Sinner e Musetti, l’avvio agli Us Open promette bene (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)
La giornata italiana di Flushing Meadows è iniziata ben presto con Lorenzo Musetti, che ha giocato contro il francese Giovanni Mpetshi Perricard battendolo in 4 set. Sulla carta era un esordio non dei più agevoli per il carrarino contro uno dei migliori battitori del circuito, specialista dei campi rapidi e dotato di un gioco molto scarno. Ma troppo poco per ribaltare poi il gap tennistico che lo separava dall’azzurro. Ogni volta che è partito lo scambio, Lorenzo aveva in mano tante, troppe soluzioni in più. Piuttosto piace rimarcare al di là di questa vittoria, la novità che Lorenzo ha introdotto nel servizio. Adesso il movimento risulta sicuramente più corto rispetto a quanto faceva in precedenza, senza quella sosta in basso nella prima parte del movimento, che a volte lo mandava fuori tempo. Ieri, Musetti non ha voluto strafare ed è risultato abbastanza conservativo, ma il guadagno in termini di precisione e sicurezza è risultato evidente in questo. Insieme a questo, come ulteriore piccola novità, c’è sicuramente quella dei piedi: adesso rispetto al campo, la sua posizione risulta più frontale. Evidentemente questi due accorgimenti avranno bisogno di ulteriori prove, verifiche ed esami, ma sembra che il toscano abbia imboccato ormai la strada giusta. L’attesa per Jannik Sinner all’esordio in quanto campione uscente era tanta, ma sapevamo perfettamente che l’avversario, il ceco Vít Kopriva, non poteva essere un ostacolo impegnativo per poter impensierire più di tanto il nostro numero uno al mondo. E così infatti è stato con questa sua prima vittoria negli Us Open 2025 sul ceco numero 89 Atp al quale ha concesso solo 4 giochi. Jannik ha avuto soltanto un problema all’anulare della mano destra che aveva prima coperto con un cerotto che gli dava un po’ fastidio, quindi ha dovuto gestire nel finale la vescica che ha riassunto un match in cui c’era troppa differenza tecnica. L’impressione in questo primo impatto sul cemento degli US Open è di un giocatore che ha recuperato perfettamente del malessere accusato nella finale di Cincinnati contro lo spagnolo Carlos Alcaraz. Probabilmente anche lui, come Musetti, nel servizio ha leggermente modificato l’impugnatura, o almeno sembra che l’abbia accentuata, o abbia conservato quella vista a Wimbledon che tanti benefici gli aveva dato sull’erba. Se vogliamo cercare il pelo nell’uovo, nella prima parte del match di ieri, il numero uno al mondo ha incontrato qualche piccolo intoppo nello scivolamento verso destra, eseguendo il dritto. […]
Sinner parte forte (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Rapido. E indolore. Soprattutto per lui. In fondo, l’unica cosa che contasse davvero. Perché occorreva cancellare definitivamente dalla memoria quel volto al limite delle lacrime della finale monca di Cincinnati. Virus addio, il debutto del campione in carica Sinner a New York è un inno alla salute ritrovata e la prima risposta al messaggio di Alcaraz, il grande rivale che può sottrargli il numero uno dopo il torneo: la corsa è appena cominciata, ma andatelo a prendere, Jannik. Se ci riuscite. Certo, non poteva essere il ceco Kopriva, n.89 del mondo con propensioni soprattutto terricole, uno che sa fare tutto discretamente, ma non possiede il tonnellaggio di palla e ovviamente il talento per opporre una resistenza capace di andare oltre i quattro game conquistati. Anche di fronte a un Sinner che viaggia a marce normali (ma con l’83% di punti conquistati con la prima e appena due palle break concesse, e annullate, a match già ampiamente in ghiaccio) perché di più non è richiesto: intanto, i 98 minuti con cui Jannik sbriga la pratica inaugurale, rappresentano la sua partita più breve di sempre agli Us Open, un minuto in meno della vittoria al secondo turno di un anno fa contro Alex Michelsen. […] Intanto, salgono a 22 i successi consecutivi sul cemento nei Major, il cerotto alla mano destra è stato