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Reading: Rassegna stampa – Musetti e Alcaraz show a Parigi, oggi tocca a Sinner
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Rassegna stampa

Rassegna stampa – Musetti e Alcaraz show a Parigi, oggi tocca a Sinner

La rassegna stampa di mercoledì 4 giugno 2025. Musetti show (Crivelli, Bertolucci, Azzolini, Nizegorodcew). Alcaraz, quasi un allenamento (Bertellino, Crivelli). Oggi tocca a Sinner con Bublik (Azzolini, Di Nardo)

Last updated: 04/06/2025 11:14
By Alessia Gentile Published 04/06/2025
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28 Min Read


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Musetti, che forza (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

I sogni corrono nel vento, e brillano dei colori della bellezza, dell`eleganza e del talento. Trasportato dalla brezza parigina, domata con la perizia di un navigatore indomito, Lorenzo Musetti è tra i migliori quattro del Roland Garros, il tempio del rosso: dal 1990, anno dell`introduzione del nuovo calendario, solo Nadal, Djokovic, Murray e Zverev avevano raggiunto la semifinale nei tre Masters 1000 sulla polvere di mattone e poi nello Slam parigino. Cose da grandi, insomma. E dopo Pietrangeli e Sinner, il Muso è solo il terzo italiano a centrare la semifinale a Wimbledon (ci riuscì un anno fa) e al Bois de Boulogne. Oggi, in semifinale, potrebbe raggiungerlo anche Sinner, un evento che nella storia degli Slam per l`Italia si è prodotto una sola volta, e proprio a Parigi, nel 1960, con Pietrangeli e Sirola. Musetti si ritaglia il suo ruolo nel romanzo eroico dello sport azzurro con una prestazione da nuovo Lorenzo, cioè senza dubbio benedetta dalle eccelse qualità tennistiche ma sublimata soprattutto dalla consapevolezza che certe vittorie maturano sporcandosi le mani. C`è vento sullo Chatrier, e con le sue abilità di polso Lollo all`inizio gestisce meglio le traiettorie imprevedibili rispetto a un Tiafoe rigido e scolastico. Il primo set va via in un lampo, ma non appena l`americano cambia strategia il match si ingarbuglia: il n.16 del mondo adesso impedisce a Muso di trovare il ritmo nello scambio, forzandolo nei primi colpi per poi trafiggerlo con le palle corte. E sul 3-5 del secondo set, in evidente affanno tecnico e fisico, Lorenzo rischia il disastro calciando, per fortuna con poca forza, una pallina con rabbia, colpendo una giudice di linea ma senza conseguenze, prendendosi solo un warning: «È stata una coincidenza sfortunata, ero un po` spaventato perché non volevo ferire nessuno, e subito sono andato a scusarmi con tutti. Era giusto avere il warning, ma l`arbitro sapeva che non avevo fatto nulla, e mi ha fatto proseguire». Nella palude di una sfida che alterna giocate di classe a errori banalissimi, il terzo set diventa la chiave: Musetti resta aggrappato con il servizio, e trova finalmente l`aggressività in risposta quando conta, nel 12° game del decisivo break a Tiafoe. La partita ovviamente si stappa, l`azzurro nel quarto set serve con percentuali abnormi (83% di prime in campo e appena due punti ceduti) mentre l`americano va subito alla deriva. Game over: «Era complicato giocare – confesserà Muso – c`era vento, era difficile fare le scelte giuste e nel terzo è stata una battaglia. Ero un po` stanco, e ho trovato comunque l`energia per farcela. A portarmi qui è stato un processo di crescita sia dentro sia fuori dal campo, anche diventare padre mi ha reso più responsabile. Il mio approccio alla routine è più professionale, mi alleno bene e so godermi i momenti con la mia famiglia. Questa vittoria è anche per loro». Venerdì lo attende Alcaraz, e questo Musetti può giustamente coltivare l`ambizione di cambiare la sorte dopo le due sconfitte a Montecarlo e Roma. Intanto, comunque andrà, dopo il Roland Garros sarà almeno n.6 del mondo: «Al momento non mi sento un campione, ma credo di poterlo diventare. Se continuerò con questa strada a fine carriera potrò dirlo, ma ci sono ancora tanti ostacoli da affrontare. Mi piacerebbe in un futuro essere riconosciuto come tale». […]

