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Reading: Maria Sharapova nella Hall of Fame, l’omaggio di Serena Williams: “Onesta, leale… poteva essere mia sorella”
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Personaggi

Maria Sharapova nella Hall of Fame, l’omaggio di Serena Williams: “Onesta, leale… poteva essere mia sorella”

A Newport l’ex campionessa russa celebra l’ingresso tra le leggende. L’intervento di Serena Williams suggella una rivalità storica trasformata in amicizia, mentre la dedica al padre emoziona la platea

Last updated: 26/08/2025 9:48
By Jenny Rosmini Published 24/08/2025
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8 Min Read
Maria Sharapova e Serena Williams (foto via Twitter @TennisHalloFame)


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Una delle rivalità più iconiche del tennis femminile si è trasformata, nel corso degli anni, in una delle amicizie più inattese. La cerimonia d’ingresso di Maria Sharapova nella International Tennis Hall of Fame è stata infatti impreziosita dall’apparizione a “sorpresa” di Serena Williams, che ha introdotto sul palco la sua storica avversaria con parole di grande affetto: “ex rivale, ex fan e amica per sempre”.

Sezioni
Una rivalità che ha fatto la storiaDa nemiche ad amicheLe parole toccanti rivolte al padre YuriLa campionessa e l’imprenditriceUn’eredità che va oltre il tennis

L’emozione del pubblico è stata palpabile: l’ingresso improvviso della campionessa dai 23 titoli Slam ha strappato un’ovazione alla platea di Newport.

https://twitter.com/tennischannel/status/1959393666336006537?s=51

Una rivalità che ha fatto la storia

Sharapova e Williams hanno scritto capitoli memorabili della storia recente del tennis. Il loro primo grande confronto risale alla finale di Wimbledon 2004, quando una giovanissima Maria sorprese il mondo battendo Serena in due set. Da lì nacque una rivalità sportiva che, sebbene nel bilancio dei confronti diretti (20-2 per Williams) sia stata dominata dall’americana, ha sempre avuto un’aura speciale, fatta di tensione, personalità forti e inevitabile magnetismo mediatico.

Lo ha ricordato Serena nel suo discorso: “Ci sono state poche giocatrici nella mia carriera che mi hanno spinta a essere la migliore, ogni singola volta che scendevamo in campo. Maria Sharapova è stata una di loro. Ogni volta che vedevo il suo nome nel tabellone, sapevo che dovevo allenarmi più duramente”.

Un sentimento che Sharapova ha ricambiato durante il suo discorso di accettazione: “È un dono avere qualcuno che ti motiva a raggiungere certe vette. E sarò sempre grata a Serena per aver tirato fuori il meglio di me. Abbiamo sempre saputo solo combattere con tutto il cuore. Odiavamo perdere più di ogni altra cosa e sapevamo che l’altra era il principale ostacolo tra noi e il trofeo”.

Da nemiche ad amiche

Con il passare degli anni, le due campionesse hanno saputo trasformare quella competizione feroce in un rapporto di sincera amicizia. Williams lo ha dichiarato apertamente: “Lei in realtà mi ricorda molto Venus, e più la conosco, più penso alle cose che condividiamo e che potremo condividere in futuro. Maria è onesta, va subito al punto, è sincera, è leale, è legata alla famiglia e, nel profondo, è semplicemente una persona splendida. Se la conoscessi meglio, penso che avrebbe potuto essere mia sorella. Lo yin del mio yang.”

Eppure, in passato le cose erano molto diverse. Nella sua autobiografia “Unstoppable: My Life So Far” (2017), Sharapova aveva raccontato i retroscena del loro primo incontro, la finale di Wimbledon 2004, quando da 17enne batté a sorpresa Serena. Nel libro rivelò di averla sentita piangere disperata negli spogliatoi dopo la sconfitta: “Credo che Serena mi abbia odiata per essere stata la ragazzina magrolina che l’aveva battuta, contro ogni pronostico. Ma soprattutto penso che mi abbia odiata per averla sentita piangere.”

Secondo Sharapova, proprio quella sconfitta spinse Serena a elevarsi ancora di più come campionessa, al punto da dominare gli scontri diretti futuri. E aggiunse una frase che oggi appare quasi profetica: “Serena e io dovremmo essere amiche; abbiamo la stessa passione. Ma non lo siamo. Forse ci siamo spinte a vicenda. Chi lo sa? Un giorno, quando tutto questo sarà alle nostre spalle, forse diventeremo amiche.”

Le parole toccanti rivolte al padre Yuri

Durante la serata il tributo che Maria ha voluto dedicare al padre Yuri, figura fondamentale della sua carriera, è stato un altro momento davvero toccante: “Papà, lo abbiamo fatto davvero insieme, vero?”, ha detto guardandolo commossa.

“Sono stata una ragazza fortunata ad aver intrapreso questo viaggio sotto le tue ali, quando nessuno credeva che ce l’avremmo fatta. Tu invece sì. Hai avuto convinzione nelle tue scelte e non ti sei mai voltato indietro. Sei stato duro, e mi hai chiesto ripetutamente di alzare i miei standard. Ma non hai mai dimenticato il tuo ruolo più importante: essere mio padre. È un dono per cui ti sarò sempre profondamente grata”.

Le parole hanno commosso il pubblico, mentre padre e figlia cercavano di trattenere le lacrime, suggellando un legame che va ben oltre i successi sportivi.

https://twitter.com/josemorgado/status/1959438457828483337?s=46

La campionessa e l’imprenditrice

Sharapova non è solo la prima russa a raggiungere il numero uno del ranking WTA e una delle dieci donne capaci di completare il Career Grand Slam. Per undici anni consecutivi è stata anche la sportiva più pagata al mondo, trasformando il tennis in una piattaforma per costruire una carriera imprenditoriale di successo.

Un aspetto che Serena ha voluto sottolineare: “Maria ci ha mostrato come trasformare l’eccellenza sul campo in eccellenza negli affari, nella moda, nel branding, in tutto ciò che ha toccato. Ha cambiato il modo in cui le donne guardano allo sport e alle opportunità. Ha dimostrato che si può essere feroci in campo e strategiche fuori, restando sempre se stesse, senza scuse”.

Non a caso, negli ultimi anni Sharapova ha raccontato più volte il suo passaggio “dal campo al boardroom”: dalle prime partnership commerciali da teenager fino agli investimenti in aziende come Supergoop, Tonal e Therabody, senza dimenticare il ruolo nel consiglio di amministrazione di Moncler. In un articolo recente ha ricordato come quelle esperienze le abbiano dato la sicurezza necessaria per affrontare la vita dopo il tennis, ribadendo che “le qualità che servono per vincere nello sport — resilienza, pazienza, capacità di gestire i fallimenti — sono le stesse che servono per avere successo nel business”.

Un’eredità che va oltre il tennis

Alla cerimonia di Newport, oltre a Sharapova, sono stati introdotti anche i fratelli Bryan, autentici dominatori del doppio maschile. In platea, con le inconfondibili giacche blu della Hall of Fame, erano presenti Martina Navratilova, Andy Roddick, Jim Courier e Stan Smith.

Sharapova ha concluso con un messaggio alle nuove generazioni: “Quando vi diranno di rallentare, di abbassare le ambizioni, spero che troviate il modo di ignorarli. Competete con ferocia. Ponetevi obiettivi che vi intimidiscono. E celebrate le vittorie, anche le più piccole. Dando la mia vita al tennis, il tennis mi ha dato una vita. E che vita straordinaria è stata”.


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