solo una precauzione («Vescica, mi viene spesso quando non gioco per un paio di giorni, ma nulla di preoccupante») e si può cominciare a pensare a Popyrin, il prossimo avversario: «Mi ricordo poco della partita di 4 anni fa a Madrid (l’unico precedente, vinto dall’australiano, ndr) ma sarà una sfida difficile, lui è cresciuto molto da allora e un anno fa qui ha eliminato Djokovic. Certamente ci sono delle cose da migliorare se vogliamo andare in fondo a questo torneo, ma come prima uscita è andata bene. Ho chiesto di allenarmi subito dopo il match, ma coach Vagnozzi ha detto di no, e lui è il capo. Se mi vedrete mai con i capelli di Alcaraz? Non credo, non sto bene con i capelli corti…». I cambiamenti, d’altronde, Jannik preferisce sperimentarli in allenamento o in partita, serbando gli insegnamenti che possono derivare da ogni situazione vissuta. I tre mesi di squalifica da febbraio a maggio per la vicenda Clostebol, in questo senso, hanno rappresentato un impulso profondo alla crescita personale, tanto da averli raccontati in un video appena uscito su Youtube: «Un anno fa la notizia dell’assoluzione per il doping era uscita cinque giorni prima degli Us Open. Qualcuno mi guardava con occhi diversi e mi sentivo molto nervoso, non ero felice quando giocavo. Oggi c’è un altro me in campo». […] «Tutti noi coltiviamo dubbi, io li ho sempre quando scendo in campo, ma ogni volta mi ripeto che ho le qualità per poter vincere. Fuori dal campo può succedere di tutto e non puoi tenere tutto sotto controllo, ma cerchi in qualche modo di sopravvivere. Ma il campo per me è un posto sicuro. Fuori non trasmetto emozioni magari, ma anch’io sono una persona emotiva. In momenti duri non sempre riesco a tenermi tutto dentro, a volte sono molto duro con me stesso. Durante la squalifica ho avuto dubbi tutti i giorni, ma mi sono ricordato di quanto ho lavorato per essere dove sono arrivato. Ho cercato di andare contro le difficoltà, di dirmi ogni volta che è un altro giorno e un altra settimana per migliorare. E per migliorare, per vincere, è decisivo conoscere te stesso. Conta quello che fai prima della partita: quanto e come ti alleni, come mangi, come ti riposi. Sento che anno dopo anno sto conoscendo il mio corpo e la mia mente sempre meglio». La filosofia del più forte.
Sinner e Alcaraz da paura (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Fatevi avanti, cari avversari, Sinner propone quest`anno un gioco rapido, sempre più aggressivo, un tennis che vada per le spicce. Ha fretta. L’obiettivo è stare il meno possibile in campo, sotto il sole, con i piedi su un cemento caldo al punto da cuocere un uovo al tegamino… l’ha detto anche di recente, durante il fatidico Cincinnati Open. Virus a parte, gli riesce bene. Diciannove minuti per i primi cinque game, trentuno per il primo set, altri 31 per il secondo e 36 per il terzo, Un`ora e 38 per chiudere il capitolo iniziale di questa nuova avventura. Il primo “sei-uno” nel set d`avvio è il 14° di questa stagione. Subito dopo arriverà il 15°. Il “sei a due” che ha chiuso l`incontro è l`11°. I “sei a zero” restano 7. In questo 2025 Sinner ha giocato 95 set, facile indicare come oltre un terzo sparisca nelle sue tasche in un lampo. Le vittorie stagionali salgono a 35 (4 i ko, uno per ritiro), quelle negli Slam sul cemento a 22 consecutive, 8 in fila agli US Open. Appunti su un match che non poteva andare in altro modo: il più facile, a stare al punteggio, tra quelli giocati in un primo turno dello Slam in questa stagione. […] Il colore di questo Slam sarà il rosso. Scuro, quasi ruggine… Un po` come i capelli di Jannik. Tuta, maglietta, pantaloncini e scarpe… Bianchi solo i calzini e il manicotto. Se l`animo è quello di un torero, la sfida che JS lancia agli avversari è quella di provare a infilzarlo. Fa lui da mantilla, non ha paura… […] La partita non conta, già lo avete capito. Contano gli stimoli messi in mostra, i progressi registrati su questi campi dopo il virus beccato a Cincy, lo stato d`animo con cui