Qualità e maturità. Musetti avanti tutta (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

Ormai gli appassionati italiani di tennis sono abituati troppo bene dai nostri campioni. Vincere, infatti, non basta più: tutti vogliono che si stravinca. Preoccupati per qualche errore di troppo da parte di Lorenzo Musetti, impegnato contro lo statunitense Frances Tiafoe in una partita che non filava via del tutto liscia, ieri mi sono arrivati decine di messaggi un po` allarmati, tutti densi di preoccupazione per l`esito finale di questa contesa che metteva in palio un posto nelle semifinali del Roland Garros. Certo, la prestazione del tennista carrarino era meno spumeggiante del solito e un minimo di tensione si leggeva, soprattutto nei suoi movimenti. D`altronde la posta in gioco era alta, come sempre quando si arriva alle partite della seconda settimana dei tornei dello Slam. In più, l`occasione d`oro per avere una terza chance in così poco tempo per provare ad abbattere il muro rappresentato da Carlos Alcaraz, il suo prossimo avversario in semifinale. qualche peso indubbiamente deve averlo avuto nell`affrontare un match dai risvolti non banali. Quello che, al di là del risultato finale, deve però rendere felici, sia il carrarino, sia il suo entourage, è la freddezza messa in mostra anche in questa occasione. Si intravedeva, nei colpi e nei movimenti di Musetti, la solidità propria di chi ha la consapevolezza di avere il pallino del gioco in mano e la situazione pienamente sotto controllo. Tiafoe, infatti, non ha mai dato l`impressione di poter ribaltare il pronostico, nemmeno quando la partita era in apparente equilibrio sulla situazione di un set pari e 4-4 nel terzo. A quel punto del match, infatti, il punteggio poteva al limite soltanto illudere il tennista americano. Non di più. L`esito sembrava già scritto, l`italiano si stava ergendo a un livello superiore e si doveva infatti soltanto attendere che la partita facesse il suo corso con l`epilogo che si è poi visto. D`altronde non si conquistano vittorie, né si raggiungono traguardi importanti come le semifinali a go-go nei tornei più prestigiosi, penso sicuramente a Wimbledon dello scorso anno e alla medaglia di bronzo all`Olimpiade di Parigi, ma anche alla recente finale di Montecarlo e la semifinale ai nostri Internazionali di Roma, se non si è in possesso di un bagaglio tecnico rilevante e di requisiti di primo livello. Se sulla tecnica, la fantasia e la condizione fisica del tennista di Carrara sinceramente non c`erano mai stati dei dubbi, solo la solidità mentale e una ferrea convinzione nei propri mezzi facevano magari fatica a emergere. Una volta sistemati questi ultimi aspetti si è infatti completato il cerchio, facendo in modo che tutte le componenti del suo notevole bagaglio tecnico marciassero a pieno regime. […]

