci tagliati che costringevano Rune a piegarsi fino a terra senza poterli contrare con sufficiente velocità. Solo chi ha giocato a tennis a buoni livelli sa quanto sia difficile cambiare da una palla all’altra un effetto rispetto a un altro, senza perdere la misura.
Secondo me – ribadisco – anche se l’ho visto delusissimo in sala stampa quando ha risposto alle domande dei colleghi danesi, quasi con le lacrime agli occhi, Rune non affatto giocato così male come sembrava credesse.
E’ stato invece Lorenzo a giocare straordinariamente bene. Lorenzo che, in certi momenti, è stato addirittura entusiasmante. Mi ha fatto schizzare in piedi, in tribuna stampa, come non ricordavo di aver fatto da chissà quanto tempo. Un tennis così strepitoso mi ha suscitato paragoni magari irriverente con il grande McEnroe.
Se avete voglia di guardare e ascoltare il video che ho fatto – tutto incappucciato per il freddo, su sito e YouTube a fine partita – vi renderete conto della sana esaltazione che ho vissuto per una serata di tennis memorabile. Confesso, mi sono lasciato trascinare. Una serata che era stata bellissima già con il match giocato, lottato per 3 ore e 19 minuti e vinto alla fine da un brillante Alcaraz su uno Shelton che, a prescindere dalla sconfitta in 4 set (e pur avendo perso il primo nel quale ha mancato la trasformazione di 3 setpoint che avrebbero potuto complicare la vita al murciano), ha dimostrato di essere più che competitivo anche sulla terra rossa. E questa forse può essere considerata una piccola sorpresa. Mi spiace non avere tempo per raccontare con maggioridettagli anche quella partita, ma fra Paolini e Musetti oggi era impossibile occuparsi di tutto, compreso il duello Rybakina-Swiatek vinto in rimonta dalla polacca.
Che Lorenzo fosse stato baciato da una serata di grande vena, ma soprattutto in una serata in cui ha vinto la sua maggior personalità e la strategia preparata con grande chiarezza insieme a Simone Tartarini ed eseguita con solida e decisa continuità lungo tutto il match di oltre 3 ore – 3,18, un minuto meno di Alcaraz-Shelton…- l’ho capito, e scritto sul mio blocnotes fin dal secondo game. A riprova vorrei farvelo vedere! Dovrete invece fidarvi.
Lorenzo aveva esordito strappando il game di servizio a un Rune piuttosto teso che sul 15 pari aveva commesso il primo di 3 doppi falli e poi Lorenzo aveva giocato uno dei suoi primi dritti vincenti al termine di un grandissimo scambio che forse ha contribuito a togliere qualche sicurezza a Rune. A fine partita gli scambi più lunghi li ha vinti in maggioranza il…”carrarino duro come il marmo”, parole sue.
Ma è stato dopo, nel game successivo, che mi sono convinto che Lorenzo non avrebbe commesso l’errore del vecchio Musetti, cioè quello che teneva ma non spingeva. Quello che arrancava a fondocampo sperando che remando e remando l’avversario finisse per sbagliare per primo. E se era un buon avversario non sbagliava quanto lui avrebbe sognato ed era Lorenzo che finiva per perdere.
Il punteggio era sull’1-0 e 40-15 per lui quando Rune ha anticipato una seconda di servizio di Lorenzo tirandogli una bordata di dritto pazzesca. Una mattonata. Impossibile da ribattere anche se uno avesse avuto il rovescio a quattro mani. Non a due, a quattro. Ecco che sul 40-30 non entra la prima al “nostro”. E io mi stringo nelle spalle. Temo il replay del punto precedente. Chissà che botta gli tira adesso Rune. Beh, no! Lorenzo tira una seconda palla a quasi 190 km orari e fa il punto. Lorenzo aveva capito. E nel mio piccolo anch’io. Non gli avrebbe mai dato palle facili. Un tennista come Rune lo devi mettere alle corde. Se lasci a lui l’iniziativa, con quel po’ po’ di dritto che si ritrova ti mette k.o. Non knock-down, ma proprio k.o.
Vero che poco dopo Lorenzo ha subito il controbreak, però è stato bravo a non disunirsi, non ha cominciato a imprecare allo stesso modo di tante altre volte. Parlava, questo sì, e io non sentivo dall’alto della tribuna cosa dicesse, ma mi pareva che lo facesse con una certa dose di serenità, come per spiegarsi che cosa aveva eventualmente sbagliato e per non ripetere, semmai, lo stesso errore. Ma sempre con estrema lucidità.
Anche questa volta, come con Navone con cui però aveva cominciato proprio male, Lorenzo é cresciuto col passare della partita. L’altro giorno l’aveva detto:”In che cosa sono principalmente cambiato? Nella consapevolezza”. Derivante certamente da 18 vittorie su 21 sulla terra rossa da Montecarlo in poi.
E subito dopo il brillante successo che lo ha portato per qualche ora al n.6 virtuale del mondo – ma se oggi Djokovic vince con Norrie Novak opererà il controsorpasso …- ai colleghi stranieri Lorenzo ha detto: “Quando le altre volte ho incontrato Rune, e ci ho perso tutte e due le volte, ero convinto di non potercela fare. Oggi sono entrato in campo pensando invece che potevo riuscire a batterlo”.