Jannik è sceso in campo per dare vita alla sfida con Alcaraz “senza scalpo”, che vale il primo posto. Sinner ha dato risposte concrete, ha cominciato a freddo con un rovescio lungo linea che ha dribblato il paletto della rete per depositarsi nell`ultimo spicchio di campo, ha servito il giusto (7 ace e un doppio fallo), ha dovuto rimediare ad appena 2 palle break (entrambe nel 7° game 3° set), ha servito con una certa costanza a 204 km/h e non ha subito un break. Mi è piaciuto meno nelle uscite dal servizio, forse si spinge troppo avanti, e il ritorno in posizione, eseguito in arretramento, appare talvolta macchinoso e costa qualche punto. Piccole cose da mettere a punto. Ci si chiedeva a fine match se Jannik avrebbe chiesto al proprio team una quarantina di minuti di ulteriore allenamento, come a Cincinnati: «Direi di no, non questa volta», ha fatto sapere Sinner «mi fido moltissimo del giudizio sulle mie prove che danno Simo e Darren, c`è tempo domani per fare il punto e capire su che cosa lavorare». […] Qualche errore anche da fondo campo, sul dritto in particolare. Ma conta poco. Nei momenti in cui Kopriva ha cercato di darsi maggiormente da fare, il tennis di Sinner si è subito infittito, a creare una barriera insormontabile. […] «Sento ancora dentro le emozioni dell`anno scorso, della prima vittoria su questi campi. E’ uno Slam difficile da giocare, ma ti resta dentro. Quest`anno le sensazioni sono buone, abbiamo lavorato molto per ritrovare una forma accettabile sin dal primo incontro, ci siamo riusciti». Si toccava spesso la mano destra, ha fatto intervenire il medico. «Nessun problema, una vescica che esce fuori sempre quando riprendo la racchetta dopo qualche giorno di stop. Serviva un po` di polvere cicatrizzante, passerà presto». […]
Dall’infanzia alla sospensione, Jannik svela tutto (Giovanni Pelazzo, Tuttosport)
«Il primo step sarà tornare nel tour ma dove voglio davvero tornare sono gli Slam, testandomi contro i migliori al mondo». Così parlava Jannik Sinner in un mini documentario targato Rolex, rilasciato poche ore prima del suo debutto allo US Open, durante le lunghe settimane di pausa forzata in cui ha dovuto scontare i tre mesi di squalifica per il caso clostebol. «Ho cercato di passare del tempo con la mia famiglia e i miei amici: se sei felice fuori dal campo, dentro al campo è più facile giocare», ammette Sinner. L’altoatesino ha poi fatto un tuffo nel passato, ricordando sempre con molto orgoglio le sue origini: «Dall`esterno non sembro così emotivo, ma lo sono. A volte, durante un momento difficile, non riesco a trattenermi. Talvolta sono molto duro con me stesso, ho dubbi ogni giorno, ma ricordo a me stesso quanto lavoro ho fatto per arrivare a questo punto. Sono cresciuto in una città molto piccola nel nord dell`Italia, in mezzo alle montagne. Non avevamo molte cose: mio papà faceva il cuoco, mia mamma la cameriera nello stesso ristorante. Quando avevo tredici anni e mezzo ho scelto di diventare un giocatore di tennis. Ho preso una decisione difficile andandomi ad allenare in questo posto a 6/7 ore di macchina, […] quindi ho dovuto lasciare i miei genitori, mio fratello, i miei amici e gli altri due sport che praticavo. La mia vita è cambiata completamente da un giorno all`altro». […] Jannik sa di avere gli strumenti e le armi per vincere le grandi partite. “Credo sempre che se diventi una persona migliore diventi anche un atleta migliore“, diceva il saggio Cahill. Proprio a New York, l`anno scorso Sinner arrivava con gli occhi del mondo puntati addosso, riuscendo a vincere il suo secondo Slam con una pressione allucinante sulle spalle. «A volte, quando attraversi momenti duri e difficili, ti si aprono gli occhi. Fuori dal campo può succedere di tutto e a volte non puoi controllarlo. Abbiamo cercato di sopravvivere in qualche modo, ma in campo mi sentivo al sicuro», racconta ancora il numero 1. Che un anno dopo, di nuovo a New York, vuole scrivere un`altra pagina di storia di un bellissimo libro in continuo aggiornamento.