Muso sempre più in alto (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Rivolto verso la tribuna dei suoi, le braccia in alto, come a raccogliere tutti i brividi e le emozioni di un lungo match che la gioia ha reso simili agli ultimi raggi di sole che tagliano in due lo Chatrier, Lorenzo Musetti ricorda tutti i propri eroi di gioventù, da Ettore Fieramosca che seppe mettere al loro posto i cavalieri di Francia, a Lancillotto, proteso verso le braccia di Ginevra. Il suo tennis, nelle giornate migliori si trasforma in un racconto, nel quale Lorenzo si erge a narratore e protagonista. Le pagine preferite scorrono leggere, popolate di personaggi, di cruente battaglie, di ambizioni e di atti eroici, ed è importante l`eleganza dei gesti e delle intenzioni, perché – lo dice alla fine, un po` per scherzo, ma non troppo – «noi italiani siamo per natura eleganti». La gioia è doppia, poi, quando il cattivo di turno viene ridotto alla ragione, ed è costretto a farsi da parte. In palio c`è un trofeo che vale, che pochi hanno toccato tra i nostri tennisti, più bello di una pulzella da salvare. Musetti è in semifinale, la prima a Parigi, la seconda nello Slam dopo quella dell`anno scorso a Wimbledon. Due volte a un tiro dalla finale e dal titolo, come Barazzutti, una in meno di Panatta e Berrettini, mentre Jannik Sinner ne ha cinque, e oggi potrebbero diventare sei. Lo stesso numero che da lunedì prossimo ospiterà Musetti in classifica. Ma giocano in cordata gli azzurri, e il bel finale che Lorenzo scrive per il suo racconto potrebbe trasformarsi in un successo di gruppo. Due italiani in semifinale? Possibile! Siamo eleganti, forse, ma di sicuro nel tennis sul rosso ci sappiamo fare maledettamente bene. Nei panni del cattivo, Frances Tiafoe non fa rimpiangere altri attori di spicco del tennis internazionale. Forse un po` cattivello lo è di suo, sebbene prevalga nelle espressioni che lo fanno somigliare a un giovane Satchmo (Louis Armstrong) lo spirito da strada, la gioia di vivere. Il suo ruolo, nel racconto di Musetti, è quello del disturbatore della quiete. Meglio, del molesto guastafeste che mette disordine nel quieto tennis dell`italiano. C`è riuscito per un set, mostrando di avere i colpi in regola per fare il distruttore dei sogni altrui. La violenza del servizio, lo schiaffo con il dritto che fa correre la palla all`impazzata, e un`ampia dotazione di drop shot che hanno costretto Musetti a continui raid verso rete, per recuperare il recuperabile. E stata, questo continuo affidarsi alla smorzata, la risposta a un primo set giocato da Musetti con grande equilibrio e perfetta scelta delle geometrie che lo portavano ad affondare il dritto. Ma è stato di alto livello anche il secondo set di Tiafoe, malgrado Musetti abbia avuto quasi subito le palle break per riprendersi la parità. Tiafoe l`ha impedito, e alla fine dei primi due set l`1-1 è apparso come il risultato più giusto, condito dal brivido per l`italiano che, per una pallina calciata con stizza, colpisce un giudice e subisce un warning. «Lorenzo è stato bravo, ha ripreso in mano il match nel momento giusto», dice coach Tartatini, «ed io sono 2 volte felice, perché l`ho visto seguire le mie indicazioni: non capita sempre». Dall`inizio del 2° set, il racconto di Musetti ha escluso colpi di scena, ponendo il lieto fine da guadagnare davanti a qualsiasi scorribanda. I due vanno a braccetto, ma Lorenzo appare di nuovo ispirato nelle conclusioni. Su uno scambio ravvicinato coltivato a smorzate imprevedibili, l`italiano è costretto a rincorrere la palla verso il fondo, ma la trasforma in un perfido colpo sotto braccio che Tiafoe non controlla e spreca in rete. Gli applausi salgono alti, Musetti appare rincuorato. Sul 6-5 serve l`americano, ma Lorenzo sta sul pezzo e non gli concede il tie break. Strappa il set a morsi, voracissimo. E si va al 4°, per la passeggiata che conduce l`eroe verso la meta finale. Subito avanti di un break, Musetti non molla più una palla, e Tiafoe si defila, sapendo di aver perso la sfida che proietta Lorenzo in semifinale con Alcaraz, come a Roma. «Ho vinto una partita piena di trappole, e la semifinale è un bel premio», dice Lorenzo, fiero di sé. «Non mi giudico un campione, mi sembra una parola ancora lontana, ma ci tengo a raggiungerla, e spero che a carriera finita qualcuno mi ricordi proprio così, campione, ci tengo davvero». […]

L’eleganza di Musetti (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)

