Jannik Sinner ha scritto la storia vincendo il titolo di singolare maschile a Wimbledon 2025, come mai nessun italiano prima di lui. Chi c’ è andato molto vicino è stato Matteo Berrettini, sconfitto in rimonta nel 2021 da Novak Djokovic, quando nell’angolo aveva ancora Vincenzo Santopadre. Proprio quest’ultimo, che oggi si divide tra una collaborazione con Lorenzo Sonego e il commento tecnico su ‘SuperTennis’, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Lorenzo Ercoli del ‘Corriere dello Sport’, cominciando subito dall’importanza di un successo ai Championships.
“Anche un italiano che non segue il tennis con particolare attenzione conosce l’importanza e il prestigio di Wimbledon. È riconosciuto ovunque come il torneo più importante del mondo. Sinner ha raggiunto un traguardo storico e mi piace pensare che sia andato a completare un cerchio. È quasi un segno del destino che l’avventura di Alcaraz sia cominciata proprio contro Fognini, l’uomo che per un decennio ha rappresentato l’Italia nel tennis. E poi nel 2021 abbiamo vissuto anche la finale di Berrettini, che ha acceso i sogni di tanti italiani. Senza nulla togliere agli altri, credo che sia simbolico questo passaggio di tappe tra loro tre“.
Poi un passaggio interessante sulle chiavi del successo di Jannik Sinner: “Dopo aver perso il primo set, anche a causa di un passaggio a vuoto dal 4-2, non era affatto scontato che Jannik riuscisse a tenere mentalmente. Invece ha rimappato tutto e si è rimesso in carreggiata. Le sfide tra questi due campioni si decidono prima dal punto di vista emozionale e solo dopo sul piano del gioco. Due momenti chiave? Nel terzo set, sul 4-4 e 30-40, e nel quarto la palla break sull’1-1. In entrambe le occasioni è stato decisivo con il rovescio, quello che lo aveva ‘tradito’ su quella risposta a Parigi. Nonostante all’inizio mi fosse sembrato contratto e con sensazioni non eccezionali, dal secondo set in poi per certi versi ha dominato e soprattutto è rimasto tranquillo nei momenti che contavano, quando Carlos era ancora lì. Altri avrebbero avuto fretta di andare a chiudere”.
Infine la chiosa sui momenti che ha dovuto passare il n° 1 del mondo: “Solo lui riesce a gestire queste situazioni con questa mentalità, che è la stessa che porta in campo. Cerca sempre di capire cosa può fare meglio ed è costantemente propositivo, anche nel gioco. Quando prende una decisione non rimugina e non guarda al risultato immediato. È stato così anche dopo il Roland Garros: la bruciatura c’è stata, ma ha capito che quella sconfitta faceva parte del percorso e non si è lasciato intaccare. Da adesso, quel pizzico di amarezza sarà sempre più lieve“.