Sinner, è subito dominio (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
«Proverò a fare del mio meglio, ho preparato qualche piano». Con
una rapida battuta, Vit Kopriva aveva liquidato l`invadente – e del tutto superflua – intervista pre match, autentica americanata che ha spezzato l`attesa e la tensione dell`appuntamento più importante della sua vita. Inesistente tatticamente ed emotivamente, in campo dei suoi piani non si è vista traccia: i primi venti minuti sono stati un incubo, il prosieguo non è andato meglio. Jannik Sinner ha trovato terreno fertile per un rapido dominio: 6-1 6-1 6-2 in un`ora e 38 minuti, appena qualche giro d`orologio in più rispetto ai 90 minuti di Wimbledon 2023 contro Cerundolo e i 94 contro Lehecka quest`anno a Parigi. Un match dominato nei colpi di inizio gioco: servizio più incisivo, risposta giocata un metro dentro il campo sulla seconda. Nello scambio, l`altoatesino è libero di prendere campo e sperimentare, senza mai preoccuparsi del punteggio; ma non per questo perde di lucidità quando nel finale si ritrova a fronteggiare e salvare due palle break. […] Partite del genere raramente offrono spunti utili in vista di impegni più probanti, soprattutto quando il rivale – numero 89 del mondo – ha caratteristiche perfette per essere dominato. Durante il match, Jannik ha giocato con un cerottino su una vescica alla mano, niente per cui allarmarsi: «Volevo semplicemente proteggere la mano, ma non c`è da preoccuparsi. È una piccola vescica
che mi esce quando non gioco per 2-3 giorni. Sono contento di essere tornato a New York: ci sono cose positive del mio match, su altre dovrò lavorare». Parole che lasciavano intendere un`eventuale sessione extra a fine partita, ma non ce n`è stato bisogno: «Ho chiesto a Simone, ha detto di no ed è lui il capo (ride). Mi fido del mio team, perché a volte quello che vedono loro è diverso dalle mie sensazioni a caldo». Ovviamente Jannik può esprimersi ancora meglio, ma le dinamiche della sfida non lo consentivano. Kopriva però si è rivelato l`avversario ideale per prendere ritmo, per quanto fuori giri con 8 doppi falli e 27 gratuiti. Un incubo per un ragazzo solido e continuo a livello Challenger, ma incapace di reggere la sfida con il campione azzurro. D`altronde, anche tra i migliori, sono sempre meno quelli in grado di tener testa al numero 1. Il prossimo a provarci, nella giornata di domani, sarà Alexei Popyrin. Il campione dell`edizione 2024 del Masters 1000 di Montreal ha battuto 6-3 6-4 7-6(3) il perennemente rientrante Ruusuvuori. Al 2° turno è un`insidia da non sottovalutare, ma anche un`intrigante occasione per alzare l`asticella. […]
I colpi di Musetti fermano il gigante (Antonio Sepe, Corriere dello Sport)
Una prestazione in crescendo per superare un primo turno insidioso. Lorenzo Musetti è partito col piede giusto allo US Open, battendo in 4 set Mpetshi Perricard. Non si preannunciava affatto un debutto agevole, anzi, il francese è tra gli avversari più scomodi da affrontare, ma Musetti se l`è cavata bene e ha trionfato con il punteggio di 6-7(3) 6-3 6-4 6-4 in due ore e 32 minuti. Lorenzo è stato bravo soprattutto a mantenere la calma dopo il primo set perso al tie-break, che poteva fargli venire qualche dubbio. Invece è salito di livello ed è stato superiore nei restanti parziali. Quarta volta al secondo turno a New York su cinque partecipazioni, ma soprattutto seconda vittoria post-Roland Garros per l`azzurro. Terzo successo in altrettanti confronti diretti per Musetti, che