A un certo punto, come d`incanto, Musetti scappa via. Primo set
dominato, due parziali combattuti, un po` di comprensibile nervosismo e poi la magia che prende il sopravvento. E’ accaduto contro Rune negli ottavi e di nuovo ieri con Tiafoe. Il (solito) talento e la (nuova) consapevolezza continuano a fare la differenza sulla terra battuta del Roland Garros, che sta regalando gioie a “Muso” e al tennis italiano. Lorenzo è nella storia, con tanta voglia di continuare a scriverla. L’azzurro ha superato Frances Tiafoe 6-2 4-6 7-5 6-2 in due ore e cinquanta minuti raggiungendo la prima semifinale a Parigi, nonché la diciannovesima vittoria sul rosso in stagione a fronte di sole tre sconfitte (due con Alcaraz e una con Draper). I numeri di Musetti sono impressionanti: è il quinto giocatore nella storia a issarsi (almeno) sino alle semifinali dei tre Masters 1000 su terra e al Roland Garros entrando in un ristretto club di cui fan parte Nadal, Djokovic, Murray e Zverev. È inoltre il terzo italiano a raggiungere la “semi” sia a Parigi che a Wimbledon. C`è vento, tanto vento. Le condizioni di gioco, già difficili, diventano ancor più complicate a causa della tensione. […] «Non era semplice giocare bene – ha spiegato Musetti – ed era complesso fare le scelte giuste». Lo statunitense parte male, sbaglia tanto, mentre Lorenzo è preciso e puntuale: 6-2. Il match sembra facile. Sembra. Tiafoe si ritrova mentre Musetti perde la pazienza (e il servizio): 6-4 Stati Uniti. «Il terzo set è stato sicuramente la chiave del match, una vera battaglia. Ero un po` stanco, ma ho trovato delle energie extra per venirne a capo». Un parziale durante il quale Lorenzo, con un gesto di stizza, colpisce col piede sinistro (piano, va detto) una pallina che finisce sul corpo di una giudice di linea. Semplice warning, scuse di rito e sospiro di sollievo. È il dodicesimo gioco del terzo parziale, con Musetti che chiude 7-5, a cambiare l`inerzia del match. «Nel quarto set
ho giocato benissimo, è stato il mio parziale migliore
». Lorenzo chiude e mostra i muscoli verso il proprio box, un`altra grande vittoria è servita, così come la posizione numero 5 al mondo nel ranking live. […]

Alcaraz, quasi un allenamento (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Un assolo quello di Carlos Alcaraz, che in un`ora e 34 minuti ha letteralmente distrutto Tommy Paul, n. 12 del seeding. Terza semifinale consecutiva per il murciano al Roland Garros che troverà sulla propria strada Lorenzo Musetti. La partita perfetta, quella nei quarti contro lo statunitense: «Questa sera – ha detto a caldo – avrei potuto chiudere gli occhi e la palla sarebbe rimasta comunque in campo. Una di quelle giornate in cui tutto è stato dentro. Nei quarti di uno Slam a Parigi non è mai facile. In passato lui mi ha battuto due volte e questo mi ha aiutato in avvio a entrare concentrato e non avere passaggi a vuoto. Tommy è un giocatore incredibile. E` un torneo speciale per me, il Roland Garros, e ogni volta mi regala sensazioni speciali. Voglio apprezzare e godermi questo momento e `andare ancora avanti. Giocare a Parigi è sempre divertente. So che avreste voluto vedere – ha sottolineato parlando al pubblico – più partita ma io avevo un lavoro da fare. Grazie per tutte le partite nelle quali mi avete fatto sentire il vostro sostegno». Quello di ieri sera è stato il miglior Alcaraz di questa edizione del Roland Garros, senza passaggi a vuoto e capace di dominare in ogni settore del gioco. Ha chiuso con un diritto vincente che ha lasciato per l`ennesima volta sul posto il rivale americano. Paul dopo essere sparito dal campo dopo il secondo gioco del primo set, quello che è durato di più e ha dato il primo break all`iberico, è ricomparso nella terza frazione. Ha lottato di più e cercato di rimanere nel match riuscendoci fino al 4-4. Alcaraz ha però cambiato nuovamente passo nel nono gioco strappandogli la battuta e sigillando poco dopo la sfida. Ha impressionato e confermato di essere ancora in crescita. Appuntamento sul Philippe Chatrier a partire dalle 20.15 per giocarsi un posto in semifinale. Se lo sono dati Novak Djokovic, tre volte vincitore a Parigi e Alexander Zverev, capace di raggiungere i quarti per la settima volta negli ultimi otto anni. Sono tredici i precedenti tra il serbo, 24 volte campione Slam che guarda con sempre maggior forza al titolo numero 25, e il tedesco che in carriera non ha mai vinto un titolo major. Otto le vittorie di Djokovic, cinque quelle di Zverev, l`ultima quest`anno nella semifinale degli Australian Open. Nole non batte il tedesco dal 2023 nella semifinale del 1000 di Cincinnati. Tradotto, non sarà un testa a testa dal risultato scontato. […]