La tranquillità di Musetti è quella che gli ha permesso di non accusare il colpo del secondo set perduto, ma di ricominciare nel terzo set, dopo le prime due ore interlocutorie, a sviluppare il suo piano tattico. Rovesci incrociati, fino a che il danese accorciava e lui, girando nell’angolo sinistro dietro la palla, poteva far partire il suo dritto a sventaglio, prima sul rovescio e se Rune reggeva un po’ lo scambio poi zac, l’affondo anche sul lato del dritto rimasto scoperto. Magistrale davvero.
Vi rimando al mio video sul sito e su YouTube per le mie considerazioni su Frances Tiafoe. E’ una partita psicologicamente diversa. Tutti si aspettano che l’attuale Lorenzo vinca, che debba vincere. Contro Rune non era così. Vittoria e sconfitta erano quotate più o meno alla pari. Rune è stato n.4 del mondo e fino a non tanto tempo fa tutti dicevano che i successori dei FAB Four sarebbero stati 3 giovani della new generation, Alcaraz, Sinner e Rune,
Adesso come si fa – almeno sulla terra e sull’erba – a lasciare fuori Musetti?
Dispiace da morire – quasi quanto a Jasmine! – avere visto perdere Jasmine Paolini, avanti 6-4 e 4-1, e poi 5-4 15-40 sul servizio della Svitolina che aveva subito 3 break nel primo set e già due nel secondo. Dopo quei due matchpoint da lei mancati – ma forse solo sul secondo poteva giocarselo meglio, ha invece sbagliato un rovescio abbastanza gratuito – Jasmine ne ha avuto un terzo nel tiebreak (6 punti a 5 per lei e servizio…un servizio che nel tiebreak è risultato essere un handicap: 11 minibreak su 14!) e lì però è stata brava e coraggiosa la ragazza ucraina perché, rispondendo al servizio della “nostra” è venuta addirittura a rete a conquistarsi il punto (lei che a rete viene ogni morte di papa), una ventina di minuti dopo i primi due matchpoint salvati.
Quel tiebreak di 14 punti, (8-6) è durato esattamente 10 minuti. E di fatto ha quasi decretato l’epilogo perché nel terzo set Jasmine è andata subito sotto 2-0 e poi ha cominciato a sciupare occasioni a ripetizione, pallegame (break e non) a iosa. Peccato, il match, e i quarti di finale, sembravano suoi, ma il tennis è quello sport del diavolo in cui “The match is not over until is over”.
Certo brucia aver perso la chance di andare avanti alle fasi finali di uno Slam avendo perso col matchpoint, addirittura 3. Se Jasmine avesse raggiunto anche i soli quarti avrebbe fatto fra Roma e Parigi più punti di un anno fa con gli stessi due tornei…Adesso il quarto posto nel ranking WTA è a forte rischio. Zheng, Keys, Andreeva, Swiatek possono superarla.
Intanto mentre il tennis italiano, pur orfano di Jasmine, celebra Lorenzo Musetti nei quarti con vista sulla semifinale – se gioca come ha fatto finora non perde con Tiafoe – il tennis francese si piange addosso. Avevano 18 tennisti all’avvio in tabellone, fra cui tre teste di serie, e sono spariti tutti prima dell’ultima superstite donna, Lois Boisson. E’ la quarta volta nelle ultime cinque edizioni che questo accade. Lo scorso anno i francesi ebbero solo Moutet e Gracheva in ottavi. Quest’anno solo la Boisson, n.361, è la superstite.
Stasera c’è Sinner che potrebbe, dovrebbe anzi, battere nuovamente Rublev (anche se il russo in Canada lo scorso agosto è stato il penultimo a sconfiggere Jannik… l’ultimo è naturalmente il solito Alcaraz) e raggiungere anche lui come Musetti i quarti di finale. Dove troverebbe più probabilmente il suo grande amico Draper piuttosto che Bublik (del quale abbiamo pubblicato un bel ritratto LINK che spero non vi sia sfuggito).
Chiunque conosca Sinner sa che non sottovaluterà Rublev che sembra appartenere a quella categoria di tennisti che hanno poca varietà e poco estro, ma sono giocatori di ritmo. Tipo Lehecka e Ruud, dominati da Jannik? Beh di sicuro Rublev ha maggior potenza, un dritto che può fare più male e anche un servizio più incisivo, anche se ora ha perso smalto rispetto a quando era n.5 del mondo. Oggi è n.15 e una ragione ci deve pur essere.
Le quote di martedì 03/06
Lorenzo Musetti sfida Frances Tiafoe per i quarti di finale del Roland Garros. Una partita interessante, tra due giocatori dal tennis particolare, godibile. L’azzurro è più solido, e sulla terra favorito, ma l’americano arriva senza nulla da perdere, già consapevole di aver fatto un gran torneo. La vittoria di Musetti è mediamente a 1,20, ma Tiafoe potrebbe strappargli un set. Una selezione ben premiata dai bookmakers:
Tiafoe vince almeno un set | Goldbet | Lottomatica | Sisal |
Tiafoe vince almeno un set | 1,56 | 1,56 | 1,56 |