aveva già sconfitto Mpetshi Perricard lo scorso anno prima a Stoccarda e poi a Wimbledon, sempre sull`erba. Questa volta è cambiata la superficie, così come il continente, ma non l`epilogo. Anzi, il match sull`Armstrong ha ricordato molto quello sui prati londinesi: primo set vinto dal francese, poi Lorenzo ha preso le misure e il controllo del match, imponendosi con autorevolezza. Primo set dominato dai servizi che si è deciso al tie-break, giocato male da Musetti e perso per 7 punti a 3. Da quel momento, però, l`azzurro ha espresso un tennis sempre più efficace e già nel secondo ha ottenuto il break decisivo nel quarto game. Nella terza frazione è stato Mpetshi Perricard a fare harakiri, commettendo tre doppi falli nello stesso game, finendo per perdere la battuta. Non si tratta di una coincidenza: è stato bravo Musetti a mettergli pressione e a crearsi delle opportunità, riuscendo poi a sfruttarle. […] «Era importante rimanere calmi e gestire bene ogni turno di servizio. Lui concede poche chance in battuta, quindi bisognava essere sempre sul pezzo per sfruttarle. Sono riuscito praticamente sempre a rispettare il piano di gioco» ha dichiarato Musetti. A fare la differenza sono state pazienza e solidità al servizio. Da un lato Lorenzo ha servito 13 ace, concedendo pochissimo soprattutto con la prima; dall`altro ha atteso le difficoltà sulla seconda del francese, che ha vinto il 51% dei punti (contro l`88% di Lorenzo) e commesso ben 10 doppi falli. Al secondo turno Musetti affronterà David Goffin, n.80 del mondo, contro cui è avanti 2-1 nei precedenti. Il belga ieri ha battuto l`altro francese, Quentin Halys: 6(2)-7 6-4 6-3 7-5 il punteggio finale. Sullo sfondo il possibile derby con Flavio Cobolli.
Sinner, dai cerotti alla vittoria (Stefano Semeraro, La Stampa)
Il fastidio più grosso, nel debutto da campione uscente agli Us Open di Jannik Sinner contro Vit Kopriva (6-1 6-1 6-2), sono stati i cerotti. Al manicotto che gli protegge l`avambraccio destro, da Wimbledon in poi la Volpe si è abituata, tanto da mantenerlo anche nel caldo (non eccessivo, 27 gradi e 39% di umidità) di Flushing Meadows. I cerotti per proteggere le dita, in particolare l`anulare destro, sono invece una novità, e Jan ci ha battagliato dall`inizio, chiedendolo infine al fisioterapista dell`Atp di toglierglieli. «La mano sta bene – rassicura il numero uno del mondo -. Volevo solo proteggermi da una piccola vescica che mi viene quando non gioco per due o tre giorni. Per il resto è stata una partita positiva. È bello tornare a giocare in uno Slam dove ci sono tanti bei ricordi, anche se ogni volta si ricomincia da zero». Per il resto, un buon allenamento contro il ceco, n. 87 del mondo: qualche drop shot sbagliato, qualche discesa a rete anche in controtempo; la solita granitica determinazione. […] Al prossimo turno Sinner se la vedrà contro l`australiano Popyrin, grande battitore e avversario non banale, che fra l`altro è in vantaggio 1-0 nei precedenti (7-5 6-2 sulla terra di Madrid nel lontano 2021). Al secondo turno passa anche Lorenzo Musetti, ed è un`ottima notizia perché il Muso viene da un periodaccio e l`avversario di giornata, il pivot francese Giovani Mpetshi-Perricard, era un cliente fastidiosissimo, dotato di un servizio molto potente. Lorenzo ha perso il primo set al tie-break ma ha chiuso in quattro (6-7 6-3 6-4 6-4) senza mai cedere il servizio, con grande concentrazione e le solite ciliegine tecniche seminate nel corso del match per la gioia del pubblico. […]