Carlos da magie: “Potevo giocare a occhi chiusi” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Quando le onde si ingrossano e si deve veleggiare nel mare tempestoso delle partite più calde, arriva il tempo degli squali. C`è solo una parola per definire la prestazione con cui Alcaraz ha azzannato il povero Paul fin dal primo punto: impressionante. Una clamorosa dimostrazione di forza, dopo un paio di turni in cui, pur mostrando a tratti un gioco sfavillante, Carlitos aveva a volte staccato la spina per poi riaccendersi. Ma adesso che il traguardo della riconferma si avvicina, il suo messaggio al resto della concorrenza è un urlo di battaglia. Numeri impressionanti: appena 5 punti persi con la prima di servizio, nessuna palla break concessa, 25 vincenti di dritto. Un tambureggiamento incessante, un atteggiamento aggressivo fin dalla risposta e poi nei colpi a rimbalzo, sempre alla ricerca di profondità e velocità. È la 20a vittoria in stagione sulla terra, che gli regala la settima semifinale Slam in carriera e la terza sfida in un mese con Musetti dopo il Principato e gli Internazionali: «È stata la partita perfetta, potevo colpire la palla anche a occhi chiusi tanto sentivo il feeling. in campo non pensavo a nulla, solo ad eseguire il piano partita e a colpire più forte possibile». E per fortuna
che preferisce giocare di giorno: «Ma c`era un`atmosfera speciale, per me Parigi è un posto magico, è bellissimo tornare in semifinale. Ma desso mi aspetta una sfida molto dura, adesso ogni avversario è un grandissimo ostacolo, devo rispettare chiunque mi trovo di fronte». […]

Sinner, occhio al genio folle (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Alexander Bublik è onestamente convinto, in qualche angolo del suo metro e novantasei, che il tennis lo consideri un tipo strano solo per il fatto che lui è il più normale di tutti. È una vecchia storia… Stranezza e normalità nel tennis tendono a sfiorarsi senza darsi conseguenza, come non si conoscessero, ognuna di loro però persuasa di essere dalla parte del giusto. Così, la normalità non perde occasione per indicare a tutti i contorni pazzoidi della stranezza, auspicando che nessuno se ne lasci sedurre, e la stranezza ritiene la normalità talmente pazza e grottesca da sentirsi normale. In un dibattito del genere, che sarebbe probabilmente assai strambo mettere in piedi, il punto di vista di Bublik, ventisettenne di Gatchina, 45 chilometri da San
Pietroburgo, nell`oblast di Leningrado (la città ha cambiato nome, la regione no, tanto per restare in tema di stranezze.), diventato kazako nel 2016, pone al nostro sport una domanda cui qualcuno prima o poi dovrà dare risposta. «Nel tennis è normale chi vive di tennis al cento per cento, chi parla di tennis e pensa al tennis dalla mattina alla sera. Io non ci riesco, il tennis rappresenta il 50 per cento della mia vita, è un mestiere e mi fa vivere bene. Il resto Io tengo per me, per le cose che mi piacciono, per mia moglie e per mio figlio». Tatiana e Vasili, anche loro ormai kazaki. […] Sinner a Bublik gli deve qualcosa. Fu il kazako a farlo conoscere nel tennis, ai colleghi che ancora lo ritenevano un bambino. Si incontrarono a Dubai, nel 2021, Jannik vinse in due set e Alexander volle sincerarsi che fosse di razza umana, senza prendere troppo per buone le rassicurazioni di Sinner «Ho giocato con un alieno» fu la voce che presto si sparse tra le quinte del circuito. Il conto, al momento, è salito a 3-1, l`unica sconfitta Sinner l`ha rimediata sull`erba di Halle, nel 2023, per ritiro. È la prima volta che si affrontano in uno Slam e la prima anche sulla terra rossa. L’ex russo ha in dote colpi di primo livello, il servizio in particolate, ma nell`eterna battaglia fra la sua strana normalità e la sua normale voglia di incasinarsi la vita, spesso tende a usarli a capocchia. E’ il recordman mondiale di doppi falli, ma non sarebbe esatto dire che li faccia senza un perché. «Forzo anche la seconda, ma solo contro avversari più potenti di me nei colpi da fondo. I doppi falli mi costano un bel po` di punti, ma disorientano quasi sempre i miei avversari». Teorie, come si vede… Come quella che Sinner quasi si
rifiuta di ascoltare, che lo vede decisamente favorito nel quarto contro Bublik. Quando gli fanno la domanda, manca poco che sfoderi due robuste corna con le sue dita ossute, a protezione della propria integrità. «No, per carità, non c’entra niente, nel tennis non sai mai che cosa possa succedere. Bublik ha battuto Draper, magari pochi se lo sarebbero aspettato, ma ha mostrato di saperci fare anche sulla terra Devo scendere in campo concentrato, sarà un match difficile». […]

Sinner alle prese con il cubo di Bublik (Marco Di Nardo, Corriere dello Sport)

Uno schiacciasassi. La facilità con cui Jannik Sinner ha raggiunto i quarti di finale del Roland Garros, nonostante un tabellone che si preannunciava come uno dei più spigolosi tra quelli dei grandi favoriti, ha impressionato tutti. Ora, nel tentativo di conquistare per la seconda volta consecutiva il penultimo atto ed eguagliare il suo miglior piazzamento parigino, il numero 1 del mondo può contare sulla fiducia accumulata con le ottime prestazioni messe in mostra nei primi quattro incontri del torneo, in cui ha concesso ai suoi avversari un totale di 30 game su 12 set giocati. A sorpresa, sarà il kazako Alexander Bublik a contendergli un posto nella semifinale della parte alta del tabellone, nel terzo incontro oggi sul Philippe Chatrier, a partire dalle ore 11. Numero 62 delle classifiche mondiali, il kazako potrebbe sembrare l’avversario perfetto da affrontare in un quarto di finale Slam. Eppure, dopo aver attraversato un periodo non felicissimo dal maggio 2024 (quando aveva raggiunto il suo best ranking di n. 17) fino allo stesso mese di quest`anno, Bublik ha improvvisamente ritrovato il suo tennis nel Challenger 175 di Torino, conquistando il titolo e ricominciando a scalare la classifica. A Parigi ha già eliminato il n. 9 del tabellone (Alex de Minaur) e il n. 5 (Jack Draper), e ha definito il successo negli ottavi contro il britannico come “il miglior momento della mia vita”. Bublik non avrà niente da perdere e proverà, con il suo tennis imprevedibile, a togliere certezze a un Sinner che è avanti per 3-1 nei precedenti, con il tennista nativo di Gatchina che ha conquistato l`ultimo (Halle 2023) per ritiro dell`altoatesino sul punteggio di 7-5 2-0. Sarà il primo confronto diretto sulla terra. […] Nel corso del torneo l`altoatesino ha raggiunto l`ennesimo straordinario traguardo. Il match contro Rublev è stato il 40° consecutivo a livello Slam in cui Sinner ha vinto almeno due set (vincendo la partita oppure perdendo in cinque set), eguagliando la migliore striscia in carriera di Novak Djokovic (40 tra il 2022 e il 2024). […]


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